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Dio irrompe nella vita di ogni famiglia 29/12/2024

DIO IRROMPE NELLA VITA DI OGNI FAMIGLIA

Siamo nel pieno del Tempo di Natale….
Abbiamo contemplato il mistero del Verbo fatto carne, del Signore che si fa bambino: di Dio che irrompe nel tempo!
In questa Festa della Santa Famiglia siamo invitati a guardare anche a Maria e a Giuseppe, per renderci conto che il Figlio di Dio ha vissuto anche l’esperienza fondamentale e quotidiana della famiglia: il suo farsi uomo è passato per la concretezza di una famiglia umana, dove egli ha condiviso, da figlio, con due genitori, la gioia e la fatica di ogni giorno, mostrandoci che è possibile vivere la comunione e cercare insieme la volontà di Dio Padre.
L’amore che possiamo sperimentare tra di noi, e che è possibile vivere in ogni famiglia, ha la sua radice nell’amore di Dio che si è mostrato a noi in Gesù Cristo. La Famiglia di Nazareth, allora, diventa punto di riferimento per ogni nostra famiglia, ma anche per lo stile “familiare” che Dio ci chiede di costruire e diffondere nella comunità cristiana e nella società.

Dopo l’apertura della porta santa di S. Pietro a Roma,
oggi si apre ufficialmente il Giubileo ordinario del 2025
anche in tutte le Diocesi del mondo.
Entriamo nel tempo della misericordia e del perdono,
affinché a ogni uomo e ogni donna
sia aperta la via della speranza che non delude!
Alle 14,30 con la processione che partirà dal Tempio di S. Corona e condurrà alla Cattedrale ci sarà l’apertura diocesana dell’Anno Giubilare: il suono delle campane delle nostre chiese ci inviterà ad unirci fraternamente all’evento.

Acconsentire alla gioia 22/12/2024

ACCONSENTIRE ALLA GIOIA

Eccoci alla quarta tappa del nostro cammino di Avvento, ormai prossimi alla grande Festa…
è un Vangelo ricolmo di gioia quello dell’incontro di Maria con Elisabetta: non una gioia superficiale o ingenua, ma una gioia festosa che si espande, fa sussultare e fa danzare!
È una gioia che non può restare nascosta: e una gioia che vuole espandersi e vuole coinvolgere, trascinare tutto e tutti.
La gioia di Maria ed Elisabetta deve contagiare anche noi per riconoscere che, pur se non abbiamo grandi meriti da vantare, tutto è gratis: è dono gratuito… è amore! E l’amore, se è autentico, non vuole e non può imporsi, ma solo donarsi.
Acconsentire, come hanno fatto queste due donne, è accettare di essere strumenti di quella salvezza che è per tutti.
Ed è nel nostro quotidiano e faticoso ma libero acconsentimento che avviene l’incontro, qui e ora, tra l’umanità e la salvezza.
Il Signore è già presente nel “grembo” di questa nostra comunità! Con la sua Parola ci apre gli occhi e li illumina col suo Spirito; nel Pane spezzato si dona ancora totalmente a noi… Per questo anche noi, come Maria e come Elisabetta, stupiti e sorpresi da tanto amore, esultiamo di gioia e diamo lode a Colui che opera grandi cose in mezzo a noi.
Possa Dio trovare sempre meglio ascolto e docilità tra di noi, perché possiamo essere a nostra volta segni efficaci della sua amicizia per tutti gli uomini!


Per noi “Natale” non è un “giocare a Cristo che nasce”,
una nostalgia del passato, un moto di sentimenti;
non siamo gli spettatori di una sacra rappresentazione,
ma prendiamo parte ad un mistero:
viviamo l’intervento di Dio in nostro favore.
Celebrare l’Eucaristia significa partecipare
in modo sacramentale
al “mirabile scambio” che ci ha redenti;
vuol dire assumere un nuovo stile di vita:
la vita dei figli di Dio,
che con i fatti della loro buona volontà,
e non solo a parole, danno “gloria a Dio e pace agli uomini”!

Che cosa dobbiamo fare 15/12/2024

CHE COSA DOBBIAMO FARE

è la domanda che le folle raccontate dall’evangelista Luca rivolgono a Giovanni Battista, l’austero profeta che viveva nel deserto e richiamava tutti alla necessità di convertirsi…
La risposta che egli da è molto concreta: parte dal vissuto degli interlocutori e li chiama in causa nelle loro scelte di tutti i giorni: anzitutto: CONDIVIDERE!Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto”.
Come si può essere felici restando chiusi nel proprio egoismo, fingendo di non vedere il bisogno di chi ci vive accanto?
Poi: NON PRETENDERE! Non esigere dagli altri ciò che non possono darci… vivere i rapporti umani nella onestà, nella rettitudine.
E ancora: NON FARE VIOLENZA! … significa rispettare l’altro, frenare gli impulsi e i gesti aggressivi che nascono dalla forza, dal proprio ruolo….
La conversione che Giovanni, il Battista, predica non è in vista di una perfezione morale, individuale, ma è un cammino di comunione fraterna, che passa attraverso ciò che siamo chiamati a decidere ogni giorno, in ogni circostanza, anche le più semplici e ordinarie…!
Questa terza Domenica del nostro cammino verso il Signore che viene, vuole essere un invito insistente e caloroso alla gioia; una gioia, però, che non è ingenua e superficiale, ma conosce la virtù della pazienza, che sa sperare senza scoraggiarsi, e senza false scuse sa portare quei frutti di carità e di giustizia che sono la vera liberazione attesa da tanti fratelli, vicini e lontani da noi, per i quali la nostra gioiosa speranza deve essere veramente un “vangelo”, una buona notizia!

Il nostro “Eccomi” quotidiano 8/12/2024

IL NOSTRO “ECCOMI” QUOTIDIANO

In questa seconda tappa del nostro cammino di Avvento siamo aiutati dalla Festa della Immacolata Concezione di Maria; con tutta la Chiesa rendiamo grazie a Dio perché in Gesù ha mantenuto fede alla promessa di liberare l’uomo dal condizionamento del peccato e dalla paura della morte: Maria è stata la prima a partecipare a questa liberazione ed è stata preservata dal peccato fin dal primo istante della sua esistenza.
Lei, però, non è rimasta passiva, non si è accontentata di ricevere il dono, ma ha corrisposto all’iniziativa di Dio con la sua disponibilità ad accogliere Cristo nella sua vita e a generarlo per il mondo intero.
Ecco allora che Maria ci aiuta a vivere anche il nostro Avvento: facendoci accoglienti nell’attesa e attivi nell’impegno. Facciamo spazio al dono perché diventi compito: il Signore, infatti, viene, e viene sempre; ma domanda un grembo dove nascere...
Con Dio vi è sempre un’altra possibilità: la nostra vita non finisce con le cattive esperienze, con i fallimenti. Occorre credere ed aprirci al fatto che Dio sa trarre la vita da tutte le situazioni che viviamo, anche quelle che noi sperimentiamo come negative… come ha fatto con Maria: Dio sa trarre la vita dalle creature umili, piccole, povere..!
Quando Dio chiama, ci coinvolge e ci chiede di partire per qualcosa che non sappiamo: ci chiede sempre l’impossibile che, grazie a Lui, può accadere! Il Signore fa questo ogni mattina… davanti a lui conta la disponibilità a lasciarsi plasmare dalla sua mano, a fidarsi.
«Non temere!» dice l’Angelo anche a ognuno di noi: non temere di seminare… di amare sempre e comunque…… non temere di ricominciare!

Andiamo con gioia incontro al Signore 1/12/2024

ANDIAMO CON GIOIA INCONTRO AL SIGNORE: EGLI E’ VENUTO, VIENE, VERRA’!

Questa prima Domenica del nuovo Anno Liturgico è una ulteriore occasione che il Signore ci offre per vivere nella sua amicizia.
Se ci guardiamo attorno, saremmo tentati di lasciarci afferrare dal pessimismo, dall’angoscia, dalla paura… Ma noi che crediamo in Gesù Cristo sappiamo che questa nostra storia di uomini e di donne è anche la storia di Dio!
È necessario individuare e promuovere tutto ciò che può liberare l’uomo dalla morte, dalla schiavitù, dall’egoismo, dalla miseria, dall’ansia, dalla paura e dalla superficialità.
Noi siamo tutti invitati a mantenere nel mondo la vigilanza per fuggire dal male e accogliere i segni del ritorno del Figlio dell’Uomo.
L’immagine poetica che nella prima lettura esprime il modo di agire di Dio è quella del germoglio: simbolo di una realtà che si sviluppa con dolcezza, senza distruzioni, senza sconvolgimenti, ma anche in maniera inarrestabile e potente.
Noi riconosciamo in Gesù quel germoglio: Gesù ridona speranza: “risollevatevi e alzate il capo”.
La seconda lettura parla di “crescere e sovrabbondare nell’amore”: si tratta della stessa realtà espressa dall’immagine del seme. Non è determinante la piccolezza iniziale: per la potenza dello Spirito, attraverso una lenta crescita, si arriva alla sovrabbondanza. Il Tempo di Avvento ci invita a coltivare la speranza: non importa da dove partiamo: l’amore di Dio vuole farci avanzare fino alla sua stessa misura di amore. Volgiamo allora verso l’avvenire che Dio ci prepara uno sguardo di fiducia e di speranza, prendendo coscienza che celebrare il Natale significa essere disposti ad accogliere Cristo e il suo Vangelo nella nostra vita.

Cristo Re? Un amore che cambia il mondo 24/11/2024

CRISTO RE?
UN AMORE CHE CAMBIA IL MONDO

L’anno liturgico si compie con la festa di Cristo Re dell’universo.
Il mio regno non è di questo mondo”… la sua non è una regalità contrassegnata dalla forza, dalla prepotenza e dall’antagonismo…
Egli è un re che non vuole usare altro strumento di potere se non quello della sua Parola, una Parola che non si impone e che accetta il rischio di essere rifiutata…
La solenne proclamazione della Regalità di Cristo avverrà sulla croce… dirà in modo definitivo come Gesù regna: donando la propria vita, nella libertà e per amore…“Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me!” (Gv 12,32). è un Re che non fa degli uomini i suoi sudditi, ma vuole attorno a sé uomini liberi che alla fine può chiamare “Amici”.
è un Re che si china a lavare i piedi di altri.
è un Re che chiama amico colui che lo sta tradendo con un bacio.
È un Re che sa trasformare il suo patibolo di morte in trono di gloria, in altare di offerta, perdonando chi lo crocifigge…!
Cristo Re ha testimoniato la certezza che è possibile instaurare un rapporto tra gli uomini e tra i popoli senza la minaccia di spada, guerra, violenza, dominio, ingiustizia.
Siamo amici di un Re che ci ama alla follia e che ci chiede “semplicemente” di lasciarci raggiungere dal suo amore. Il sapere che egli “regna” ci riempie di consolazione e di speranza, perché sappiamo che egli è il principio e la fine di tutte le cose, colui che ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue e ha fatto di noi il popolo di Dio. Questa consolazione deve accompagnarsi ad una precisa consapevolezza: se Gesù ha “regnato” mettendosi a servizio degli altri, anche il nostro impegno a far crescere il Regno di Cristo deve passare attraverso il dono gratuito e generoso di noi stessi.

Le mie parole non passeranno 17/11/2024

LE MIE PAROLE NON PASSERANNO

Anche se non ci piace concedere tempo a queste riflessioni, nel profondo del nostro cuore affiora spesso la domanda: “ma dove andremo a finire…?!?
Ogni giorno facciamo esperienza del conflitto tra il bene ed il male, percepiamo la bellezza e la fragilità dell’amore che ci avvolge, sentiamo il desiderio di una giustizia e restiamo in attesa di vedere se tutto l’amore seminato nello scorrere dei nostri giorni porterà ad un raccolto abbondante.
Le mie parole non passeranno!” … queste parole, pronunciate da Gesù, hanno ancora un significato per tutti noi? Il Signore è davvero l’atteso, l’invocato da noi cristiani?
Gesù non vuole terrorizzare e non annuncia catastrofi ma invita a guardare la vita odierna con occhi nuovi.
Quando tutto passa il Vangelo non passa e la nostra speranza non rimarrà delusa: la storia, quella grande, complessa, del mondo… ma anche la nostra storia personale, è nelle mani di Dio: ogni gesto d’amore sarà ritrovato nel cuore di Dio!


La preghiera del povero sale fino a Dio!” (Siracide 21,5)
Papa Francesco ha voluto che in questa Domenica tutta la chiesa viva la Giornata dei Poveri: non è una ulteriore richiesta di offerte, ma l’occasione per confrontarci seriamente con chi vive in questa situazione!
«La speranza cristiana ha la certezza che la nostra preghiera giunge fino al cospetto di Dio; ma non qualsiasi preghiera: la preghiera del povero! Riflettiamo su questa Parola e “leggiamola” sui volti e nelle storie dei poveri che incontriamo nelle nostre giornate, perché la preghiera diventi via di comunione con loro e di condivisione della loro sofferenza» (Papa Francesco).

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla! 10/11/2024

IL SIGNORE E’ IL MIO PASTORE: NON MANCO DI NULLA!

Domenica scorsa siamo stati invitati a riscoprire il primato di Dio attraverso l’atteggiamento dell’ascolto fiducioso e disponibile… e abbiamo visto come ci è difficile liberarci dalle nostre pretese di autosufficienza.
La Parola di Dio oggi ci ricorda che la ricchezza non è la misura dell’uomo e ci provoca a saper dare ciò che siamo, prima e più di ciò che abbiamo.
Gesù osserva il gesto di una povera vedova, sola senza chi si prenda cura di lei, che getta nel tesoro del tempio “tutto quanto aveva per vivere”. Così facendo quella donna offre a Dio tutta la sua vita: non si assicura qualcosa per il futuro… si affida totalmente a Dio: si abbandona a Lui con amore e fiducia.
Gesù stesso ha donato tutto, oltrepassando ogni misura, senza risparmiarsi, senza tenere per sé nulla!
Con la certezza che “il Signore dà il pane agli affamati, ama il giusto e rialza chi è caduto”, portiamo nella nostra preghiera un’esperienza che accomuna tutta la Chiesa italiana: la “Giornata nazionale del ringraziamento”.
La natura sta chiudendo la stagione dei raccolti e noi ci uniamo alla soddisfazione e alla gioia di quanti in tutto il mondo ringraziano Dio per i frutti della terra e del lavoro dell’uomo, ma non possiamo dimenticarci di tutti quegli uomini, nostri fratelli, che sono costretti a patire la fame, le malattie, la guerra… fare “Eucaristia” vuol dire anche avere il coraggio di “spezzare il proprio pane” con chi è nel bisogno…

L’amore vero parte dal saper ascoltare 03/11/2024

L’AMORE VERO PARTE DAL SAPER ASCOLTARE

Nella settimana trascorsa abbiamo contemplato la gloria di Tutti i Santi e fatto memoria dei nostri fratelli defunti.
e forse, proprio pensando ai nostri morti, ci siamo chiesti: “cosa potevamo fare di più per loro?… e adesso: come possiamo esprimere concretamente il nostro amore?”
In fondo è una questione che si ripropone spesso nella nostra vita: cosa e come fare per esprimere l’amore? Come “dimostrare” l’amore a Dio e ai fratelli…?
In maniera sorprendente la liturgia di questa Domenica ci ricorda che prima di ogni sforzo “dimostrativo” è essenziale riconoscere il primo posto a Dio e ai fratelli, attraverso l’atteggiamento dell’ascolto!
A ben guardare non c’è essere vivente che non desideri essere amato. È il desiderio più grande che unisce tutto ciò che Dio ha creato.
Ma Gesù non si è fermato qui, è andato oltre: non si può amare Dio senza amare il prossimo!
L’Apostolo Giovanni dirà in proposito: “Chi non sa amare il proprio fratello che vede, non può certo amare Dio che non vede (4,20): è amando il prossimo che si ama anche Dio.
Nell’ultimo giorno, quello decisivo, il Signore non ci giudicherà per quanto amore abbiamo avuto per Lui, (preghiere, liturgie…) ma se abbiamo sfamato l’affamato, dissetato l’assetato, vestito il nudo… senza magari accorgerci che amando il prossimo abbiamo amato proprio anche lui. Amiamo Dio con il cuore che crede e anche con il cuore che dubita, quando splende il sole, quando siamo al buio, quando siamo felici, quando abbiamo paura… anche con le lacrime!

Coraggio: alzati! 27/10/2024

CORAGGIO: ALZATI !

La liturgia, ancora una volta, si propone a noi come una festa e vorrebbe vederci tutti coinvolti nel manifestare contentezza, fiducia, gioia…
In realtà ci sembra che ci siano ben pochi motivi per far festa: il nostro orizzonte immediato lo vediamo oscurato dal pessimismo e dalla rassegnazione, anche se dentro al nostro cuore c’è una forte nostalgia di serenità e di speranza!
Nel Vangelo di oggi Gesù incontra un cieco costretto a mendicare: quest’uomo, di nome Bartimeo, rappresenta ognuno di noi alla ricerca di luce e di compassione.
Nel suo grido c’è forza, bisogno, dolore…
La folla lo zittisce, lui urla più forte, non si arrende, non si rassegna. Gesù si ferma e lo chiama dicendogli: Coraggio, alzati!- Rimettiti in piedi!
Abbiamo tutti bisogno di sentirci amati… abbiamo bisogno di essere chiamati… abbiamo bisogno di essere visti!
Solo allora potremo gettare via il mantello che rappresenta la nostra autosufficienza, le nostre paure, il passato…
Allora ognuno di noi può gridare: Signore, fa che io ci veda di nuovo, per camminare, per scegliere, per incontrare la tua Luce!”.
Solo allora potrò, a mia volta, ascoltare il grido di chi mi sta a fianco: coniuge, figli, amici, colleghi…
Come ogni Domenica, anche oggi Gesù “passa” accanto a noi e si propone come colui che può liberarci dalle tenebre che ci impediscono di guardare al mondo con fiducia e può ridarci uno sguardo sereno e positivo…
Non lasciamo perdere questa occasione, non lasciamo che il Signore passi invano: invochiamo il suo aiuto e apriamoci all’incontro con lui.

TUTTI I SANTI

La Solennità di Tutti i Santi ci dice che i Santi sono una “moltitudine immensa, che nessuno può contare”! Apriamo allora il nostro cuore alla speranza: la santità non è realtà di pochi eroi, ma una possibilità reale per tutti, anche perché è Dio che, per primo, mi comunica la sua vita. L’Eucaristia opera questa lenta e progressiva trasformazione di noi in persone capaci di vivere la santità di Dio.