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Siamo animati dalla fiducia o dalla paura? 19/11/2023

SIAMO ANIMATI DALLA FIDUCIA O DALLA PAURA?

19 Novembre 2023

Anche questa Domenica, Gesù, attraverso l’Evangelista Matteo ci pro-voca alla responsabilità: un tale, prima di partire per un viaggio, consegna ai suoi servi tutti i suoi beni, dimostrando di aver fiducia in loro.
Che fiducia!
Gesù, che aveva già consegnato il suo Vangelo, aveva già lavato i piedi anche a chi lo avrebbe tradito, rivolgerà il suo sguardo a Pietro che lo rinnegherà, offrirà il perdono ai suoi uccisori…
Gesù non fa preferenze: a ciascuno dona in modo diverso, in base al compito che affida.
Alcuni di noi coltivano ancora l’idea di un Dio severo e lontano dalla quotidianità… di un padrone che vuole indietro quanto ci ha donato.
Il desiderio di Dio, invece, è che ogni uomo possa vivere la vita in pienezza: egli è uno che dona tutto ciò che possiede… lo dona nelle mani di altri per possederlo gelosamente, ma affidarlo gratuitamente!
Nella vita noi possiamo vivere con la paura di sbagliare, di fare brutta figura, poiché, sotto sotto non ci fidiamo di Dio e degli altri… oppure possiamo riconoscere la fiducia che Dio ha per noi e imparare ad averla per gli altri…!
Ognuno è talento di Dio per gli altri.
Lo può dire lo sposo alla sposa, lo può dire l’amico all’amico: sei tu il mio talento ! Cos’altro possiamo donare? Un aiuto concreto a chi è nel bisogno, un sorriso a chi è triste, una parola di conforto a chi è nella prova.

Per vigilare è importante… amare! 12/11/2023

PER VIGILARE È IMPORTANTE… AMARE!

12 Novembre 2023

Per tre Domeniche saremo raggiunti da brani biblici che ci aiutano a riflettere sulle prospettive ultime della nostra vita.
Il Vangelo di questa settimana è la conosciutissima parabola delle Dieci vergini invitate ad una festa di nozze.
Cinque di loro agiscono in modo “stolto” (senza amore) e cinque in modo saggio (appassionate all’incontro). Questi atteggiamenti sono gli stessi di chi costruisce la propria casa sulla sabbia o sulla roccia.
Nell’andare incontro allo sposo le vergini stolte si accorgono di non avere olio a sufficienza. Che fare?
L’olio delle vergini sagge non può essere prestato: nessuno può amare al posto di un altro!
Come avere l’olio per tenere accesa la lampada della nostra fede per andare incontro allo sposo? Si tratta di alimentare dentro di noi l’amore per il Signore, sostenuti dalla preghiera, dai sacramenti, dalle lacrime versate, dagli abbracci degli amici, dalla fede in Colui che è Risorto.
Può capitare che la nostra fede si assopisca, che ci siano dei periodi di stanchezza e di fatica… quanto possono essere lunghe certi notti…!
Per far risplendere la Luce occorre operare il bene, amando sempre e comunque, spargendo intorno bellezza, pace, giustizia.
Signore, non sappiamo né il giorno né l’ora, ma desideriamo accoglierti con le lampade accese ed entrare con te nella sala del banchetto nuziale.

Tra il dire e il fare 05/11/2023

TRA IL DIRE E IL FARE

5 Novembre 2023

Anche questa Domenica il Signore ci raggiunge con una Parola estremamente pro-vocatoria per noi tutti, fedeli ma spesso incoerenti, tra il dire e il fare.
Le Parole di Gesù sono a volte carezze piene di compassione, altre volte sono come pugni nello stomaco: il vero discepolo è colui che le ascolta e se ne lascia interrogare, soprattutto se lo sa fare in comunità con gli altri discepoli…!
Saremo giudicati per come avremo camminato con lealtà, con l’infinita pazienza di ricominciare, con la fatica di rialzarci dopo ogni caduta, con umiltà… Siamo tutti servitori, discepoli, non maestri!…
Ciò che Gesù condanna è l’ipocrisia di chi professa una cosa e, consapevolmente, ne vive un’altra.
Camminiamo con gioia nella luce che è Cristo, voltiamo le spalle alle tenebre e comportiamoci come Figli della Luce.
Guardiamo al Signore e ai suoi santi che lo hanno seguito, cerchiamo di lasciare, a nostra volta, dietro a noi, delle orme, perché quelli che verranno dopo trovino un’indicazione per camminare verso la meta della beatitudine.
Il Vangelo ci invita a prendere in considerazione le opere, non le apparenze, le scelte, non i discorsi, i gesti, non le parole.

La comunità cristiana non ha bisogno di personalità brillanti, ma di fedeli servitori di Gesù e dei fratelli… (D. Bonhoeffer).

Amare Dio e il prossimo: tutto qui 29/10/2023

AMARE DIO E IL PROSSIMO: TUTTO QUI

29 Ottobre 2023

Per Gesù al centro di tutto vi è l’amore: le leggi, i codici, le tradizioni e le consuetudini possono favorire tale amore ma non sostituirlo! Non si può amare Dio senza voler bene all’uomo: il nostro Dio è innamorato dell’uomo… è un Dio che non chiede null’altro che di essere amato.
Ho voluto più bene a voi che a Dio, ma ho speranza che Lui non sia attento a queste sottigliezze e abbia scritto tutto al suo conto”. Così scriveva don Lorenzo Milani pensando agli atti d’amore che aveva saputo fare per l’altro, soprattutto per chi era ferito, emarginato, escluso, come i suoi giovani di Barbiana…
Amare quindi, con tutte le forze; al meglio delle proprie capacità, delle proprie possibilità, della situazione in cui si è..
Lo sanno bene quei genitori che, sfiniti dalla sofferenza e dal dolore, aspettano, sulla porta di casa, il ritorno del figlio ribelle, lontano, affamato. Come, quando arriverà questo incontro? Si può solo sperare in un abbraccio senza fine, senza parole, senza limiti…
Amiamo Dio con tutto il cuore … e avremo ancora amore per amare il marito, la moglie, il figlio, l’amico, il prossimo… perfino il nemico!
Dio non sequestra il cuore e non lo esaurisce, anzi: lo moltiplica!
Non si ama l’altro perché Dio lo comanda, ma perché ci tocca
il cuore!” (Madre Teresa di Calcutta).

1 NOVEMBRE

Quante volte ci siamo lasciati prendere dallo scoraggiamento e ci siamo domandati: “c’è ancora qualche onesto in giro?
C’è ancora qualcuno disposto a donarsi, senza chiedere nulla in cambio?”.
La Solennità di Tutti i Santi ci dice che i Santi sono una “moltitudine immensa, che nessuno può contare”! Apriamo allora il nostro cuore alla speranza: la santità non è realtà di pochi eroi, ma una possibilità reale per tutti, anche perché è Dio che, per primo, mi comunica la sua vita. L’Eucaristia opera questa lenta e progressiva trasformazione di noi in persone capaci di vivere la santità di Dio.

A chi appartengo ? 22/10/2023

A CHI APPARTENGO ?

22 Ottobre 2023

L’Evangelista Matteo riporta una serie di discussioni tra Gesù e i suoi avversari: nel brano di questa Domenica viene affrontato il pagamento del tributo a Cesare.
Rispondendo ai farisei, che lo interrogano per tendergli un tranello, Gesù pone l’attenzione sulla “immagine”. La moneta che gli presentano riporta l’immagine di Cesare, il potente di turno, il mondo con le sue pretese… Gesù ricorda, però, che nell’uomo c’è l’immagine di Dio! A Cesare non spetta il cuore, la mente, l’anima. Queste spettano a Dio solo. Noi siamo di Dio e a Lui dobbiamo dare orientare la nostra vita, restituire quello che siamo e abbiamo…!
L’uomo, creato ad immagine di Dio, è chiamato a riconoscerlo come il Signore di tutto. “Gesù ricava dalla domanda che gli viene posta dai farisei un interrogativo più radicale e vitale per ognuno di noi: io a chi appartengo?” (Papa Francesco).
A questa domanda siamo chiamati a rispondere ogni giorno, nelle attività semplici della nostra vita, cercando il bene comune, la libertà, la giustizia, la pace, lavorando per la costruzione del Regno dei cieli.
La nostra vita è sempre secondo il Vangelo? L’immagine di Dio di cui siamo portatori… la rispettiamo e valorizziamo, o rischiamo di nasconderla e ignorarla?

CUORI ARDENTI, PIEDI IN CAMMINO” – GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE
In questa penultima Domenica di ottobre veniamo richiamati ad una realtà che dovremmo tenere presente ogni volta che celebriamo l’Eucaristia, ma che troppo spesso, invece, dimentichiamo: la DIMENSIONE MISSIONARIA DEL NOSTRO ESSERE CRISTIANI.
“Missionarietà” vuol dire certamente prendersi a cuore i problemi concreti, materiali, di chi nel mondo è meno fortunato di noi ed è costretto a vivere in condizioni disumane, e possiamo fare anche la nostra offerta per questo scopo; ma “Missionarietà” significa anzitutto rendersi conto che ciascuno di noi deve essere missionario, se vuol essere veramente cristiano. Chiediamo, allora, al Signore, che ci illumini con la sua Parola e ci sostenga col suo Pane di Vita.

Il rischio che Dio sa correre? La sala Vuota! 15/10/23

IL RISCHIO CHE DIO SA CORRERE? LA SALA VUOTA!

15 Ottobre 2023

Ogni volta che ci ritroviamo per l’Eucaristia noi ci raduniamo attorno all’altare che è preparato come una tavola pronta per un banchetto, perché Dio continua ad invitarci alla sua festa: una festa di nozze, per l’incontro del suo Figlio con la nostra umanità; una festa di amicizia, nella quale il Signore conferma la sua volontà di volerci bene e di averci come suoi amici.
Non possiamo che restare stupiti di fronte a questo invito, perché sappiamo bene di non aver fatto nulla per meritarlo… anzi, molte volte anche noi abbiamo trascurato il suo invito e ci siamo tenuti alla larga dai suoi messaggeri…
Lo stupore per la bontà di Dio ci aiuta a vivere con più entusiasmo l’appuntamento eucaristico domenicale, sapendo che Egli ci chiede di tornare a casa con la voglia di dire a tutti quanto il Signore ci ama e che tutti sono invitati alla sua festa.

Il mese di ottobre è caratterizzato dalla devozione a Maria, Regina del Rosario, che ci consegna questa forma di preghiera cara al nostro popolo e preziosa scuola di contemplazione e di meditazione: sarebbe bello e importante recuperarla o come singoli, o in famiglia o tra famiglie o come gruppo di preghiera nelle nostre chiese (ricordiamo che prima delle Messe feriali, alle 18,25, si prega sempre il Rosario).
– questa scansione del nostro tempo è anche l’occasione per riflettere, pregare e impegnarsi nella dimensione missionaria del nostro essere cristiani.
CUORI ARDENTI, PIEDI IN CAMMINO” è lo slogan scelto da Papa Francesco, ispirandosi alla pagina evangelica dei Discepoli di Emmaus: con questo spirito ci prepariamo alla Giornata Missionaria Mondiale di Domenica 22 ottobre.

Torna a visitare la Tua vigna 8/10/2023

TORNA A VISITARE LA TUA VIGNA” (Sal 79)

8 Ottobre 2023

Anche questa Domenica ci ritroviamo… nella vigna…! Questa volta con una dinamica intensa e drammatica.
La vite è pianta delicata, dal frutto dolce… è stata curata, difesa…! Doveva produrre uva buona, ma vi si trova solo uva selvatica…!
E noi? Siamo sicuri di produrre il frutto che il Padre cerca?
E poi: anche a noi sono affidate delle “vigne”: la Chiesa, la nostra comunità, la nostra famiglia… Siamo aperti ai fratelli e alle sorelle che il Signore manda nelle nostre vigne per “vendemmiare buoni frutti” o produciamo “acini acerbi”?
Signore Gesù, riconosciamo che, talvolta, da soli non sappiamo produrre nulla. Aiutaci a coltivare bene le vigne che ci hai affidato perché diano il frutto migliore: grappoli deliziosi.
Domandiamoci tutti: Che cosa può raccogliere da noi il Signore? Quali sono le nostre ansie e le nostre speranze, i nostri desideri e le nostre paure?
Diamoci da fare affinché, dopo il lavoro faticoso di questa vita, possiamo godere una buona vendemmia nella gioia in Cielo.
Il mondo ci è affidato per renderlo migliore! La terra ci è concessa per farla fiorire!
La vigna è messa nelle mani di chi può far maturare grappoli succosi.
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Il mese di ottobre è caratterizzato dalla devozione a Maria, Regina del Rosario, che ci consegna questa forma di preghiera cara al nostro popolo e preziosa scuola di contemplazione e di meditazione: sarebbe bello e importante recuperarla o come singoli, o in famiglia o tra famiglie o come gruppo di preghiera nelle nostre chiese (ricordiamo che prima delle Messe feriali, alle 18,25, si prega sempre il Rosario).
– questa scansione del nostro tempo è anche l’occasione per riflettere, pregare e impegnarsi nella dimensione missionaria del nostro essere cristiani.
CUORI ARDENTI, PIEDI IN CAMMINO” è lo slogan scelto da Papa Francesco, ispirandosi alla pagina evangelica dei Discepoli di Emmaus: con questo spirito ci prepariamo alla Giornata Missionaria Mondiale di Domenica 22 ottobre.

Dio crede in noi, sempre! 1/10/2023

DIO CREDE IN NOI, SEMPRE !

1 Ottobre 2023

Ognuno di noi ha in sé un cuore diviso, certe volte dice “sì!” e in altre occasioni dice “no!”… un cuore che dice e poi si contraddice.
In realtà i due fratelli della parabola che Gesù ci propone oggi sono uguali; hanno la stessa immagine del padre. Il padre è uno che impartisce ordini, un padre- padrone cui o sottomettersi o ribellarsi.
Questa è l’immagine che allontana tra loro i due fratelli. Questo padre separa.
Dio, però, non è un dovere: è amore e libertà.
Per dovere nessuno potrà mai amare.
La storia di ognuno di noi è fatta di conversioni, di cambiamenti ma… Dio crede in noi, ci dà fiducia.
La mia, la nostra conversione, allora, è un cammino laborioso e mai concluso, un lungo cammino per diventare figlio e fratello. Tutti abbiamo bisogno di pentirci dei nostri rifiuti. Pentirsi significa “cambiare mentalità”, cambiare il modo di vedere il il padre e la vigna.
Quello che conta non sono le prime reazioni, superficiali o immediate, quanto le decisioni concrete.
Se vogliamo cambiare abbiamo bisogno continuamente di pregare e meditare la Parola di Dio.
La vigna, di cui parla il Vangelo, è anche mia, è anche nostra!

Che cosa vuole il Signore da me? 24/09/2023

CHE COSA VUOLE IL SIGNORE DA ME ?

24 Settembre 2023

Un giorno Gesù ha detto che “gli operai sono pochi”.
Per questo motivo il Signore, anche oggi, continua a uscire e chiamare, a tutte le ore, anche quando la giornata volge al termine. Dio è innamorato della sua vigna.
Suo desiderio è che tutti i figli si sentano chiamati.
Alcuni figli iniziano a lavorare già dal primo mattino, altri alla fine della giornata. Non è un caso che il padrone dia a tutti la stessa paga. Il Padre gioisce del fatto che nessuno patisca lo scarto e l’essere lasciato ai margini o indietro. Che cosa sarebbe stato degli ultimi se non fossero stati chiamati?
Non è facile accettare un Dio che anziché premiare i buoni e castigare i malvagi fa invece “sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni” (Mt 5,45). A tutti offre il suo amore.
Lavorare nella sua vigna ci rende tutti fratelli. E questo è possibile a tutte le ore. Non è mai troppo tardi per impegnarmi, per realizzarmi, per cambiare !
Egli è il padrone buono che, nel fare i suoi doni, non si lascia condizionare dalle opere compiute, ma unicamente dal suo amore. Egli va incontro anche a quelli che se ne stanno senza far niente.
È confortante ricordare che lavorare nella vigna di Dio è prima di tutto gioia e privilegio, crescita nella maturazione e nella propria ricchezza interiore: la fatica e l’impegno, per quanto pesanti, non diventano rilevanti, se alla base di tutto c’è la consapevolezza di essere stati chiamati fin dal mattino!
Chi arriva alla fede, in gioventù o in tarda età, sente il privilegio di avere incontrato Qualcuno che dà un senso nuovo alla vita.

Il perdono è un dono immenso 17/09/2023

IL PERDONO E’ UN DONO IMMENSO

17 Settembre 2023

Capita spesso nella vita di trovarci nella condizione di essere offesi, umiliati, feriti. Perché dobbiamo perdonare? Perché dobbiamo rimettere il debito? Perché cancellare l’offesa?
La risposta è molto semplice: perché così fa Dio.
Dio ci ha insegnato un “modello di compassione”, un “patire insieme”, un “modello di perdono”.
Sovente noi pensiamo: “tutti mi devono qualcosa”: mio marito, mia moglie, i miei genitori, i miei figli… mi devono dare.. La scuola, la società, il padrone, il dipendente, lo Stato … tutti mi devono dare.
E invece no ! Io sono un debitore. La famiglia, gli amici, la società mi hanno dato tanto quanto io non potrò mai restituire in tutta la vita.
Noi tutti abbiamo ricevuto amore e restituiamo amore; abbiamo ricevuto pietà e restituiamo pietà.
Perché dobbiamo perdonare? Perché così fa Dio.
Come facciamo a provare pietà per chi ci ha offeso? Perché si crea un legame doloroso che fa scaturire un desiderio di vendetta e di male. Perdonare, invece, significa lasciare andare, lasciare libero, troncare i tentacoli maligni. Occorre essere coraggiosi.
Perdonare non significa smettere di provare dolore e sofferenza.
Il perdono dato fino a settanta volte sette, una misura piena che va al di là di ogni calcolo, senza rancore, dimenticando il passato e puntando sul futuro, con la speranza nel cuore.
L’unica misura del perdono è perdonare senza misura.
Il perdono di Dio è gratuito, non si merita e non si conquista.
È un Dono. Chi ha ricevuto perdono, perdona.