SOLO L’AMORE PER IL NEMICO PUO’ VINCERE L’AMORE PER LA GUERRA!
Ogni volta che ci ritroviamo insieme per celebrare la divina liturgia, noi facciamo esperienza dell’amore misericordioso di Dio, che continuamente vuole riconciliare a sè il mondo per mezzo di Gesù Cristo, suo Figlio.
Dio ama! È questa l’esperienza che possiamo fare: Dio ama il suo popolo, ama ogni singola persona, ama soprattutto i più svantaggiati e poveri! Infatti Dio non ci ama per i nostri meriti, ma per sua gratuita bontà.
Per amore Dio ci ha creati… e per un amore sorprendente e “testardo” continua a volerci bene anche se noi ci allontaniamo da lui: per questo il Figlio di Dio si è incarnato, è morto ed è risorto per noi… Gesù narra un Dio che unilateralmente mantiene la relazione di amore con chi lo rigetta e lo rifiuta.
L’amore del nemico è esercizio di libertà: libertà dalla violenza dell’altro che non ha il potere di vincerci e portarci a ripeterla; libertà da noi stessi, che non ci sentiamo derubati della nostra umanità da gesti anche violenti o umilianti che subiamo sicché abbiamo la lucidità di trasformare gesti in cui patiamo una spogliazione in atti di donazione (“a chi ti strappa il mantello non rifiutare neanche la tunica … da’ a chiunque ti chiede”); libertà nei confronti delle cose e dei beni (“a chi prende le tue cose, non chiederle indietro … prestate senza sperarne nulla”). Questa prassi si radica nell’interiorità e necessita, aggiunge Gesù, della preghiera: pregare significa innestare per fede il proprio cuore, la propria mente e il proprio corpo nell’agire che fu di Cristo Gesù, il quale sulla croce pregava per i suoi aguzzini (cf. Lc 23,34). In ogni celebrazione noi ci incontriamo ancora una volta con questo amore misericordioso e fedele, che non si stanca di rivolgerci la sua Parola e di invitarci alla sua tavola: se ci lasceremo coinvolgere, diventeremo anche noi capaci di amare come lui…