L’INCONTRO DI DUE DEBOLEZZE
Poiché quest’anno il giorno 2 febbraio, celebrazione della Presentazione di Gesù al Tempio quaranta giorni dopo Natale, cade di Domenica, è questa festa – che in origine (e ancor oggi nelle Chiese orientali) si chiamava Hypapante (“l’incontro”) – che viene ricordata dalle letture bibliche della liturgia eucaristica e, in particolare, dal brano evangelico di Luca 2,22-40.
Dopo le Domeniche in cui la liturgia ci ha condotto a contemplare il Gesù che fu battezzato da Giovanni e che, “circa trentenne” (Lc 3,23), iniziò il suo ministero e insegnava con autorevolezza nella sinagoga di Nazaret (Lc 4,16-21), ora siamo ricondotti al Gesù che, ad appena quaranta giorni dalla nascita, viene portato al tempio dai genitori per essere presentato al Signore (cf. Lc 2,22).
Anche Giuseppe e Maria preparano la via del Signore: con la loro fede, con il loro amore, con la loro giustizia, con la loro obbedienza.
Il cuore dell’episodio evangelico, poi, è costituito dall’incontro tra il neonato e due persone anziane, Simeone, ormai prossimo alla morte, e Anna, di ottantaquattro anni. Come i genitori di Gesù, anche Simeone e Anna sono persone semplici, pure, umili, animate da una fede limpida.
Davanti a Dio, forse, abbiamo l’impressione di essere, pure noi, a mani vuote… In realtà Dio non chiede altro che un cuore umile e povero! Gesù è venuto a purificare i nostri cuori per offrirli insieme al suo sacrificio eterno.
La festa della Presentazione di Gesù al tempio collega il Natale con la Pasqua: ci invita a dare un altro sguardo al mistero di Gesù che si è fatto uno di noi: debole come ogni figlio d’uomo, povero tra i poveri, si lascia portare al tempio dai genitori e con questo gesto “religioso” fa il primo passo del suo sacrificio! Un sacrificio che lo porterà fino alla croce, dalla quale, risorto e vittorioso egli continua a ripeterci: “Io sono la vita!“.
È proprio con questi sentimenti che la liturgia ci aiuta a vivere anche la GIORNATA PER LA VITA e la GIORNATA DELLA VITA CONSACRATA: accorgendoci che in Gesù brilla quella luce che illumina ogni uomo e che rivela ogni persona come “tempio vivo” in cui Dio abita.