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Liberi di scegliere 08/09/2019

LIBERI DI SCEGLIERE

8 Settembre 2019

Il Vangelo è un cammino di libertà che Gesù è venuto ad aprire per rendere più bella la nostra vita. La vita è bella se scegli con decisione ciò che può renderla bella. Ogni scelta comporta la rinuncia a qualcos’altro.
Ci sono rinunce che fanno star male e rinunce che, pur costando, fanno stare bene. Ogni cosa bella, infatti, costa.
Gesù a tutti dice: “Se vuoi venire dietro a me, scegli con libertà e pensa bene a cosa sei disposto a perdere. Se nella tua libertà hai scelto di seguirmi, se hai capito che Io sono la vita… allora non anteporre altro all’amore per me. Non fare di qualcuno, di qualcosa, il tuo dio”.
Solo Gesù può chiedere la rinuncia a tutto, perché solo Lui può darci tutto.
Si è cristiani per scelta. Si è discepoli di Gesù per libera decisione. Sei convinto di seguire Gesù? Allora và diritto fino in fondo alla tua impresa.
Ci sono molte persone specialiste delle “cose a metà”. Quelle che abbandonano le amicizie, gli impegni, quelle che lasciano un progetto, un legame d’affetto o una responsabilità assunta.
Quando non scegliamo cadiamo spesso nell’illusione che ci sia un’altra possibilità, una porta secondaria, una via d’uscita alternativa…
A che serve la libertà se poi non scegliamo?
Il Vangelo è per tutti quelli che scelgono di amare.
Dolore, gratitudine, coraggio, lode: sono le quattro parole chiave della lettera che Papa Francesco ha scritto, nei giorni caldi di agosto, ai sacerdoti in occasione del 160° anniversario della morte del Santo Curato d’Ars
(4 agosto 1859), patrono di tutti i parroci del mondo.
Il Pontefice si rivolge a ciascun sacerdote che in tante occasioni, “in maniera inosservata e sacrificata, nella stanchezza o nella fatica, nella malattia o nella desolazione” assume “la missione come un servizio a Dio col suo popolo”.
La prima parola Dolore è legata allo scandalo degli abusi. Di fronte al danno causato da qualche sacerdote sarebbe ingiusto non riconoscere tanti sacerdoti che, in maniera costante e integra, offrono tutto ciò che sono e hanno per il bene degli altri. Sanno piangere con coloro che piangono.
La seconda parola è Gratitudine. “Nei momenti di difficoltà, di fragilità, così come in quelli di debolezza e in cui emergono i limiti è importante non perdere la memoria piena di gratitudine per lo sguardo misericordioso del Signore per tutti i gesti di amore, generosità, solidarietà e fiducia, così come di perdono, pazienza, sopportazione e compassione quotidianamente dimostrati.
C’è poi il Coraggio. La missione del sacerdote non è immune dalla sofferenza, dal dolore e persino dall’incomprensione.
Lode è infine l’ultima parola che ci richiama Maria, donna dal cuore trafitto, capace di aprire lo sguardo al futuro e restituire speranza al presente.
Preghiamo per noi tutti, per i nostri cari, per gli ammalati ma … non dimentichiamo mai di pregare anche per i nostri sacerdoti.

L’umiltà 01/09/2019

L’UMILTA’

1 Settembre 2019

Oggi Gesù, grande maestro di spirito, osserva l’accalcarsi ambizioso dei farisei nello scegliere i primi posti al banchetto.
Gesù accetta spesso inviti a pranzo. E’ uno dei segni dell’essersi fatto uomo tra gli uomini. Questa volta è invitato da uno dei capi dei farisei e racconta una parabola sulle conseguenze dell’arrivismo e dell’ambizione.
Gesù dà un insegnamento:”Se ti metti al primo posto rischi di sentirti invitare a cederlo a un altro invitato di riguardo. Mettiti invece all’ultimo posto e lo sposo potrebbe invitarti a prendere un posto migliore!
Gesù prosegue il suo insegnamento consigliando al padrone di casa, che ha invitato a pranzo solo persone ragguardevoli, di invitare quelle persone scartate dalla società che nessuno invita.
L’umiltà e la mancanza di ambizione sono qualità rare nella nostra società. Sin da quando si è bambini la parola d’ordine è apparire, contare, vestirsi per farsi notare, vivere al di sopra degli altri, essere i primi in classe e nel campo di lavoro.
Oggi come si fa a chiedere a famiglie normali di invitare a pranzo e a cena poveri, storpi, zoppi e ciechi? E’ una cosa sicuramente difficile da fare.
L’esempio di Gesù ci insegni a vedere con occhi caritatevoli gli ultimi, i bisognosi, i vicini di casa, le persone sole, chi è nel dolore…..
Gesù ci dice che, così facendo, avremo “la ricompensa dei giusti nel giorno della risurrezione”.

La porta stretta 25/08/2019

LA PORTA STRETTA 

25 Agosto 2019

Qualcuno pone a Gesù la domanda: Sono pochi quelli che si salvano?”.
Gesù non risponde direttamente a questa questione, coinvolgente e curiosa, ma invita tutti a mettersi al sicuro scegliendo la strada della conversione.
La salvezza è offerta a tutti i popoli ma non è scontata. Dobbiamo sforzarci, tutti, di entrare per la porta stretta. Nessuno può presumere di salvarsi e ci si deve guardare dallo sbandierare le proprie opere, dal vantare diritti.
E’ d’obbligo allora togliersi la falsa sicurezza di poter entrare nella salvezza in modo automatico per appartenenza o in forza del proprio darsi da fare.
Entrare per la porta stretta vuol dire giocare la propria vita mettendosi nelle mani di Dio. Non basta essere stati battezzati o frequentare la messa, essere amici del parroco o della suora.
Il criterio di salvezza, che è l’amore vissuto, la disponibilità al bene, vale anche per chi non è cristiano.
Senza dubbio il cristiano è nella posizione più felice perché ha potuto conoscere, ascoltare, imparare, vivere a fianco di tanti fratelli nella fede.
Gesù dice: “Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio…
E’ d’obbligo e di conforto pensare alle nuove comunità cristiane che nascono in contesti difficili, in Africa, Asia, India, Cina e dimostrano una fede fresca e coraggiosa.

Fragilità 18/08/2019

FRAGILITA’ 

18 Agosto 2019

Capita a tante persone, per lavoro o per scelta o condizione di vita, di trovarsi a stare vicino a persone che sono fragili, malate, sofferenti e che hanno bisogno di assistenza anche nelle più normali attività quotidiane. Questo servizio, come ci ricorda Papa Francesco, quando si prolunga nel tempo, può diventare faticoso e pesante. E’ relativamente facile servire l’altro per qualche giorno, ma è difficile accudire una persona per mesi o addirittura per anni, anche quando essa non è più in grado di ringraziare.
Ci sono tante fragilità e spesso, di fronte alle fragilità altrui, ci troviamo impreparati, immobili.
Ci vuole coraggio! Non esistono “ricette che vanno bene per tutti” ma possiamo individuare tre passaggi per sollevarci dalla sofferenza:Sognare, Ripartire, Rischiare.
Sognare – Ognuno di noi nasconde una speranza per la propria vita, un sogno da realizzare.
Ripartire – Quando si sbaglia strada (e si sbaglia strada fortunatamente tante volte) si può ripartire da dove si è caduti e prendere la caduta come una sosta di riflessione e un punto di ristoro per darsi forza nel riprendere il cammino. Così gli errori possono essere visti non più come zavorre ma come aiuto per osservare meglio la direzione da prendere e individuare la rotta.
Rischiare – Per accogliere la chiamata di Dio – insegna papa Francesco – occorre mettersi in gioco con tutto se stessi e correre il rischio di affrontare una sfida inedita, nuova. C’è una grande saggezza, propria del rischio, che lo trasforma in un motore straordinario per andare alla scoperta della propria strada nella vita. Con questo spirito potremo essere di aiuto agli altri.
In questo cammino ci sono di aiuto le parole di S. Paolo: Quando sono debole è allora che sono forte” (2 Cor 12,10).

Bisogna tenersi pronti 11/08/2019

BISOGNA TENERSI PRONTI 

11 Agosto 2019

Stiamo tutti vivendo un tempo di vacanza, lontani dal lavoro, dagli impegni parrocchiali e non. Gesù, oggi, ci invita ad essere vigilanti, saggi e svegli, anche nel mese di agosto.
I cristiani di duemila anni fa vivevano nell’attesa del ritorno glorioso di Gesù e gli apostoli erano costretti a precisare che questo ritorno non sarebbe stato immediato. L’Evangelista Luca mette in evidenza che qualche cristiano, sorpreso o deluso perché il Signore tardava a venire, si è trovato nella tentazione di ritornare alla vita di prima, alle vecchie occupazioni.
Luca precisa: “Il Signore verrà certamente; quando non lo sappiamo. Verrà però senza preavviso. Bisogna quindi tenersi pronti”.
Gesù, attraverso una parabola, propone come modello un amministratore fedele e saggio che si comporta non come fosse padrone assoluto di ciò che gli è stato affidato ma come un esecutore scrupoloso.
Gesù parla anche di quell’amministratore che ha la tentazione di approfittare dell’assenza del padrone per godersela e spadroneggiare sui servi.
Gesù assicura che il padrone verrà inaspettato e che quel servo incosciente dovrà passare un brutto quarto d’ora: verrà privato del suo incarico.
Non si può negare che la vita, di chi attende nella vigilanza, sia anche snervante, dura, difficile, tanto più se il padrone pare non dare segni di vita.
Gesù dice: “Bisogna tenersi pronti con la cintura ai fianchi e la lampada accesa” (Lc 12,35).

Accumulare ricchezze 04/08/2019

ACCUMULARE RICCHEZZE

4 Agosto 2019

Quante liti, quante discussioni per problemi di eredità! Qualcuno chiede a Gesù di intervenire per risolvere un problema di questo tipo. Ma Gesù si rifiuta e invita tutti a guardarsi dall’avidità e a non accumulare tesori per sé in modo egoistico.
A ognuno di noi Gesù dice: “Hai un bell’accumulare ricchezza su ricchezza: nel momento in cui penserai di essere sazio, di poterti riposare e di darti alla gioia, ti sarà richiesta la vita”.
Quanti rancori nascono, talvolta, più per un principio che per la consistenza dei beni da ereditare. Gesù invita tutti a non riporre il proprio cuore nelle ricchezze, a non attaccarsi ai propri beni in modo eccessivo. Gesù ci mette in guardia da una vita vissuta nell’affanno o nella competizione lavorando, lavorando sempre, senza pensare a realtà più importanti: la famiglia, il nostro rapporto con Dio e i fratelli…
Nella nostra vita siamo invitati a riconoscere la moneta vera dalla falsa imparando a darci da fare per le cose che meritano e che durano nel tempo e per l’eternità.
Dove sono le tue ricchezze, là c’è anche il tuo cuore” (Lc 12,34).
Gesù sventola, sotto il naso a tutti, l’amara verità. Tante fatiche per nulla costruendo, allargando magazzini e granai, per poi capire che di là non si porta nulla.

Insegnaci a pregare 28/07/2019

INSEGNACI A PREGARE 

28 Luglio 2019

Ai discepoli che gli dicono: “Insegnaci a pregare” Gesù insegna il Padre Nostro, la preghiera che ci è più familiare. Li invita, poi, a darsi alla preghiera con assoluta fiducia, sapendo che Dio ci ama, ci ascolta e dona lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono.
Nella prima lettura odierna troviamo il dialogo tra Dio e Abramo circa la sorte delle città di Sodoma e Gomorra, colpevoli di gravi peccati. La preghiera di Abramo è audace perché osa, pur di essere ascoltato; è umile perché dice ciò che pensa senza pretendere delle soluzioni, ma pone delle domande:
Davvero sterminerai il giusto con l’empio?”. La preghiera di Abramo è coraggiosa perché è di intercessione per i propri fratelli.
Spesso noi tutti ci abbandoniamo alla tentazione di vedere Dio solo come un “Giudice”. Ma è proprio a quel Dio, con un cuore di Padre, che Gesù c’invita a bussare senza ritegno e a chiedere.
Con la parabola dell’amico molesto in grado di disturbare il nostro sonno, Gesù ci ripete: “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e a chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto”.
Non chiedere, non sperare più nel Padre, non attendersi più nulla da Lui è un segno pericoloso per i cristiani del nostro tempo.
Perché se diventiamo cristiani, orfani di Dio, c’è da chiedersi: In cosa crediamo?
Dietrich Bonhoeffer scriveva: “Dio non sempre esaudisce le nostre preghiere, ma è sempre fedele alle sue promesse”.
Ma noi sapremo esserGli fedeli, continuando incessantemente a bussarGli alla porta nel cuore della notte?.
La preghiera è la chiave del mattino e il chiavistello della sera”. (Gandhi).

Inno alla gioia e all’amicizia 21/07/2019

INNO ALLA GIOIA E ALL’AMICIZIA 

21 Luglio 2019

Gesù è in viaggio e si concede un momento di pausa nella casa degli amici Marta, Maria e Lazzaro. Gesù prova la gioia di avere una casa ospitale, certo di trovarsi tra amici.
Marta e Maria lo accolgono in modo diverso, ma Gesù afferma che è Maria ad aver “Scelto la parte migliore”. Marta e Maria sono due sorelle e si comportano la prima preparando il pranzo la seconda mettendosi in ascolto delle parole di Gesù. All’epoca dei fatti, solo gli uomini potevano darsi all’ascolto della parola di Dio. Gesù, invece, accoglie le donne e le inserisce nel gruppo dei suoi discepoli.
Agli occhi di Marta, Gesù diventa un ospite da servire. Maria, una donna che esce dal suo ruolo, finirà sicuramente per aiutare la sorella, ma ha capito, meglio e prima di Marta ciò che è importante quando ci si incontra con Gesù.
Qualcuno doveva pure pensare al pranzo e Gesù ricorda a Marta che ci sono delle cose anche più importanti.
L’episodio è un grande richiamo alla contemplazione!
Dobbiamo ammettere che il nostro agitarci quotidiano non ci lascia spesso tempo, testa e cuore per le cose più importanti: un momento di riflessione, di ritiro, di preghiera, di incontro con Dio e con noi stessi.

Chi è il mio prossimo 14/07/2019

CHI E’ IL MIO PROSSIMO ?

14 Luglio  2019

Il Vangelo odierno ci presenta un “maestro della legge” che, nel tentativo di tendere un tranello a Gesù, chiede: “Chi è il mio prossimo?”
Gesù risponde con un’altra domanda: “Noi per chi siamo prossimo?”
Gesù racconta di un tale che, in un luogo isolato, tra Gerusalemme e Gerico, subisce un agguato per mano di un malvivente.
Chi si ferma per dare soccorso? Il sacerdote e il levita (assiduo frequentatore del tempio) non lo sono stati; hanno fatto finta di non vedere, forse disgustati dal sangue, dal rischio di infezioni, da….
Il Samaritano, invece, un uomo che viene da un popolo non amato, si prende cura dello sfortunato, medica e fascia le ferite, ne ha compassione, se lo carica sulle spalle, paga l’oste che lo ospita e promette, al suo ritorno, di tirar fuori altri soldi… La carità del Samaritano è concreta, disinteressata, è per l’uomo, per ogni uomo, anche non credente, non solo per i parenti, gli amici o i vicini.
Ebbene, guardandoci con sincerità: chi nega di vedere la sofferenza degli uomini, delle donne e dei bambini, lasciati mezzi morti dai briganti trasportatori di esseri umani sui barconi nelle coste e nei porti del nostro paese, può definirsi cristiano?
E’ un’illusione pensare di avere la coscienza a posto perché preghiamo Dio senza prenderci cura degli uomini, nostri fratelli.
Che ne sarà degli uomini, della pace, del mondo, se io non mi impegno?
(Martin Luter King).

Consigli per il viaggio 07/07/2019

CONSIGLI PER IL VIAGGIO 

7 Luglio 2019

L’Evangelista Luca ci racconta di Gesù che invia in missione 72 discepoli e detta loro le norme di comportamento. Sono regole semplici, concrete per chi vuole intraprendere l’impegnativa strada dell’annuncio del Vangelo.
Ci vuole il distacco dalle cose e il portarsi dietro solo lo stretto indispensabile. Ma non basta. Quello che conta è non perdere di vista lo scopo per cui si è intrapresa la missione e non lasciarsi distrarre da altro.
Gesù li manda a due a due, per sostenersi reciprocamente, per rendere più convincente la loro testimonianza.
Gesù chiede ai suoi una povertà visibile; li invita a presentarsi alla gente da poveri in modo che si veda chiaramente che non hanno da offrire vantaggi materiali.
Gesù dice loro di mettere in conto anche l’eventualità dell’insuccesso.
Non spaventatevi, dice Gesù, perché non rifiutano voi, ma il messaggio che voi portate. Peggio per loro. Voi andate altrove a portare la bella notizia del Vangelo – il tesoro nascosto nel campo -, ad altri che lo stanno aspettando.
Gli uomini e le donne contemporanei hanno bisogno soprattutto della testimonianza della luminosità di una vita, della gioia di un volto, del palpito di un cuore, dell’offerta gratuita di un’esistenza” (Maurice Zundel).