DOMENICA DELLA GIOIA

13 Dicembre 2020

La liturgia odierna, quasi a dare maggior voce alla parola di Dio, ci presenta, di nuovo, la figura di Giovanni il Battista, che Gesù definirà: “ Il più grande tra i nati da donna”.
La folla che seguiva Giovanni nel deserto era attratta da un desiderio sincero di conversione; per questo, in tanti, accorrevano per farsi battezzare. Da alcuni decenni era forte l’attesa del Messia, magari nelle vesti di un condottiero, di un sommo sacerdote o un grande profeta.
Tra coloro che si facevano battezzare nel Giordano vi erano anche dei farisei, non ostili, ma piuttosto in guardia per indagare, capire.
Giovanni, interrogato dalle autorità religiose circa la propria identità, mette subito in chiaro di non essere lui il Cristo. Lui è solo “VOCE” nel deserto, strumento nelle mani di Dio per annunciare il desiderio stesso di Dio: VENIRCI INCONTRO.
Abbiamo, noi, incontrato persone, come Giovanni il Battista, che ci hanno invitato a cambiare, a crescere spiritualmente e umanamente? Come possiamo riconoscerle?
Come il Battista anche noi siamo invitati a dire alle donne e agli uomini del nostro tempo che sebbene non lo conoscano “Gesù è in mezzo a loro”.
A Giovanni bastava essere VOCE di un Altro.
Molte volte certe parole “restano” solo grazie alla voce, al TONO di voce di chi le ha pronunciate.
Crederemmo alla parola d’amore detta da una voce che incute timore o che tradisce rancore? C’è voce e voce! La voce fa la differenza: molto spesso, infatti, lascia intendere più di quello che la parola indica. Un bravo genitore sa infatti usare il giusto tono di voce per chiamare, richiamare, sgridare, spronare i propri figli.
A noi credenti è affidata la missione di essere testimoni di speranza e di futuro, testimoni di un Dio innamorato e presente in mezzo a noi.