Tutti gli articoli di Flavio Dal Lago

Signore, noi sappiamo che sei al nostro fianco! 22/09/2024

SIGNORE, NOI SAPPIAMO CHE SEI AL NOSTRO FIANCO!

Dopo che Gesù ci ha parlato chiaramente – come a suoi discepoli – della croce, la liturgia torna a provocarci con la proposta della semplicità e del servizio.
Gesù parla di dare la vita, annuncia la sua resurrezione e i suoi discepoli che fanno? Si preoccupano di chi sia il più grande fra loro. Gesù, ascolta, pazienta, li chiama vicini, si siede e spiega loro il suo progetto: “Se uno vuol essere primo sia il servitore di tutti”.
Il verbo servire contiene l’idea di non sentirsi mai arrivati, di darsi da fare per imparare, per ascoltare, apprendere e crescere.
La nostra inclinazione è comandare, accumulare, possedere, non certo essere servi, senza condizioni, senza limiti di famiglia, di gruppo, di chi lo meriti o non lo meriti.
Gesù va oltre, prende un bambino, lo mette in mezzo a loro e svela il segreto della felicità: diventare come bambini che vivono solo perché sono amati.
Nella scala sociale del tempo di Gesù i bambini erano gli ultimi, i senza diritti civili e religiosi. Nella logica del Vangelo il più grande è chi sa accogliere gli ultimi.
Chi accoglie uno solo di questi bambini accoglie me; chi accoglie me non accoglie me ma Colui che mi ha mandato!”. Gesù sembra dire ai suoi: al centro mettete sempre l’amore, sapendo convertire la propria vita dalla logica del successo, della potenza e della ricchezza, alla “sapienza” del dono gratuito e disinteressato.
Signore Gesù… i nostri cuori sono vuoti; riempili con la tua presenza divina e saranno tuoi per sempre”. (Sant’Agostino)

L’umiltà di “Andare dietro” per trovare veramente la vita 16/09/2024

L’UMILTA’ DI “ANDARE DIETRO” PER TROVARE VERAMENTE LA VITA

Eccoci a celebrare il Signore risorto in un’altra Domenica del nostro tempo, così incerto e così denso di problemi, prospettive, ansie, dolori, speranze e gioie…
Anche la nostra fede è inquieta e sorprendente: a volte limpida ed entusiasmante, serena e rassicurante, altre volte incerta, debole e piena di domande e di paure…
È in questo tempo e con questa fede che noi ci incontriamo col Signore Gesù e sentiamo ancora una volta le sue parole, schiette e inequivocabili: Chi vuol venire dietro a me, smetta di pensare a sé stesso, prenda la sua croce e mi segua!
Purtroppo però la nostra tentazione, come quella di Pietro, è a trattenere piuttosto che a lasciare; a tenere per sé, credendo di trovare lì la felicità. Ci si condanna così a un’esistenza che ha solo parvenza di libertà, triste e senza vita, in cui ci s’incupisce sempre di più, fino a togliersi la vita da se stessi. La vera vita, invece, nasce dalla libertà di farne dono: questo è il messaggio della croce!
Mentre invochiamo il perdono del Padre, ascoltiamo la Parola del suo Figlio e ci nutriamo del Pane di vita, facciamo risuonare dentro di noi la domanda a cui non possiamo sottrarci: CHI È GESÙ CRISTO PER ME?

O Padre, conforto dei poveri e dei sofferenti,
non abbandonarci nella nostra miseria:
il tuo Spirito Santo ci aiuti a credere con il cuore,
e a confessare con le opere
che Gesù è il Cristo,
per vivere secondo la sua parola e il suo esempio,
certi di salvare la nostra vita
solo quando avremo il coraggio di perderla. 

Madonna di Monte Berico 8/9/2024

Natività di Maria
di Nazareth
Patrona della Città
e della Diocesi
sotto il titolo di
Madonna di Monte Berico”

I fedeli vicentini fin dall’antichità hanno venerato e venerano con culto molto sentito e ininterrotto la Santa Madre di Dio; in particolare, dopo il XV secolo, nel santuario di Monte Berico.

Nel 1917 la Città di Vicenza ed il suo territorio si affidarono con voto pubblico alla protezione della Vergine di fronte ai pericoli della guerra, promettendo che avrebbero onorato in modo speciale il giorno 8 settembre, festa della Natività della Vergine.

Nel 1978 il Vescovo mons. Arnoldo Onisto, accogliendo i comuni voti, approvò l’elezione della Beata Vergine Maria, “Madonna di Monte Berico” a patrona principale presso Dio della Città e della Diocesi di Vicenza.

Celebrare la nascita di Maria significa riconoscere in lei l’Aurora che precede il Sole di Giustizia, Cristo Signore: ella infatti nasce e cresce per essere la Madre del Figlio di Dio.

L’Antica Alleanza lascia il posto alla nuova e definitiva amicizia che Dio vuole vivere con gli uomini, e la Vergine di Nazareth ci mostra come deve essere l’uomo amico di Dio: in ascolto della sua Parola e generosamente disponibile alla sua volontà.

Donaci, Signore, i tesori della tua misericordia
e poiché la maternità della Vergine
ha segnato l’inizio della nostra salvezza,
la festa della sua Natività
ci faccia crescere nell’unità e nella pace!

Testimoni Di Amore 25/08/2024

TESTIMONI DI AMORE

Domenica 18 agosto nella Diocesi di Uvira in Congo sono stati beatificati i Missionari Saveriani uccisi nel 1964 per odio verso la fede: fratel Vittorio Faccin di Villaverla, padre Giovanni Didonè di Cusinati di Rosà, padre Luigi Carrara di Bergamo e l’abbè Albert Joubert, prete diocesano congolese.
col loro sangue hanno testimoniato una volta di più quanto l’amore superiore alla comprensione umana sia possibile già quaggiù: un amore assoluto e divino, capace di generare tanta vita come poche altre cose al mondo!

PREGHINO PER NOI E PER LE NOSTRE FAMIGLIE!

La pienezza di vita in un pane donato

LA PIENEZZA DI VITA IN UN PANE DONATO

11 – 18 Agosto 2024

Nonostante la calura estiva e il clima vacanziero, ci ritroviamo anche questa Domenica per celebrare il Signore risorto, sentendoci sua comunità, famiglia radunata nel suo nome.
Dopo essersi presentato a noi come l’unico vero cibo che può saziare la nostra fame più profonda, Gesù si propone come “Pane del cammino”: nutrimento che assicura la forza necessaria per affrontare gli impegni della vita e giungere alla meta ultima della nostra esistenza: la comunione piena e perfetta con Dio e con i fratelli.
Nutrendoci del pane eucaristico noi riconosciamo la nostra condizione di esseri affamati e assetati: siamo uomini e donne che hanno fame di vita!
L’Eucaristia è un pane spezzato e condiviso che ci libera dalla nostra avidità, dall’egoismo, dalla brama di possesso, dall’amore di noi stessi. L’Eucaristia è pane di libertà che accresce la nostra fame di vita.
C’è da sperare che anche noi, trovandoci in situazioni difficili, possiamo trovare chi ci porge l’aiuto necessario, per trovare ancora la forza di camminare, di lottare, di faticare.
In certi momenti sentiamo che abbiamo bisogno di un “pane” che non è solo appagamento della fame o sosta che rinfranca: sentiamo la mancanza del senso della vita e questo lo possiamo trovare solo nella Parola di Gesù.
Raccolti attorno alla stessa mensa, illuminati dalla stessa Parola e nutriti dallo stesso Pane, rinnoviamo il nostro impegno a seguire Gesù, anzi: a vivere di lui, per vivere in eterno: è questa la nostra fede e la nostra speranza!

Una compassione che si fa pane 28/07/2024

UNA COMPASSIONE CHE SI FA PANE CONDIVISO PER LA FAME DELL’ALTRO

28 Luglio – 4 Agosto

In queste Domeniche la Liturgia ci ha presentato Gesù che si commuove per la folla, le rivolge la propria Parola, vede la fame di chi gli sta davanti…
La “compassione” di Gesù per la gente diventa così appassionata da moltiplicare il pane per chi ha fame.
Gesù conosce la fame e per questo riconosce la fame dell’altro. È perché è stato affamato che può sfamare. Il Signore non resta impassibile di fronte ai bisogni umani, elementari, materiali, reali e urgenti.
La fame dei poveri tu l’ascolti Signore!” (Sal 10,17). Possiamo allora domandarci se pure noi siamo affamati e da quale fame siamo presi… ma anche se siamo disposti a prenderci a cuore la situazione della gente e a condividere il nostro pane…
Gesù chiede ai discepoli un coinvolgimento diretto: donare a partire dai mezzi, anche modesti, di cui si dispone.
Gesù prende con le sue mani “i cinque pani d’orzo e due pesci”, portati da un ragazzo, li benedice e li dà condividendoli perché tutti ne ricevano. L’abbondanza di pane indica l’amore traboccante di Dio verso l’uomo, amore che non ha limiti.
«La fame del mondo non dipende dal fatto che manca il pane, ma dal fatto che non è condiviso!». (Paolo Ricca).
Anche oggi ovunque c’è qualcuno che crede nel Signore e nell’amore, nasce la solidarietà, che è capace di smuovere il mondo e di cambiare il corso della storia.

L’audacia he ci viene dalla fiducia che Dio ha pe noi 14/07/2024

L’AUDACIA CHE CI VIENE
DALLA FIDUCIA CHE DIO HA PER NOI

14 Luglio 2024

Gesù ci vuole evangelizzatori: capaci di far percepire la bella/buona notizia del suo amore per l’umanità…! È bello scoprire che Dio si fida di me, di noi. Dobbiamo solo essere testimoni della presenza e dell’azione di Dio nella nostra vita.
Dio Padre ci fa sentire figli! Non siamo soli!
Abbiamo tanti fratelli e siamo invitati a camminare, ad andare, a due a due, per le strade della vita.
Gesù ci ordina di non prendere nulla per il viaggio: “né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; e, calzati solo i sandali, non indossare due tuniche. Solo un bastone a sorreggere il cammino e un amico a sorreggere il cuore”.
È un invito all’essenzialità. Non c’è bisogno di tante cose per trasmettere una buona notizia.
Non spaventiamoci se, lungo la strada, troveremo difficoltà  o non saremo ascoltati. Lo stile di Gesù, raccontato dall’Evangelista Marco, sottolinea due passi dell’evangelizzazione:
camminare insieme (lungo la strada) e rimanere (nella casa dove siamo ospiti).
La strada è l’amore che si fa tempo. La casa, invece, è l’amore che si fa spazio.
Chi lavora tutto il giorno può portare, nel suo ambiente di lavoro, lo stile di Gesù.
Chi è giovane o ragazzo senta che Gesù parla anche a lui e ha grande fiducia nelle sue possibilità, come col ragazzo che permette la moltiplicazione dei suoi cinque pani e due pesci, avendo più coraggio e generosità dei tanti adulti presenti…
Chi è anziano e non può più uscire di casa può dedicare il suo tempo alla preghiera.
Chi fa già del bene è invitato a continuare a farlo con lo stile del Vangelo.
… perché la nostra capacità non dipende dalle nostre forze, ma dalla sua chiamata e dall’amore con cui Lui ci accompagna!

Il nostro è il Dio amante delle vita 01/07/2024

IL NOSTRO E’ IL DIO AMANTE DELLA VITA!

30 Giugno  7 Luglio 2024

Noi facciamo continuamente esperienza da una parte della precarietà e della fragilità di un’esistenza che sperimenta il limite… dall’altra della forza e delle capacità di una “interiorità” che osa l’impensabile…
Di fronte a questo dato molti provano smarrimento e angoscia.
Dove trovare il coraggio di vivere? Chi ci aiuta a vivere? La fede cristiana giudica ogni realtà, dunque anche il percorso di vita, alla luce di una promessa che noi sentiamo annunciata nella risurrezione di Gesù: Dio non ha creato la morte, poiché egli amala sua creazione.
Che cosa significa, dunque, avere fede? Che cosa significa avere fede in Gesù?
È aver fede nella vita, nonostante il male e il peccato che ci circondano.
Nella guarigione della donna che da dodici anni soffriva perdite di sangue e che tocca la tunica di Gesù, Egli afferma: ”Figlia, la tua fede ti ha salvata, và in pace!”.
Con questa guarigione Gesù annuncia un Dio che non emargina nessuno, anzi è vicino ai poveri e agli esclusi: addirittura un Dio che si lascia toccare da chi, secondo le regole del tempo, è considerato impuro.
Nella guarigione – o meglio “risurrezione” – della figlia di Giairo, Gesù invita il padre e la madre a darle da mangiare… richiamo all’Eucaristia, pegno e promessa di vita eterna, vita senza fine nella gioia di Dio!
A questo padre, distrutto dal dolore, Gesù dirà: “Non temere, soltanto abbi fede!”
Toccare e credere: ecco l’audacia della fede, che sa superare le regole, le condanne, le paure.
Il Signore è sempre una mano tesa. Una mano forte che ci afferra e che ci dice: Alzati! Sorgi! Rivivi! Risplendi! Abbraccia! Nutriti!
E noi, allora, osiamo dire: “Signore Gesù, accresci la nostra fede!”

Il seme che cresce 16/06/2024

IL SEME CHE CRESCE…

16 Giugno 2024

Il Regno di Dio, afferma Gesù nel racconto di Marco, è come il seminatore che getta il seme nel terreno ma poi che “dorma o vegli, di notte e di giorno, germoglia e cresce, come egli stesso non sa”.
… deve attendere, pieno di fiducia, che il terreno produca spontaneamente il suo frutto per sperimentare, poi, la gioia della mietitura.
Per Gesù, soprattutto, nel Regno è difficile entrare! … addirittura impossibile per chi è ricco, cioè pensa solo a sé, accumulando ricchezze e potenza.
Ma non è difficile per chi diventa come i bambini, perché “a chi è come loro appartiene il Regno di Dio” (Mc 10,14).
Gesù elogia la semplicità, la fiducia, la libertà, la spontaneità che dobbiamo acquisire per accogliere il Regno di Dio.
Nel vangelo odierno si parla del granello di senape che diventa il più grande, tra le piante dell’orto.
Solo Dio conosce la fede che è nel cuore dell’uomo, fede che non va misurata con la quantità. Certo, nella Chiesa c’è tanto “da fare”… il prete è impegnato ad organizzare, gestire… anche i laici sono presi da tante incombenze…
Sono assai importanti la riflessione, il dialogo, l’ascolto, umile sincero di tutti, che siano, o no, credenti o praticanti
L’essere piccoli, come il seme, come un bambino, non è un ostacolo.
A noi spetta il compito di seminare…
a Dio… di far crescere, maturare, portare frutto…!

Ascoltare e mettere in pratica la parola di Gesù 9/6/2024

ASCOLTARE E METTERE IN PRATICA LA PAROLA DI GESU’

9 Giugno 2024

Con questa Domenica riprendiamo pienamente il cammino del Tempo Ordinario: dopo aver contemplato e fatto nostro il mistero dell’Amore di Dio nella Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione del suo Figlio, siamo ora invitati a renderci conto che questo mistero deve diventare realtà quotidiana nella nostra vita! Abbiamo veramente la possibilità di vivere la vita stessa di Dio, ed Egli non si stanca di illuminarci con la sua Parola e di sostenerci col Pane di Vita.
Proprio per questo nella Liturgia di oggi risuona l’affermazione di Gesù: “Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre!
In Gesù il Regno di Dio si è fatto vicino agli uomini, gente comune, con pregi e difetti.
Perché Gesù ha scelto proprio loro ? Li ha scelti amando senza fare calcoli sulla possibile efficacia.
Nelle nostre comunità spesso dimentichiamo che tutti lavoriamo allo stesso compito, con capacità diverse, limiti, difficoltà, talvolta incomprensioni.
Andiamo in chiesa per essere “famiglia di Gesù”: esprimiamolo non solo con la nostra presenza fisica, ma anche con la nostra fraternità e il nostro entusiasmo!