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Pentecoste: festa della speranza 19/05/2024

PENTECOSTE: FESTA DELLA SPERANZA

19 Maggio 2024

L’Evangelista Giovanni annuncia la venuta dello Spirito, leggero e quieto, come un respiro (Gv 20,22).
L’Evangelista Luca ci parla dello Spirito come energia, coraggio, missione, vento che spalanca le porte (At 22,ss).
Paolo descrive l’arrivo dello Spirito come dono, bellezza, genio (Gal 5,22).
Tre modi diversi per dire che lo Spirito conosce e feconda tutte le strade della vita: è forza, delicata ma incontenibile e inarrestabile!
Lo Spirito di Dio da sempre parla ad ogni uomo, parla la lingua di festa e di dolore, di stanchezza e di forza.
E allora ecco le parole con cui la liturgia di oggi riassume il nostro stupore e la nostra scoperta: “Del tuo Spirito, Signore, è piena la terra!”
Pentecoste, terza festa più importante della liturgia cristiana, dopo Natale e Pasqua, segna l’avvento dello Spirito che pervade la Chiesa e la invia nel mondo per costruire il Regno.
Indica il passaggio dalla fede del dovere alla fede del desiderio.
Gesù ci manda nel mondo: ci spinge col vento gagliardo dello Spirito ad uscire dal tempio, da un luogo sicuro, per immergerci dentro le delusioni e le speranze, le gioie e le sofferenze della gente.
Gesù non ci invita ad estraniarci, ma ad immergerci, a buttarci dentro: in mezzo ai pensieri e ai problemi dell’uomo, assumendo, condividendo, amando la realtà che ci circonda.
Uscire, immergerci, non solo per dare ma anche per imparare: per rendere anche ciascuno di noi testimone coraggioso del Signore risorto, capace di annunciare agli uomini di oggi le grandi opere che Dio continua a compiere per il nostro bene e riunirci in una unica Chiesa, “Corpo” di Cristo nel mondo di oggi.

Io sono con voi tutti i giorni 12/05/2024

IO SONO CON VOI TUTTI I GIORNI

12 Maggio 2024

L’Ascensione al cielo è l’ultimo “segno” della missione di Gesù in mezzo ai suoi…!
Gesù sa bene che solo scomparendo dalla loro vita i discepoli avrebbero potuto vedere con chiarezza ciò che Lui era per loro.
Così, quando la separazione da Gesù avviene in modo definitivo, i discepoli non restano smarriti ma “essi partono e predicano dappertutto mentre il Signore agiva insieme con loro” (Mc 16,20).
Da allora i discepoli hanno avuto la gioia di sapere che Lui agiva insieme con loro. Sono stati capaci di ascoltarlo ed hanno cominciato a comprendere tutta la ricchezza della sua parola, del suo insegnamento.
Nel Risorto “elevato in cielo” ogni assenza diviene presenza e ogni separazione è promessa di nuova comunione.
Gesù “sale al cielo” per poter essere definitivamente presente in ogni angolo del mondo contemporaneamente e per sempre.
Ecco perché in questa grande festa, mentre siamo aiutati a contemplare il destino della nostra stessa umanità, chiamata alla gloria e alla comunione eterna con Dio, siamo invitati anche a non perdere mai di vista la nostra vita quotidiana e il nostro impegno nel mondo, nel quale siamo mandati a rendere presente Cristo e il suo Vangelo per gli uomini d’oggi.
Questa settimana sia caratterizzata da una invocazione fiduciosa e accorata dei doni dello Spirito Santo su ciascuno di noi, sulla Chiesa e sulla società!

O Dio dell’alleanza antica e nuova,
che ti sei rivelato nel fuoco
della Pentecoste del tuo Spirito,
fa’’ un rogo solo dei nostri orgogli,
e distruggi gli odi e le armi di morte;
accendi in noi la fiamma della tua carità,
perché il tuo popolo, radunato da tutte le nazioni,
accolga con gioia la legge eterna del tuo amore.

La misura dell’amore…. è amare senza misura! 5/5/2024

LA MISURA DELL’AMORE…. E’ AMARE SENZA MISURA!

5 Maggio 2024

Dopo averci parlato attraverso le immagini del Pastore “buono” e della Vite fruttuosa, in questa Sesta Domenica di Pasqua la liturgia ricorre ad una realtà molto forte e significativa: l’amicizia… l’amore!
L’amore, lo sappiamo. è una delle esperienze più importanti della nostra vita: ogni uomo sente il bisogno di essere amato e di amare…!
Gesù non usa giri di parole, “comanda”: Amatevi come io vi ho amati…! non ci dice quanto me, ma come me.
L’amore non si trasmette attraverso una dottrina, ma solo attraverso gesti che comunicano vita.
Nel Vangelo amare è tradotto con “dare”, non già sentire od emozionarsi, ma dare…!
Questo comando di Gesù ci può sembrare un ideale, un’illusione, talvolta impossibile di fronte alla portata dell’amore coniugale, fraterno, solidale.
Questa capacità di amare è in ciascuno di noi come è in ogni essere umano e va cercata sempre, in mezzo alle contraddizioni, ai fallimenti, alle difficoltà.
L’amore vero passa attraverso la passione, la tenerezza, le emozioni, le lacrime, le paure, i sorrisi, i sogni e l’impegno concreto.


O Dio, tu hai chiamato gli uomini a cooperare,
mediante il lavoro quotidiano,
al disegno immenso della tua creazione;
fa’ che nello sforzo comune
di costruire un mondo più giusto e fraterno,
ogni uomo trovi un posto conveniente alla sua dignità,
per attuare la propria vocazione
e contribuire al progresso di tutti.

Ora ti preghiamo umilmente:
benedici col tuo amore misericordioso
i campi che circondano la nostra città e i nostri paesi,
manda la pioggia e il sole a tempo opportuno,
affinché la terra sia fertile e dia un raccolto abbondante.

Concedi che il tuo popolo sempre ti ringrazi dei tuoi doni:
l’abbondanza dei frutti della terra sazi ogni vivente.
Anche i poveri e i bisognosi non manchino del necessario
e lodino il tuo nome glorioso.

Per Cristo, nostro avvocato e mediatore,
che ascende accanto a te nella gloria
e con te e lo Spirito Santo vive e regna nei secoli dei secoli. Amen

Rimanere in Lui accogliendo le potature 28/04/2024

RIMANERE IN LUI ACCOGLIENDO LE POTATURE

28 Aprile 2024

Gesù Risorto prosegue la conversazione con noi parlandoci di un agricoltore, IL PADRE, di una vite vera, GESU’, dei discepoli, I TRALCI.
I tralci che non portano frutto il vignaiolo li taglia e quelli che portano frutto li pota perché portino “molto frutto”, “più frutto”.
Sembra proprio che la libertà di amare dipenda da quanto sappiamo perdere e rinunciare. Potare è un gesto che provoca “una lacrima” della linfa.
Può capitare ad ognuno di noi di trovarsi in tante situazioni  che non capiamo e che ci lasciano incerti, smarriti.
Quando ci sentiamo così è importante riuscire a chiedersi:
È forse una potatura, un taglio dell’agricoltore?  È il taglio di una situazione vecchia, sterile o negativa, per rinnovarmi a vita nuova? È una potatura da cose che rischiano di appesantire, di ingombrare e, alla fine, mi rendono meno libero di essere amato e di amare?
Non è facile e non c’è una risposta semplice ed immediata ma vale la pena di fermarci ed interrogarci.
Il Vangelo ci chiede di aver fiducia nell’opera dell’agricoltore, IL PADRE.
GESÙ, la vite, soffre con noi per la potatura, per il taglio. Non ci lascia soli !
Dio non ci chiede tanti sacrifici o penitenze fini a se stessi, ma di saper orientare la nostra vita a produrre i frutti buoni del Vangelo: l’accoglienza (di Dio e degli altri), la benevolenza, la pazienza, il perdono, la generosità, la fedeltà…!

Il buon pastore 21/04/2024

IL BUON PASTORE

21 Aprile 2024

Il tratto specifico che caratterizza Gesù è quello di dare la vita per gli altri. Mentre noi siamo portati, più o meno, a tenerci stretta la nostra vita, Gesù dice: Io sono il buon Pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre”.
La buona notizia è che qualunque sia la nostra vita, così insignificante, così anonima, talvolta triste, noi sappiamo che essa riposa in Gesù come Gesù riposa nel Padre.
Il Vangelo di oggi ci invita ad essere pastori cioèprenderci cura”. Significa aver cura anzitutto di noi stessi: avere pazienza con sé, saper aspettare, non essere duri con se stessi.
E poi: essere pastori per gli altri!
Tutto ciò che vive ha bisogno di cura, di amore, di protezione, di dedizione, ogni giorno.
A cosa siamo chiamati? Ad essere pastori degli altri dei mariti, delle mogli, dei figli, degli amici, dei colleghi di lavoro,
In fondo tutti possiamo essere pastori: tutti abbiamo un qualche ruolo di responsabilità… il parroco guida i suoi fedeli, il genitore guida i suoi figli, il datore di lavoro guida i suoi dipendenti, l’insegnante i suoi alunni… l’amico guida l’amico…!
Essere buon pastore significa porre attenzione alle persone, non umiliarle, non esigere di sapere sempre tutto.
Essere buon pastore significa guidare… andare al passo del più debole e fragile… prendere in braccio o sulle spalle gli affaticati… trovare pascolo per gli affamati… soccorrere chi si ferisce… cercare chi si perde…!

Un mondo nuovo è cominciato 14/04/2024

UN MONDO NUOVO E’ COMINCIATO

Sono giorni difficili per i discepoli, pieni di paura e di delusione. Gesù in persona si presenta loro e chiede di essere toccato:
Sono proprio io, toccatemi e guardatemi”.
Un invito inaspettato e spiazzante: “Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!”
Come ogni corpo porta in sé le tracce dell’esistenza, anche le mani, i piedi e il costato di Gesù portano i segni della sua vita crocifissa.
Gesù, di fronte agli occhi increduli dei suoi amici, va oltre e dice: “Avete qui qualcosa da mangiare?”
Gesù vuole rivivere i momenti di ospitalità, di convivialità gioiosa, di amicizia, confidenza, intimità, che erano il suo modo di stare in mezzo a loro e alla gente.
La “Buona Notizianon è solo che un morto è ritornato in vita, ma che il Figlio di Dio che ha donato la vita per amore sulla croce, ha sconfitto la morte e che il suo amore ha fatto esplodere di vita il sepolcro!
Per un’intera vita cerchiamo certezze e quando il Signore ce ne dà una noi, spesso, reagiamo con la paura. Siamo così abituati alle cose negative che quando ci succedono quelle positive ci domandiamo immediatamente quanto poco durerà.
Quando siamo troppo felici possiamo pensare che tutto sia “troppo bello per essere vero”.
È proprio così: ci sentiamo più tranquilli davanti al Crocifisso che davanti al sepolcro vuoto.
Gesù Risorto invita tutti noi a credere, ad annunciare che Lui è vivo e che noi siamo discepoli di un Dio innamorato della nostra umanità!
Diffondiamo a tutti, in famiglia, al lavoro, a scuola, per strada, al mercato, questa Bella Notizia!

Credere senza aver visto 7/04/2024

CREDERE SENZA AVER VISTO

7 Aprile 2024

Gli amici di Gesù, una povera comunità di peccatori, sono tristi e hanno paura perché Gesù non è più con loro.
Il loro maestro è stato ucciso, appeso alla croce. La loro storia è triste: il tradimento da parte di Giuda, il rinnegamento di Pietro, l’abbandono da parte di tutti gli altri ….
Forse si stanno rimproverando l’un l’altro la mancanza di coraggio, di fedeltà. Eppure Gesù risorto si rende presente proprio in questo “cuore” della loro situazione personale e comunitaria.
Gesù, per prima cosa, senza aspettare le loro spiegazioni e le loro scuse, dona loro la pace mostrando le ferite, il segno dei chiodi, della lancia. Quelle ferite nel corpo sono state inflitte lungo tutta la sua vita, dal rifiuto dei suoi, dall’incomprensione di molti, dall’abbandono dei suoi amici, soprattutto nell’ora impegnativa della passione.
E’ proprio vero: l’amore ci rende vulnerabili perché più si ama e più si è esposti alla sofferenza, alla compassione.
Ora Gesù risorto viene lui stesso a cercare i suoi discepoli ed amici: egli ha ancora fiducia nei suoi; loro, invece, faticano a credere.
Non danno fiducia a Pietro, a Giovanni, alle donne. Tommaso, “gemello” di tutti noi, vuole vedere, toccare …..!
E noi come ci poniamo davanti a Gesù risorto?
Accogliamo l’invito di Gesù che ci dice: “ Non essere incredulo, ma credente”
Dove c’è la fede, allora, giunge anche il perdono e la pace.

Vedere il sepolcro vuoto 01/04/2024

VEDERE IL SEPOLCRO VUOTO

31 Marzo 2024

Gesù, il Crocifisso, è risorto!
Questo è l’annuncio della nostra fede!
Dio non ha lasciato Gesù al potere della morte: Gesù vive per sempre!
La vita di Gesù è stata come il chicco di grano che, nascosto nella terra, non muore e, anzi, porta “molto frutto”.
L’Evangelista Giovanni ci racconta: “Maria Maddalena si recò al sepolcro, di buon mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro”.
Mentre gli altri non “credono” e non “vedono” Maria Maddalena non si dà pace.
Succede anche a noi quando sentiamo che non possiamo stare con le mani in mano a guardare, ad aspettare. Ciò che conta è mettere passione nelle cose della vita, metterci il cuore e provarci andando oltre la notte.
Come possiamo dormire tranquilli se c’è chi viene oggi crocifisso, ucciso, maltrattato?
Maria Maddalena è sola, anticipa i tempi. I capi di Gerusalemme avevano “tolto” di mezzo Gesù. Ora è Dio che ha “tolto” la pietra dal sepolcro dove era stato deposto Gesù.
Maria vede la tomba vuota e sente il bisogno di andare ad annunciarlo a Pietro e Giovanni: condivide la sua esperienza…!
Anche noi, da soli, non ce la facciamo a sostenere la fatica della vita, a sperare, a vedere. Il dolore del mondo con le ingiustizie, le solitudini, le guerre… è troppo grande per affrontarlo da soli:
Il mattino di un mondo migliore è possibile se condividiamo le nostre speranze e mettiamo in comune il nostro entusiasmo!

Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su una bestia da soma

ECCO, A TE VIENE IL TUO RE, MITE, SEDUTO SU UNA BESTIA DA SOMA

24 Marzo 2024

Si apre davanti a noi la Settimana Santa: inizia con l’Osanna dei ragazzi ebrei che vanno incontro a Gesù e si conclude con la notizia inaspettata del mattino di Pasqua.
In mezzo a questi due momenti c’è, però, un passaggio doloroso che conduce alla Croce.
Non lasciamoci prendere da un entusiasmo di breve durata: che nel nostro cuore ci sia un po’ della fiducia e dell’amore che Gesù dimostra in tutta la sua Passione.
Le celebrazioni di questa settimana non possono che far sorgere in noi la speranza… non poggia su di noi, sulle nostre presunte bravure, sulla nostra forza: poggia sull’amore di Dio.
Sta qui la nostra speranza: Dio è fedele ed è il Vivente!

Nella Pasqua siamo invitati a capire che l’Amore di Dio opera anche nella nostra vita cose meravigliose: soprattutto ci libera dal male del peccato che uccide l’esistenza, e ci rende possibile una vita nuova, in una ritrovata amicizia con Dio e con i fratelli.

I diversi riti del Triduo pasquale costituiscono come un’unica celebrazione che si protrae per tre giorni, per fare memoria di un unico mistero, dove la croce non è separabile dalla risurrezione.
In questa inscindibile unità del Triduo pasquale è già contenuto il cuore di tutto il messaggio cristiano:
la gloria passa attraverso la croce; la vita nasce dalla morte.

La forza del saper perdersi 17/03/2024

LA FORZA DEL SAPER PERDERSI

17 Marzo 2023

Eccoci alla quinta tappa del cammino quaresimale … e la Pasqua è ormai vicina: anche la natura ce lo ricorda con la sua esplosione di vita e di colore…
E la nostra esistenza personale ha la stessa vivacità e la stessa energia? Siamo anche noi pronti a fiorire e a portare frutto? Oppure ci sentiamo sterili, rinsecchiti nelle nostre paure e nel nostro egoismo?
Il Vangelo di questa Domenica ci presenta Gesù in un momento cruciale e decisivo della sua vita… egli vede se stesso come il chicco di grano che deve morire: per poter germogliare e moltiplicarsi il chicco di grano deve apparentemente “morire”… perdersi nella terra e marcire…
C’è una forza incredibile in un chicco di grano, una forza che fa emergere le spighe dalla terra: è la forza della natura… la grazia della vita.
È come dire che l’unico modo di salvare la propria vita è donarla: di noi resterà per sempre ciò che abbiamo dato.
Lo sanno bene quei genitori che hanno speso la propria vita per far nascere, crescere, aiutare i propri figli, talvolta senza vedere nemmeno un piccolo risultato, un gesto d’amore, di rispetto, di vicinanza.
Gesù ci ha mostrato che solo se avremo la disponibilità e il coraggio di “morire”, cioè di offrire la nostra vita, la ritroveremo in pienezza, anzi, porteremo frutto con abbondanza.
Nell’Eucarestia noi riceviamo appunto la vita divina, moltiplicata per noi dal sacrificio di Gesù, morto in croce per darci la vita.
Vogliamo vedere Gesù”… è questa la richiesta per la quale come singoli credenti e come Chiesa dobbiamo avere la stessa prontezza dell’Apostolo Andrea: saperla captare nel cuore di chi incontriamo e … condurli a Gesù!