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Pasqua di Risurrezione 12/04/2020

PASQUA DI RISURREZIONE

12 Aprile 2020

Pasqua: “Gesù è risorto, sì è veramente risorto”, un annuncio che ogni anno risveglia la speranza, rinnova la nostra fede. Fare memoria della risurrezione di Gesù per vivere il presente. Quest’anno è sicuramente una Pasqua molto particolare, come particolare è stata la quaresima che l’ha preparata, segnata da questa pandemia che stiamo ancora vivendo.

Personalmente ho vissuto un’esperienza simile 6 anni fa quando ho trascorso le ultime settimane di quaresima, la pasqua e buona parte del tempo pasquale in foresta, insieme a suor Gilberte e a d. Gianantonio. Anche quella è stata una quaresima e una pasqua particolare. Anche allora non abbiamo potuto celebrare MA è stata la pasqua più bella, più significativa della mia vita. Eravamo prigionieri, limitati nella nostra libertà, ma uniti fra noi tre e uniti in spirito con tante persone, familiari, amici, parrocchiani che pregavano con noi e per noi… La preghiera una grande forza, che elimina ogni distanza e toglie ogni limitazione e il giorno di Pasqua 2014 abbiamo fatto veramente esperienza di risurrezione… Se le limitazioni le rinunce fatte finora hanno risvegliato in noi il desiderio della celebrazione, il desiderio di incontrarsi, il desiderio di comunità, allora è stata veramente una quaresima di conversione e un tempo di grazia…

L’origine della parola desiderio è una delle più belle e affascinanti che si possa incontrare attraverso lo studio dell’etimologia. Questo termine deriva dal latino e risulta composto dalla preposizione de- che in latino ha sempre un’accezione negativa e dal termine sidus che significa, letteralmente, stella. Desiderare significa, quindi, letteralmente, “mancanza di stelle”, nel senso di “avvertire la mancanza delle stelle”, di quei buoni presagi, dei buoni auspici e quindi per estensione questo verbo ha assunto anche l’accezione corrente, intesa come percezione di una mancanza e di conseguenza, come sentimento di ricerca appassionata…

E’ il grido del marinaio che navigando in una notte senza luna grida la sua mancanza delle stelle, il suo desiderio delle stelle, per potersi orientare.

Il Cristo Risorto è la nostra stella, la comunità è la barca che ci permette di navigare nel mare della storia, non sentendoci da soli ma accomunati nell’umanità e nella fraternità. L’Eucarestia, la Parola di Dio , i sacramenti, la preghiera, sono quei porti sicuri che ci permettono di ristorarci, di ricaricarci per riprendere fiduciosi e sereni il nostro viaggio.

Anche il giorno di Pasqua non potremo incontrarci per celebrare insieme, Ma possiamo ugualmente fare esperienza di risurrezione dentro la nostra famiglia, nelle relazioni quotidiane rinnovate, nello sguardo più luminoso e meno giudicante, nei gesti semplici di attenzione reciproca… E poi verrà il momento in cui la domenica, pasqua settimanale, potremo ritornare a lodare e ringraziare il Signore insieme.

Facciamo nostre le parole dell’angelo alle donne che la mattina presto si recano al sepolcro e lo trovano vuoto: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E’ risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”. (Mc. 16,6-7). Allora anche noi ci diciamo “Sì il Signore è risorto” ma soprattutto lo testimoniamo con la nostra vita.

Buona Pasqua di Risurrezione

d. Sergio, d. Giampaolo, d. Massimo, d. Flavio

Una preghiera in tempi di Coronavirus

UNA PREGHIERA IN TEMPI DI CORONAVIRUS

Gesù Cristo, tu sei passato nei villaggi “curando ogni piaga e malattia”. Sulla tua parola i malati erano sanati. Vieni ora in nostro soccorso, nel mezzo del contagio causato dal Coronavirus, così che possiamo fare esperienza del tuo amore che sana.

Guarisci coloro che sono malati a causa del virus. Fa recuperare loro forza e salute grazie alla qualità delle cure mediche.

Guariscici dalle nostre paure, che impediscono alle nazioni di lavorare insieme e ai vicini di aiutarsi vicendevolmente.

Guariscici dal nostro orgoglio, che ci fa pensare di essere invulnerabili davanti a una malattia che non conosce frontiere.

Gesù Cristo, guaritore di tutti, mettiti dalla nostra parte in questo tempo di incertezza e preoccupazione.

Sii con quelli che sono morti a causa del virus. Possano riposare con te nella tua pace eterna.

Sii con le famiglie di coloro che sono malati o morti. Mentre vivono ore di preoccupazione e lutto difendili dalla malattia e dalla disperazione. Possano conoscere la tua pace.

Sii con i dottori, gli infermieri e le infermiere, con i ricercatori e il personale medico che cercano di guarire e aiutare coloro che sono affetti dal virus, esponendosi al rischio facendo ciò. Possano conoscere la tua protezione e pace.

Sii con i responsabili di tutte le nazioni. Dà loro la lungimiranza di agire con carità e vero interesse per il benessere della gente che sono chiamati a servire. Dà loro la sapienza di investire in soluzioni a lungo termine, che possano aiutare a far fronte all’epidemia o a prevenirne una futura. Possano conoscere la tua pace mentre lavorano insieme per raggiungerla sulla terra.

Che siamo a casa o all’estero, circondati da molti che soffrono di questa malattia o solo da alcuni, Gesù Cristo stai con noi mentre resistiamo e facciamo lutto, persistiamo e ci prepariamo. Al posto del nostro timore e ansia donaci la tua pace.

Comunione spirituale

COMUNIONE SPIRITUALE

(raccomandata a tutti, soprattutto nei giorni di domenica)

Gesù mio,
io credo che sei realmente presente
nel Santissimo Sacramento.

Ti amo sopra ogni cosa
e ti desidero nell’anima mia.
Poiché ora non posso riceverti
sacramentalmente,
vieni almeno spiritualmente
nel mio cuore.

Come già venuto,
io ti abbraccio e tutto mi unisco a te;
non permettere che mi abbia mai
a separare da te.

Eterno Padre, io ti offro
il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo
in sconto dei miei peccati,
in suffragio delle anime del purgatorio
e per i bisogni della Santa Chiesa.

“Se non potete comunicarvi sacramentalmente
fate almeno la comunione spirituale, che consiste
in un ardente desiderio di ricevere Gesù nel vostro cuore”
(San Giovanni Bosco MB III, p.13)

Buon cammino di Quaresima 15/03/2020

BUON CAMMINO DI QUARESIMA

15 Marzo 2020

Carissimi cristiani dell’Unità Pastorale Santa Maria Bertilla di Brendola

Buon cammino di quaresima

Una quaresima che abbiamo cominciato senza poterci ritrovare insieme per la celebrazione delle ceneri, senza gli incontri domenicali per la celebrazione dell’Eucarestia e senza sapere per quanto si protrarrà questa emergenza che ci impedisce di incontrarci.
Stiamo vivendo la paura del contagio, della malattia, il disagio per le restrizioni che ci vengono richieste, la preoccupazione per la situazione economica e lavorativa…

MA spero anche l’opportunità, l’occasione:

– di fare più famiglia.
– di recuperare la consapevolezza di essere creature fragili, un virus invisibile condiziona le nostre vite, senza che la scienza e la tecnica al momento possa garantirci sicurezza, salute.
– di riscoprire la possibilità di aiutarsi come amici, come vicini, per le varie necessità, non da ultima l’assistenza dei bambini che sono a casa da scuola.
– di sperimentare il desiderio di tornare a celebrare l’Eucarestia come comunità cristiana di pregare insieme il Signore della vita perché ci sostenga in questa prova.
– ci ritroviamo magari a riscoprire una preghiera personale più intensa, una visita in chiesa in solitudine, una maggiore fraternità con le persone della nostra comunità cristiana ma anche del mondo intero, che stanno vivendo la nostra stessa situazione.
Tutto ciò ci permette di crescere nella nostra umanità e spiritualità e nella consapevolezza che se possiamo contagiarci attraverso un virus, possiamo anche sostenerci nella preghiera e sentirci solidali nell’attenzione reciproca.
Viviamo allora questo tempo di quaresima nella speranza, sapendoci affidare a Dio che ci dona la forza di accettare ciò che non possiamo cambiare e la fede necessaria per cogliere segni di risurrezione anche in quelle situazioni che non vorremmo e non avremmo mai scelto di vivere.

Un tempo di prova 01/03/2020

UN TEMPO DI PROVA

1 Marzo 2020

Quaresima. Un tempo favorevole per tornare al Signore ed essere riconciliati con Lui.
Si tratta, però, anche di un tempo di prova in cui è necessario sostenere un combattimento interiore più arduo contro lo spirito del male al fine di seguire Cristo. Eviteremo, così, di lasciarci trascinare in una via che può sembrare più larga e più comoda ma che nasconde, in realtà, le insidie della tentazione.
Come affrontare il tentatore?
Nel Vangelo odierno il tentatore, spesso, si presenta a Gesù, che è rimasto nel deserto digiunando e pregando per quaranta giorni, e Lo tenta su tre punti fondamentali: la fame, l’ambizione e l’avidità del possesso.
Sappiamo distinguere ciò che è bene da ciò che è male?
L’ingannatore presenta sempre il male come fosse il maggior bene, emana una luce abbagliante ma falsa, le sue luci ci confondono, ben diverse dalla luminosità della luce divina.
Il Signore ci raccomanda quindi di essere attenti e vigilanti, di ascoltare la sua Parola per imparare a discernere il vero dal falso, la luce dalle tenebre, il buono dal malvagio, scegliendo quello che è buono.
Mettiamoci allora al seguito di Gesù e sperimenteremo, ogni giorno, insieme alle tentazioni, la consolazione e la gioia del perdono e della salvezza.
Non dobbiamo vivere nella paura! Cristo ha già vinto e, uniti a Lui, che ci indica il cammino, non dobbiamo temere più nulla.
Siamo invitati “ a fare deserto” allontanandoci da tutto ciò che ci può impedire di ritagliarci un po’ di spazio per vivere e pregare di più, in modo diverso.
In questo tempo favorevole della Quaresima partecipiamo ai Centri di Ascolto della Parola, ai corsi sulla Bibbia (vedi notizie e modalità sul bollettino parrocchiale settimanale). Conosceremo qualcosa di più sulla Parola, anche dal punto di vista musicale ed artistico.
Sappiamo rinunciare a qualcosa per gustare qualcosa di più grande?

Un cuore spezzato 23/02/2020

UN CUORE SPEZZATO

23 Febbraio 2020

Il Vangelo odierno ci spinge ad essere generosi e instancabili nell’amore senza lasciarci limitare dalla condotta del prossimo.
Domenica scorsa Gesù ci ha detto che non è sufficiente non fare del male al prossimo, ma dobbiamo scegliere di fare il bene. Oggi ci viene chiesto di “fare del bene anche a chi ci fa del male”.
Non dobbiamo quindi trovare delle scuse, delle scappatoie e amare a modo nostro.
Nella giornata quanti momenti si possono presentare in cui dobbiamo imporci a non agire impulsivamente? Tutto o molto dipende da com’è veramente il nostro cuore; se è sereno, la vita con gli altri diventa bella e la viviamo nella luce del Signore. Se invece il nostro cuore è turbato, scosso dalla rabbia, dal rancore e risentimento, allora anche il nostro comportamento ne risente e la pace e l’amore se ne vanno.
Dobbiamo quindi, sempre, invocare la grazia di Dio perché agisca sulle nostre debolezze umane che non sono secondo la Sua Volontà.
Come dobbiamo comportarci quando il coniuge, i figli, gli amici ci deludono, ci offendono e ci fanno arrabbiare?
Il Vangelo ci insegna ad andare molto oltre e ci invita a coltivare sempre di più la gratitudine, la benevolenza gli uni verso gli altri, il ringraziamento, l’assenza di giudizio.
Non chiudiamoci a riccio sapendo che chi si chiude su se stesso diventa solo, triste, sterile, mentre chi vive in amicizia e serenità gioisce.
Nelle situazioni dolorose, frutto talvolta anche di semplici incomprensioni, quali interrogativi dobbiamo porci?
Come parlo quando sono triste o arrabbiato? Come agisco? Voglio veramente rompere il rapporto con gli altri? Il mio comportamento è coerente con il nostro essere cristiani? E’ secondo il volere di Dio?
Per procedere in modo giusto nel cammino della nostra esistenza lasciamoci attirare e sostenere da Gesù, nostro Maestro..
Quando tutto sembra ormai perduto, il messaggio profetico del Salmo 33 apre orizzonti di speranza: “Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato”.

Non andare via, Signore ! 16/02/2020

NON ANDARE VIA, SIGNORE !

16 Febbraio 2020

Nel Vangelo odierno incontriamo diversi ammonimenti attraverso i quali Gesù ci invita a vivere con sincerità, con lealtà e con autenticità il nostro rapporto con Dio e a coltivare un cuore semplice e puro.
Se siamo sospinti da un’autentica ricerca di Dio e da un desiderio sincero di amore siamo portati a scegliere ciò che piace a Dio e che è bene per noi.
La Parola che ci viene rivolta in questa domenica si concentra tutta sul tema della purezza di cuore; i nostri sentimenti e i nostri pensieri ne saranno beneficati. Non è una cosa facile gestire i nostri sentimenti e le nostre emozioni. Occorre quindi essere sempre vigilanti, porre la massima attenzione a lasciarci guidare dalla parola di Dio che è luce e che ci consente di vedere dove camminiamo, dove mettiamo i nostri passi, dove li rivolgiamo, in modo che possiamo renderci conto se seguiamo la retta via oppure se stiamo sbagliando strada.
La prima lettura del Siracide dice: “Davanti a ogni uomo stanno la vita e la morte, il bene e il male, il fuoco e l’acqua”. Ciascuno di noi è chiamato a scegliere ed è libero e responsabile delle proprie azioni. Non dobbiamo limitarci al minimo indispensabile, ma tendere al massimo. Non dobbiamo accontentarci di poco perché Lui, Gesù, è venuto a darci tutto e a darsi tutto.
Non possiamo ricambiare il suo amore con avarizia, dando solo qualche momento, qualche pensiero, qualche opera buona.
Il Vangelo di oggi è chiaro: Gesù ci invita a un passaggio, ci spinge ad andare oltre, a dare qualcosa di più. Siamo consapevoli che c’è un gran divario tra le parole del Vangelo e la società del nostro tempo, sempre alla continua ricerca di lusinghe, talvolta lontane dalla perfetta carità?
Non è sufficiente, come tanti pensano, non fare il male, bisogna scegliere di fare il bene, sempre di più, ora, adesso.
Non accontentiamoci, allora, di vivere una vita mediocre. Impegniamo tutte le nostre forze, spirituali, intellettuali e fisiche per dare e fare di più.
Non andare via, Signore, quando trovi chiusa la porta del cuore, abbattila ed entra, non andare via, Signore” (Tagore).

Voi siete il sale.. Voi siete la luce (Mt 5,13-14) 09/02/2020

VOI SIETE IL SALE.. VOI SIETE LA LUCE” (Mt 5,13-14)

9 Febbraio 2020

Noi tutti, chiamati a diffondere la Buona Notizia, siamo consapevoli del grande compito? Anche i discepoli di Gesù ne erano convinti.
E’ una strada difficile da percorrere perché non offre soddisfazioni e onori. Ci è di esempio l’immagine del sale che, per raggiungere il suo scopo, deve sciogliersi, cioè annullarsi. Il sale è altresì simbolo di ospitalità, dà sapore alle cose, mantiene gli alimenti e ne impedisce la decomposizione.
Nessuna ricompensa è concessa a chi si fa testimone di Cristo, talvolta neppure la riconoscenza di coloro che ne sono beneficati.
Eppure Gesù vuole contare su di noi e ci chiama a far risplendere la “Luce” davanti agli uomini affinchévedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,16).
Non è sempre facile essere Luce e Sale… ma se ci sforziamo di leggere con fede e in chiave positiva ogni circostanza daremo il nostro personale contributo per diffondere la gioia e la pace.
Il minimo che si può chiedere ad un cristiano è di non vergognarsi della propria fede e della propria identità cristiana.
Oggi vi è tanto rispetto per chi non crede, ma dobbiamo anche ricordarci che, se stiamo zitti e non illuminiamo, priviamo queste persone di quelle verità e della testimonianza di cui hanno bisogno per vivere e credere.
Si è “Sale” e “Luce”, quindi, non solo “a parole” ma con le nostre scelte di vita.
Questo vale anche per la nostra vita parrocchiale, che deve apparire credibile. Essere lettori in Chiesa, raccogliere le offerte, far parte di gruppi di preghiera, sposi, animatori, catechisti, cantare nei vari cori parrocchiali, diffondere la buona stampa, svolgere anche un piccolo servizio (pulizia della chiesa, aule di catechismo…). Tutto questo è utile a creare e a sostenere la comunità, la tua comunità.

Festa della Luce 02/02/2010

FESTA DELLA LUCE

2 Febbraio 2020

Quaranta giorni dopo la nascita di Gesù oggi facciamo memoria della Presentazione di Gesù al tempio. Da secoli è conosciuta con il nome popolare di “Candelora”. Ogni fedele è tenuto ad avere in mano un cero e ricevere la Benedizione delle candele.
La candela, dunque la Luce, che viene tenuta nelle nostre mani ci unisce non solo a Maria e Giuseppe che salgono al tempio, ma anche al vecchio Simeone e alla profetessa Anna che accolgono il Bambino che è “Luce che illumina le genti”.
Giuseppe e Maria hanno ricevuto dal Signore il dono di un figlio, ma non se ne appropriano, non scatta in loro la possessività. Accolgono il prezioso dono con gratitudine e lo offrono al Signore.
I figli, i nostri figli, sono un dono del Signore. Riconsegnarli a Lui è salutare per loro e anche per i genitori. Accendiamo con fede la candela che rappresenta la Luce che viene dal Signore; portiamola poi a casa questa candela affinché ci ricordi che è bene rifare questa preghiera di consegna dei nostri figli ogni mattina.
Di quanta luce necessitiamo oggi! Luce che illumina le nostre menti, i nostri cuori e che pertanto accresce la nostra fede e ravviva il nostro amore.
Gesù stesso ha detto: “Io sono la Luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita (Gv 8,12)”
La nostra esistenza racchiude tante situazioni: luce e ombra, buio e chiarore; siamo quindi invitati a credere senza vedere e sperare.
A Maria il vecchio Simeone profetizza sofferenza. Maria sa che accogliere Gesù le costerà fatica, e tanta. Amare può voler dire, in certe occasioni, patire.
Che Maria, oggi, ci insegni a vivere l’amore sino alla fine, a imparare a donare tutto di noi.
Al Signore chiediamo di illuminare il nostro pellegrinaggio terreno, tante volte sbandato e distratto, nel dare testimonianza del nostro essere cristiani ed essere coerenti con il nostro credo.