NON E’ BENE CHE L’UOMO SIA SOLO” (GEN 2,18)

30 Maggio 2021

Neppure Dio è solo. Neanche Dio può stare solo. La solitudine è il primo male dell’uomo, delle nostre comunità, delle nostre contrade.
Nel Vangelo odierno Gesù si fa incontro, si avvicina ai suoi discepoli e dice: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt28,19).
Dopo la Pentecoste celebriamo la festa della SS. Trinità, ma in realtà possiamo dire che tutti i giorni, in modo particolare la domenica, la celebriamo perché non c’è preghiera, non c’è liturgia, non c’è festa cristiana che non venga compiuta all’insegna di questo mistero.
Il volto di Dio noi lo incontriamo nel Padre che ama il mondo fino al punto di donare il proprio Figlio e donarci lo Spirito Santo.
In Dio vi sono tre volti, tre persone, ognuna con il suo compito.
Credere alla Trinità è credere nella ricchezza delle differenze.
Dio parla in tutte le culture, in tutte le religioni, e amare la Trinità è saper mettersi in ascolto di queste voci di Dio per camminare verso la pienezza della verità.
La Trinità ci spinge ad amare la diversità di persone, di culture, di religioni. La diversità è un grande dono. Il mistero della Trinità non ci è estraneo: lo esprimiamo ogni volta che facciamo il segno della croce.
Dio non è un Dio distante. E’ un Dio che si compiace di abitare tra gli uomini, che ne ricerca la compagnia, ne condivide il cammino.
E’ un Dio che attesta di essere con noi tutti i giorni.
E’ un Dio che accetta persino il dramma del rifiuto del suo amore sconfinato.
E’ un Dio che si nutre di relazione: …..”con voi… fino alla fine”
E’ un Dio che continuamente fa il primo passo.
Don Tonino Bello ha detto che siamo chiamati a vivere sulla terra ciò che le tre persone divine vivono in cielo: la convivialità fraterna delle differenze.