Tutti gli articoli di Flavio Dal Lago

Non nascondermi il tuo volto, Signore 04/06/2023

NON NASCONDERMI IL TUO VOLTO, SIGNORE (Salmo 26)

4 Giugno 2023

Dopo la festa di Pentecoste celebriamo la festa della SS.Trinità.
In realtà possiamo dire che tutti i giorni, in particolare la domenica, la celebriamo perché non c’è preghiera, non c’è liturgia, né gesto cristiano che non venga compiuto all’insegna delle parole: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Accogliendo nelle parole quotidiane il Vangelo di Gesù nulla andrà perduto del nostro vivere, agire e morire.
A confermarci in questa fiducia e a sostenerci in questo cammino è lo Spirito santo.
Non dobbiamo vergognarci di pregare perché, come canta un antico inno della chiesa: “Dov’è carità e amore, lì c’è Dio”.
Dio non è solitudine. Dio è famiglia. Noi stessi non riusciamo a sopportare la solitudine. E’ una comunione d’amore.
Se viviamo nell’amore, allora sappiamo aiutarci, amarci e perdonarci, come avviene in ogni famiglia.
Tante cose ci possono essere sottratte, ma l’amore nessuno ce lo può togliere.
La creazione è un segno convincente, ma ancora imperfetto di Dio. Il suo amore trova scogli difficili da superare: malattie, tragedie, terremoti, inondazioni che travolgono migliaia di persone e cose.
Spetta all’uomo, ad ogni uomo, curare, proteggere, migliorare l’ambiente che ci circonda.
Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio. E’ un Dio che si apre agli uomini, alle loro pene e alle loro speranze.

Il Signore verrà! 28/05/2023

IL SIGNORE VERRÀ !

28 Maggio 2023

Oggi, solennità di Pentecoste, celebriamo la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli e Maria, riuniti nel cenacolo: Nasce la Chiesa.
La Pentecoste avviene ogni giorno per coloro che, nel nome del Signore, pregano il Padre di concedere loro lo Spirito promesso dal Figlio Gesù.
Oggi, come ogni giorno, siamo qui dinanzi a te, o Spirito Santo, sentiamo il peso delle nostre debolezze, ma siamo tutti riuniti nel tuo nome. Quando ci sentiamo angosciati, stanchi, sfiduciati, ricordiamoci della potenza dello Spirito che guida la Chiesa.
Vieni Spirito Santo a noi, vieni nei nostri cuori. Insegnaci tu ciò che dobbiamo fare, sostienici nel difficile passaggio dalla paura alla fede. Invochiamo incessantemente: manda il tuo Spirito, Signore. Rinnova la faccia della terra. Entra in ogni cuore, in ogni casa.

GIORNATA DEL SOLLIEVO

Il messaggio di fondo di questa XXII giornata è riflettere sul valore del sollievo in ogni sua dimensione: fisica, psichica, spirituale e sociale e sulle terapie oggi esistenti. Il sollievo di chi soffre si fonda su quattro azioni da parte di chi se ne prende cura: Fare attenzione, ossia accorgersi. Farsi prossimo, curare le cause della sofferenza, farsi carico.
Sono quattro azioni del Buon Samaritano che, incontrando un uomo ferito dai briganti, lo “Vide e ne ebbe compassione, gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui”. Ciascuno di noi può contribuire al sollievo delle persone a noi prossime. Come? Accorgendosi di chi sta soffrendo – operando gesti concreti – diventando luce che illumina e che riscalda.

Io sono con voi tutti i giorni 21/05/2023

IO SONO CON VOI TUTTI I GIORNI (Mt 28,20)

21 Maggio 2023

La festa dell’Ascensione ci fa volgere lo sguardo al cielo, dove Cristo è asceso.
Noi cristiani dobbiamo volgere lo sguardo a ciò che è eterno, a ciò che è glorioso e santo.
Gesù ascende al cielo senza abbandonarci, senza separarsi da noi: è in cielo nel seno del Padre ma è anche presente in mezzo a noi.
Gli apostoli, dopo aver visto Gesù ascendere al cielo, che cosa fanno? Tornano a Gerusalemme, si radunano frequentemente per la preghiera e l’ascolto della Parola e ricordano le parole che Gesù aveva detto loro in attesa del suo ritorno glorioso alla fine dei tempi.
Questo è il tempo della fede, in cui bisogna sostenersi a vicenda, guardare al cielo ma, nello stesso tempo, camminare sulla terra.
Possiamo però vedere il Signore con gli occhi del cuore che, quando ama, è capace di vedere Colui che è invisibile ma non assente.
Fin da ora tutta la nostra vita deve essere un salire in alto, un avvicinarsi sempre più a Dio nella fede, nella speranza, nell’amore, nella preghiera. E’ tuttavia facile essere attraversati dal dubbio. Il Cardinale J. Newman così si è espresso: “Mille dubbi non fanno una mancanza di fede”. La fede si nutre dei dubbi e resta sempre in bilico tra lo STARE e il CADERE.
Il credente non deve mai temere il dubbio perché il dubbio spinge alla ricerca della verità.
La festa odierna è dunque un invito all’impegno, ad una presenza viva nel mondo, all’accettazione delle sfide che la vita ci propone.

Non vi lascerò orfani 14/05/2023

NON VI LASCERÒ ORFANI

14 Maggio 2023

Era l’ultima cena di Gesù con i suoi. Un momento delicato:
doveva prepararli al distacco, alla separazione, alla solitudine. Una sorta di testamento spirituale.
Gesù rassicura i suoi amici dicendo loro: “Non vi lascerò orfani”. Vi manderò un altro consolatore, lo Spirito Santo.
Lo Spirito Santo è l’ultimo estremo dono di Gesù. Spirito che li renderà sicuri e forti.
Chi non desidererebbe una vita a cui venga risparmiata la possibilità di sbagliare?
Le parole di Gesù: “Se mi amate e osserverete i miei comandamenti” sono un chiaro invito a vivere la nostra esistenza con amore.
Se amiamo qualcuno siamo impegnati a vivere per creare, favorire, far crescere la nostra relazione.
Se amiamo qualcuno viviamo con fedeltà la nostra relazione non come un obbligo ma come il modo più adatto per far crescere il nostro rapporto d’amore. Perché?
Perché tutti noi siamo stati amati di un amore che non ha eguali sulla terra. E’ bello percepire di essere amati!
Viviamo allora con gioia questa nostra esistenza con la viva speranza che si fonda nella certezza dell’amore di Dio.
A noi tutti è richiesto uno sforzo, un esercizio che ci può aiutare ad entrare in connessione con Dio: la preghiera.
Quando la nostra mente poggia su questa certezza la nostra vita sarà calma, rilassata, libera da pensieri, aperta all’azione di Dio.

Abbiate fede 7/05/2023

ABBIATE FEDE (Gv 14,1)

7 Maggio 2023

Perché avere fede? Se non possiamo avere fiducia in qualcosa o qualcuno che comunichi sicurezza, se non abbiamo qualcosa di forte in cui credere, saremo sempre vittime della incertezza e dell’inquietudine.
Il Vangelo odierno ci parla di una “casa”, un luogo caldo, familiare che dona conforto al cuore.
Tommaso, l’apostolo, dice a Gesù: “Signore, non sappiamo dov’è questa casa: come ci si arriva’ ?“
Gesù risponde: “Non abbiate paura. Io sono la via, la verità e la vita”. Non c’è una strada da percorrere, ma una Persona da incontrare, conoscere e seguire.
L’unico modo per vedere Dio è seguirlo, andare dietro a Lui, percorrere le sue strade.
Noi tutti cerchiamo salute, longevità, benessere, doni, ma, spesso, non cerchiamo il donatore.
E allora come vedere Gesù? con l’ascolto, aggrappandoci ad ogni parola del Vangelo, ad ogni gesto, ad ogni parabola ascoltata, restando vicini ai poveri senza trascurare né la preghiera né il servizio, senza mai trascurare la fame degli uomini, nostri fratelli.
Nel corso della vita è del tutto normale alternare momenti di gioia e di certezza a momenti di dubbio e di prova.
Signore, fa’ che la nostra fede sia forte, non tema le contrarietà e le avversità. Fa’ che la nostra fede sia gioiosa e dia pace e letizia al nostro spirito e ai nostri giorni.

Il buon pastore 30/04/2023

IL BUON PASTORE

30 Aprile 2023

Oggi, domenica del Buon Pastore, è la giornata mondiale per le vocazioni sacerdotali, istituita nel 1964 da Paolo IV.
L’Evangelista Giovanni ci presenta Gesù che si paragona al pastore. Il pastore conosce e ama le sue pecore a una a una, cammina con loro e le protegge. Le pecore riconoscono la sua voce, lo seguono, si fidano di lui.
Nel salmo 23 leggiamo: “Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla. Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce,.. mi guida per il giusto cammino”.
Una domanda è d’obbligo. E’ Cristo il nostro pastore?
Gesù afferma: “Io sono la porta delle pecore”. Porta che indica libertà, possibilità di fuga e di ritorno; indica anche passaggio, dialogo, comunicazione, lasciar passare, superare barriere, accogliere. Ricordiamo le parole di papa Francesco che invita i sacerdoti ad “avere l’odore delle pecore”.
Pensiamo ai tanti sacerdoti, alle tante religiose e volontari che, nel mondo, sono vicini a popolazioni tribolate, provate dalla guerra e dalla fame. Gesù, oltre che pastore, è medico ed è medicina. In Lui troviamo tutto quello che è necessario per andare al Padre.
Riconosciamo la sua voce? Rispondiamo al suo amore in modo tale da sentire la sua presenza? Nessun cristiano può evitare la sofferenza e la fatica. Teniamo sempre lo sguardo fisso su Gesù e l’orecchio del cuore pronto ad ascoltare la sua voce, in ogni momento. Seguendolo diventeremo strumenti e testimoni gioiosi.

Mettersi in cammino 23/04/1923

METTERSI IN CAMMINO

23 Aprile 2023

E’ domenica e siamo alla sera del giorno della risurrezione.
L’Evangelista Luca ci presenta due discepoli di cui solo di uno sappiamo il nome, Cleopa, e questo per dirci che l’altro potremmo essere noi, con il nostro nome, la nostra vita.
I due camminano diretti al villaggio di Emmaus e parlano tra loro degli avvenimenti di Gesù ma non riescono a comprenderli fino in fondo. Sono delusi ed è qui che Gesù in persona si affianca nel cammino. Si fa riconoscere dalle parole che dice, dal calore che illuminano, dal di dentro, la loro vita.
Lo sono a tal punto che sono i due ad insistere che quel misterioso compagno di viaggio si fermi con loro ad illuminare la sera che hanno dentro il cuore: “Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto”.
Sembrano parole di cortesia, non sono un comando, piuttosto una supplica, una dichiarazione di vita e di affidamento.
Gesù non se lo fa ripetere di nuovo e si ferma, spezza il pane e si fa riconoscere.
Non è forse, tutto questo, la nostra Messa domenicale?
La Messa è la celebrazione dove ci si trova insieme sulla stessa strada della vita, con i nostri dubbi e fatiche di vita e di fede. La Messa è un incontro che deve scaldare il cuore ed aprire la mente. Dovrebbe essere vissuta, dal cristiano, come una necessità, non come un dovere. La fede stessa è un continuo camminare, tra certezze, dubbi, ostacoli.
Beato l’uomo che ha il coraggio di mettersi in cammino.

Signore, aumenta la nostra fede

SIGNORE, AUMENTA LA NOSTRA FEDE

16 Aprile 2023

La fede che noi cristiani chiediamo a Dio non ci risparmia dal dolore, dalle notti oscure ed insonni, dall’angoscia, dalla morte.
Il Vangelo odierno ci racconta del discepolo Tommaso, incredulo di fronte a Gesù Risorto, che dubita e vuole toccare le ferite di Gesù.
Tommaso rappresenta tutti noi.
Anche noi, nella nostra vita, incontriamo il buio, la confusione, l’abbandono, la morte. La fede che noi insistentemente chiediamo e che il buon Dio ci concede prende sul serio il nostro dolore, il nostro smarrimento, le nostre paure.
Ma… ecco il Vangelo. Lì incontriamo la vita, quella vera che nasce dal dolore accettato, riconosciuto, attraversato. E’ una vita che nasce dalle lacrime, dalla fatica, talvolta anche dalle incomprensioni. Quando siamo colpiti dal dolore, dallo smarrimento, da… guardiamo il Crocifisso.
Gesù ci mostra i suoi chiodi, le sue spine, le sue ferite. Lui ci ha amato fino a dare la sua vita.
Accogliamo con gioia e gratitudine le parole di Gesù rivolte ai suoi discepoli ed ora a tutti noi: “Pace a voi”.
Pace sulle nostre paure, sui nostri sensi di colpa, sulle insoddisfazioni.
Papa Giovanni Paolo II ha voluto che l’ottava di Pasqua fosse la “Giornata della Divina Misericordia” secondo la richiesta fatta da Gesù a Santa Faustina Kowalska.

Coraggio, il Signore è risorto 9/04/2023

CORAGGIO, IL SIGNORE E’ RISORTO !

9 Aprile 2023

Il Signore è risorto ! Questo è il grande annuncio !
Oggi, insieme alle pie donne, ci troviamo davanti al sepolcro, non per visitare una tomba ma per incontrare il Risorto.
Abbiamo bisogno di unirci al pellegrinaggio delle donne perché, se il dolore che provano è grande, lo è altrettanto e ancora di più l’amore che le ha fatte correre, di notte, al sepolcro.
Le donne non si lasciano impietrire dal dolore ma cercano di vincerlo con gesti di pietà e di affetto. Gesù è passato per davvero attraverso la morte, ad una morte orrenda, umiliante e dolorosa.
Gesù non è più nel sepolcro.
Credere nella risurrezione non significa evitare la morte ma attraversarla e vincerla. E’ la risurrezione che mette a prova la nostra fede. L’amore è più forte della morte.
Il Signore è risorto ! E’ risorto per chi si sente abbandonato da tutti, per chi non riesce a riprendere tra le mani la sua vita, per chi da anni si prende cura di un figlio o di un coniuge malato.
E’ risorto per chi fa Pasqua lontano dalla famiglia, per chi una famiglia non ce l’ha più. E’ risorto per chi non cerca mai Dio e oggi è qui davanti a Lui. Il Signore è risorto per dirci che, di fronte a chi decide di amare, non c’è morte che tenga, non c’è tomba che chiuda, non c’è macigno che non rotoli via.
Il Signore dice: Non temete! Da ora sarò sempre con voi !
Siamo discepoli di un Dio vivo e come sarebbe bello se questa gioia (almeno un po’…) riempisse la nostra vita.
Dobbiamo cercare il Signore, desiderarlo e invocarlo. Dobbiamo correre, spinti dal desiderio di vederlo e incontrarlo.
BUONA PASQUA

IL tuo regno non è di questo mondo 2/04/2023

IL MIO REGNO NON E’ DI QUESTO MONDO”

2 Aprile 2023

Con questa domenica ha inizio la settimana santa. Accogliamo anche noi, come i tanti pellegrini presenti a Gerusalemme, Gesù che varca le soglie della città. L’ingresso di Gesù in Gerusalemme si svolge in un clima di esultanza da parte della folla. Dopo l’accoglienza trionfale la scena cambia rapidamente. Gesù, condannato a morte dal potere politico, viene abbandonato dal potere religioso, dal popolo, dagli apostoli, tradito dagli amici, venduto da Giuda. Con che animo Gesù ha affrontato questi giorni? Cosa avrà attraversato il suo cuore? Cosa può provare uno che sa di trovarsi di fronte a questi avvenimenti? Chi, prima lo osannava, ora si rivolta contro di Lui.
Perché Gesù ha deluso le aspettative della folla?
Gesù stesso dirà: “tuttavia non la mia ma la tua volontà sia fatta”. Quando diciamo: “Signore, sia fatta la tua volontà”, sempre e veramente accettiamo la volontà di Dio o solo se coincide con la nostra? Il nostro amore è rivolto solo verso chi è legato a noi da vincoli di sangue mentre gli altri sono estranei di cui poco ci importa? Dio ci ama fino a morirne: questa è la bella notizia del cristianesimo!
Un Dio che ci ama anche se lo rinneghiamo, anche se lo tradiamo, anche se lo rifiutiamo. Dio non pretende nulla!
Lui è il Re dei perdenti, dei malati, degli ultimi, dei sofferenti.
Restiamo ai piedi della croce per imparare ad amare.