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Non vi lascerò orfani 14/05/2023

NON VI LASCERÒ ORFANI

14 Maggio 2023

Era l’ultima cena di Gesù con i suoi. Un momento delicato:
doveva prepararli al distacco, alla separazione, alla solitudine. Una sorta di testamento spirituale.
Gesù rassicura i suoi amici dicendo loro: “Non vi lascerò orfani”. Vi manderò un altro consolatore, lo Spirito Santo.
Lo Spirito Santo è l’ultimo estremo dono di Gesù. Spirito che li renderà sicuri e forti.
Chi non desidererebbe una vita a cui venga risparmiata la possibilità di sbagliare?
Le parole di Gesù: “Se mi amate e osserverete i miei comandamenti” sono un chiaro invito a vivere la nostra esistenza con amore.
Se amiamo qualcuno siamo impegnati a vivere per creare, favorire, far crescere la nostra relazione.
Se amiamo qualcuno viviamo con fedeltà la nostra relazione non come un obbligo ma come il modo più adatto per far crescere il nostro rapporto d’amore. Perché?
Perché tutti noi siamo stati amati di un amore che non ha eguali sulla terra. E’ bello percepire di essere amati!
Viviamo allora con gioia questa nostra esistenza con la viva speranza che si fonda nella certezza dell’amore di Dio.
A noi tutti è richiesto uno sforzo, un esercizio che ci può aiutare ad entrare in connessione con Dio: la preghiera.
Quando la nostra mente poggia su questa certezza la nostra vita sarà calma, rilassata, libera da pensieri, aperta all’azione di Dio.

Abbiate fede 7/05/2023

ABBIATE FEDE (Gv 14,1)

7 Maggio 2023

Perché avere fede? Se non possiamo avere fiducia in qualcosa o qualcuno che comunichi sicurezza, se non abbiamo qualcosa di forte in cui credere, saremo sempre vittime della incertezza e dell’inquietudine.
Il Vangelo odierno ci parla di una “casa”, un luogo caldo, familiare che dona conforto al cuore.
Tommaso, l’apostolo, dice a Gesù: “Signore, non sappiamo dov’è questa casa: come ci si arriva’ ?“
Gesù risponde: “Non abbiate paura. Io sono la via, la verità e la vita”. Non c’è una strada da percorrere, ma una Persona da incontrare, conoscere e seguire.
L’unico modo per vedere Dio è seguirlo, andare dietro a Lui, percorrere le sue strade.
Noi tutti cerchiamo salute, longevità, benessere, doni, ma, spesso, non cerchiamo il donatore.
E allora come vedere Gesù? con l’ascolto, aggrappandoci ad ogni parola del Vangelo, ad ogni gesto, ad ogni parabola ascoltata, restando vicini ai poveri senza trascurare né la preghiera né il servizio, senza mai trascurare la fame degli uomini, nostri fratelli.
Nel corso della vita è del tutto normale alternare momenti di gioia e di certezza a momenti di dubbio e di prova.
Signore, fa’ che la nostra fede sia forte, non tema le contrarietà e le avversità. Fa’ che la nostra fede sia gioiosa e dia pace e letizia al nostro spirito e ai nostri giorni.

Il buon pastore 30/04/2023

IL BUON PASTORE

30 Aprile 2023

Oggi, domenica del Buon Pastore, è la giornata mondiale per le vocazioni sacerdotali, istituita nel 1964 da Paolo IV.
L’Evangelista Giovanni ci presenta Gesù che si paragona al pastore. Il pastore conosce e ama le sue pecore a una a una, cammina con loro e le protegge. Le pecore riconoscono la sua voce, lo seguono, si fidano di lui.
Nel salmo 23 leggiamo: “Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla. Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce,.. mi guida per il giusto cammino”.
Una domanda è d’obbligo. E’ Cristo il nostro pastore?
Gesù afferma: “Io sono la porta delle pecore”. Porta che indica libertà, possibilità di fuga e di ritorno; indica anche passaggio, dialogo, comunicazione, lasciar passare, superare barriere, accogliere. Ricordiamo le parole di papa Francesco che invita i sacerdoti ad “avere l’odore delle pecore”.
Pensiamo ai tanti sacerdoti, alle tante religiose e volontari che, nel mondo, sono vicini a popolazioni tribolate, provate dalla guerra e dalla fame. Gesù, oltre che pastore, è medico ed è medicina. In Lui troviamo tutto quello che è necessario per andare al Padre.
Riconosciamo la sua voce? Rispondiamo al suo amore in modo tale da sentire la sua presenza? Nessun cristiano può evitare la sofferenza e la fatica. Teniamo sempre lo sguardo fisso su Gesù e l’orecchio del cuore pronto ad ascoltare la sua voce, in ogni momento. Seguendolo diventeremo strumenti e testimoni gioiosi.

Mettersi in cammino 23/04/1923

METTERSI IN CAMMINO

23 Aprile 2023

E’ domenica e siamo alla sera del giorno della risurrezione.
L’Evangelista Luca ci presenta due discepoli di cui solo di uno sappiamo il nome, Cleopa, e questo per dirci che l’altro potremmo essere noi, con il nostro nome, la nostra vita.
I due camminano diretti al villaggio di Emmaus e parlano tra loro degli avvenimenti di Gesù ma non riescono a comprenderli fino in fondo. Sono delusi ed è qui che Gesù in persona si affianca nel cammino. Si fa riconoscere dalle parole che dice, dal calore che illuminano, dal di dentro, la loro vita.
Lo sono a tal punto che sono i due ad insistere che quel misterioso compagno di viaggio si fermi con loro ad illuminare la sera che hanno dentro il cuore: “Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto”.
Sembrano parole di cortesia, non sono un comando, piuttosto una supplica, una dichiarazione di vita e di affidamento.
Gesù non se lo fa ripetere di nuovo e si ferma, spezza il pane e si fa riconoscere.
Non è forse, tutto questo, la nostra Messa domenicale?
La Messa è la celebrazione dove ci si trova insieme sulla stessa strada della vita, con i nostri dubbi e fatiche di vita e di fede. La Messa è un incontro che deve scaldare il cuore ed aprire la mente. Dovrebbe essere vissuta, dal cristiano, come una necessità, non come un dovere. La fede stessa è un continuo camminare, tra certezze, dubbi, ostacoli.
Beato l’uomo che ha il coraggio di mettersi in cammino.

Signore, aumenta la nostra fede

SIGNORE, AUMENTA LA NOSTRA FEDE

16 Aprile 2023

La fede che noi cristiani chiediamo a Dio non ci risparmia dal dolore, dalle notti oscure ed insonni, dall’angoscia, dalla morte.
Il Vangelo odierno ci racconta del discepolo Tommaso, incredulo di fronte a Gesù Risorto, che dubita e vuole toccare le ferite di Gesù.
Tommaso rappresenta tutti noi.
Anche noi, nella nostra vita, incontriamo il buio, la confusione, l’abbandono, la morte. La fede che noi insistentemente chiediamo e che il buon Dio ci concede prende sul serio il nostro dolore, il nostro smarrimento, le nostre paure.
Ma… ecco il Vangelo. Lì incontriamo la vita, quella vera che nasce dal dolore accettato, riconosciuto, attraversato. E’ una vita che nasce dalle lacrime, dalla fatica, talvolta anche dalle incomprensioni. Quando siamo colpiti dal dolore, dallo smarrimento, da… guardiamo il Crocifisso.
Gesù ci mostra i suoi chiodi, le sue spine, le sue ferite. Lui ci ha amato fino a dare la sua vita.
Accogliamo con gioia e gratitudine le parole di Gesù rivolte ai suoi discepoli ed ora a tutti noi: “Pace a voi”.
Pace sulle nostre paure, sui nostri sensi di colpa, sulle insoddisfazioni.
Papa Giovanni Paolo II ha voluto che l’ottava di Pasqua fosse la “Giornata della Divina Misericordia” secondo la richiesta fatta da Gesù a Santa Faustina Kowalska.

Coraggio, il Signore è risorto 9/04/2023

CORAGGIO, IL SIGNORE E’ RISORTO !

9 Aprile 2023

Il Signore è risorto ! Questo è il grande annuncio !
Oggi, insieme alle pie donne, ci troviamo davanti al sepolcro, non per visitare una tomba ma per incontrare il Risorto.
Abbiamo bisogno di unirci al pellegrinaggio delle donne perché, se il dolore che provano è grande, lo è altrettanto e ancora di più l’amore che le ha fatte correre, di notte, al sepolcro.
Le donne non si lasciano impietrire dal dolore ma cercano di vincerlo con gesti di pietà e di affetto. Gesù è passato per davvero attraverso la morte, ad una morte orrenda, umiliante e dolorosa.
Gesù non è più nel sepolcro.
Credere nella risurrezione non significa evitare la morte ma attraversarla e vincerla. E’ la risurrezione che mette a prova la nostra fede. L’amore è più forte della morte.
Il Signore è risorto ! E’ risorto per chi si sente abbandonato da tutti, per chi non riesce a riprendere tra le mani la sua vita, per chi da anni si prende cura di un figlio o di un coniuge malato.
E’ risorto per chi fa Pasqua lontano dalla famiglia, per chi una famiglia non ce l’ha più. E’ risorto per chi non cerca mai Dio e oggi è qui davanti a Lui. Il Signore è risorto per dirci che, di fronte a chi decide di amare, non c’è morte che tenga, non c’è tomba che chiuda, non c’è macigno che non rotoli via.
Il Signore dice: Non temete! Da ora sarò sempre con voi !
Siamo discepoli di un Dio vivo e come sarebbe bello se questa gioia (almeno un po’…) riempisse la nostra vita.
Dobbiamo cercare il Signore, desiderarlo e invocarlo. Dobbiamo correre, spinti dal desiderio di vederlo e incontrarlo.
BUONA PASQUA

IL tuo regno non è di questo mondo 2/04/2023

IL MIO REGNO NON E’ DI QUESTO MONDO”

2 Aprile 2023

Con questa domenica ha inizio la settimana santa. Accogliamo anche noi, come i tanti pellegrini presenti a Gerusalemme, Gesù che varca le soglie della città. L’ingresso di Gesù in Gerusalemme si svolge in un clima di esultanza da parte della folla. Dopo l’accoglienza trionfale la scena cambia rapidamente. Gesù, condannato a morte dal potere politico, viene abbandonato dal potere religioso, dal popolo, dagli apostoli, tradito dagli amici, venduto da Giuda. Con che animo Gesù ha affrontato questi giorni? Cosa avrà attraversato il suo cuore? Cosa può provare uno che sa di trovarsi di fronte a questi avvenimenti? Chi, prima lo osannava, ora si rivolta contro di Lui.
Perché Gesù ha deluso le aspettative della folla?
Gesù stesso dirà: “tuttavia non la mia ma la tua volontà sia fatta”. Quando diciamo: “Signore, sia fatta la tua volontà”, sempre e veramente accettiamo la volontà di Dio o solo se coincide con la nostra? Il nostro amore è rivolto solo verso chi è legato a noi da vincoli di sangue mentre gli altri sono estranei di cui poco ci importa? Dio ci ama fino a morirne: questa è la bella notizia del cristianesimo!
Un Dio che ci ama anche se lo rinneghiamo, anche se lo tradiamo, anche se lo rifiutiamo. Dio non pretende nulla!
Lui è il Re dei perdenti, dei malati, degli ultimi, dei sofferenti.
Restiamo ai piedi della croce per imparare ad amare.

Dalle tenebre alla luce 26/03/2023

DALLE TENEBRE ALLA LUCE

26 Marzo 223

Il Vangelo odierno ci fa già percepire l’atmosfera della Pasqua presentandoci l’episodio in cui Gesù si trova davanti alla morte dell’amico Lazzaro. Gesù è il Signore della vita e della morte e lo dimostra facendo risorgere Lazzaro, non senza però aver prima pianto per la sua morte.
Tutti noi siamo invitati a credere che in Gesù abbiamo la salvezza, una salvezza che non è soltanto per il tempo dell’esistenza terrena, ma che è eterna. Se crediamo in Gesù vedremo trasformarsi la tomba in un giardino; se crediamo in Gesù le tenebre diventeranno Luce.
Anche Gesù ha pianto! Le lacrime sono l’annuncio che la vita non è infinita, che l’amore è sempre minacciato, che la felicità è fragile. Il racconto odierno non ci parla solo di lacrime e di dolore ma anche di speranza: “Se tu fossi stato qui Lazzaro non sarebbe morto” dice Marta. La vita è un’implacabile successione di lacrime e di risurrezioni, qualche volta di amore. E’ l’amore che genera speranza e vita nuova. Vuoi vivere? AMA, senza temere le lacrime. Vuoi vivere una vita ricca di continue risurrezioni, di speranza, di pace? AMA ancora di più.
Ciò che conta è lasciarci condurre da Gesù, il nostro Maestro, verso una nuova comprensione delle cose, disponibili a favorire il passaggio dalla morte alla vita.
C’è una fede che va oltre la rassegnazione. Non moriremo per sempre! Gesù ci ha promesso la risurrezione, la vita eterna.

Bisognosi di luce 19/03/2023

BISOGNOSI DI LUCE

19 Marzo 2023

Il Vangelo odierno ci racconta la storia di un pover’uomo che, grazie a Gesù, vede per la prima volta la luce del sole, per la prima volta gli occhi di sua madre.
Gesù si avvicina a quest’uomo, cieco dalla nascita, lo tocca, prova compassione e gli dona una nuova vita.
L’Opera di Dio è una sola: dare la vita e darla in abbondanza.
Il Vangelo di oggi è un invito a leggere il dolore alla luce di Dio.
Per tutti noi il dolore ci impone una domanda. Che male ho fatto? Perché a me? Sono tante le situazioni di sofferenza e d’ingiustizia davanti alle quali diciamo: cosa possiamo fare?
Vera sventura, tuttavia, non è la malattia ma l’essere senza luce, senza speranza.
Gesù viene a noi per donarci un altro tipo di luce, la luce della fede che è: “l’occhio di dio sugli avvenimenti” (Don Mazzolari). E noi proviamo dolore per il dolore del mondo? O siamo ciechi anche noi?
Gesù ha detto un giorno: “Voi siete la luce del mondo”.
Ma com’è possibile, per noi, essere luce se non sappiamo come comportarci coi nostri figli, coi nostri coniugi!
Il cammino della fede diventa luminoso quando noi cominciamo a fare i primi passi fidandoci; bisogna però rischiare e avere il coraggio di proseguire il cammino anche se ci sembra di non vedere ad un passo di distanza.
Lasciamoci incontrare da Gesù e, come il cieco, potremo dire: Credo Signore.

Signore, dammi di quest’acqua 12/03/2023

SIGNORE, DAMMI DI QUEST’ACQUA” (Gv 4,15)

12 Marzo 2023

Nel Vangelo odierno incontriamo Gesù in grado di dare un senso alla vita dell’uomo, di ogni uomo.
La donna samaritana che Gesù incontra al pozzo è una donna alla ricerca di un senso da dare alla sua vita.
Nonostante i suoi tanti amori la donna era rimasta ancora nel deserto dell’amore. La donna samaritana scopre, per la prima volta, che cos’è l’amore.
Questa è la strada dell’uomo: da una piccola sete verso la grande sete.
Cercare e trovare un’acqua che diventa sorgente, per noi e per gli altri. Come? Con i gesti, la parola, l’accoglienza, la preghiera, l’ascolto, persino il pianto. Basta rimanere in cammino verso ogni creatura assetata che è attorno a noi.
Talvolta crediamo di spegnere la nostra sete affidandoci a qualcosa o qualcuno. Vaghiamo così, di pozzo in pozzo, di esperienza in esperienza trascorrendo un’intera esistenza cercando, vagando…
Il nostro cuore è fatto per DIO: niente che non sia lui lo può colmare. Dio ci cerca senza smettere mai di credere ad una nostra conversione. Egli è fedele e aspetta….
Allora, come la samaritana, anche noi diremo: “Signore, dammi di quest’acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua”.
Gesù ci ha detto: “Chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno”. (Gv 4,13-15).