Tutti gli articoli di Flavio Dal Lago

Non resterà pietra su pietra 13/11/2022

NON RESTERÀ PIETRA SU PIETRA

13 Novembre 2022

Gesù annuncia la distruzione del Tempio.
Il Tempio di Gerusalemme dava sicurezza tanto era maestoso, ricco di doni votivi. Eppure anche ciò che sembra durare a lungo patisce l’eventualità negativa. Tutto appare precario: la pace, il clima, l’economia, il lavoro.
Anche ai nostri giorni la guerra in atto ha distrutto e continua a distruggere una terra meravigliosa, chiamata granaio d’Europa.
Per non parlare poi di ciò che accade a tanti che, per la fede in Gesù, mettono in pericolo la loro vita.
Gesù, nel Vangelo odierno, ci incoraggia a superare la naturale e comprensibile paura grazie alla certezza che “nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto” (Lc 21,18).
Affermare che non resterà pietra su pietra è un chiaro invito a non identificarci con l’opera delle nostre mani. Nessuno equivale ai risultati ottenuti o agli obiettivi raggiunti o alle costruzioni realizzate.
San Francesco ci ha detto: L’uomo vale quanto vale davanti a Dio, nulla di più”. Non resta l’opera delle nostre mani.
Resta soltanto l’amore che ha mosso i passi, guidato le intenzioni, animato i nostri gesti. Questo, sì, resta ed è per questo che bisogna operare. “Non lasciatevi ingannare… Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime” (Lc 21,8).
Il nostro compito è attraversare la storia fidandoci della fedeltà della promessa di Dio che si esprime mediante la nostra capacità di restare fedeli nelle prove di ogni giorno.

Signore accresci in noi la speranza 06/11/2022

SIGNORE ACCRESCI IN NOI LA SPERANZA

6 Novembre 2022

Anche fra noi cristiani vi sono alcuni che professano un cristianesimo senza risurrezione, una fede che ha come unico orizzonte i giorni dell’uomo, nulla più.
Il dopo è escluso e al massimo arriviamo a pensare ad un dopo come premio per il bene compiuto o una punizione per il male commesso.
Credere nella risurrezione è, per tutti noi, difficile.
Quando ci manca la prospettiva dell’eterno, del Paradiso, di una vita nuova, la nostra esistenza, qui, ora, su questa terra, diventa triste, senza speranza.
Dovremmo, invece, anticipare qui, su questa nostra attuale esistenza, la fede in ciò che vivremo nel Paradiso.
La folta schiera di Santi che ci hanno preceduto, indicandoci sentieri talvolta impervi e dolorosi, ci deve essere di stimolo per vivere bene la nostra esistenza attuale.
Più forte della morte è l’amore!
Ad avere la meglio sulla morte sarà l’amore che non avrà mai fine perché resterà anche quando la vita terrena sarà conclusa.
Nel libro “ I fratelli Karamazov” il grande scrittore Dostoevskij ha scritto: “Resusciteremo senz’altro, ci vedremo, ci racconteremo l’un l’altro allegramente e gioiosamente tutto ciò che è stato”.
Come cristiani dobbiamo credere nella vita senza fine, nella vita eterna e rendere importante il nostro momento nella vita terrena.
Coloro che avranno creduto seriamente alla risurrezione risorgeranno” (Lc 20,35).

Incontrare Gesù cambia la vita 30/10/2022

INCONTRARE GESÙ CAMBIA LA VITA

30 Ottobre 2022

L’Evangelista Luca ci parla, oggi, di Zaccheo, capo degli esattori di tasse e molto ricco. Quest’uomo, saputo che Gesù sarebbe passato per Gerico, corre per le strade della città ansioso di vedere da vicino Gesù. Non era facile dal momento che Zaccheo era piccolo di statura. Con astuzia si arrampica su di un albero e attende il passaggio di Gesù, che vedendolo lo guarda e gli dice: Zaccheo, scendi subito, oggi devo fermarmi a casa tua”. Zaccheo voleva solo vedere Gesù, ora si sente guardato, raggiunto dal suo sguardo.
Dio sta alla porta e bussa.
Zaccheo, felice per l’incontro con Gesù, cambia vita, restituisce quanto rubato e dona metà dei suoi beni ai poveri.
Evidentemente, da tempo, Zaccheo portava nel cuore il desiderio di ritrovare se stesso, cambiare vita, riprendere a sperare. Nessuno ci avrebbe creduto.
Zaccheo diventa incurante delle mormorazioni e insegna a tutti noi la strada da compiere se non vogliamo che l’incontro con Gesù resti solo il ricordo di un attimo. Il cercatore si accorge di essere cercato.
Come non ricordare allora la “SOSTA” di S. Bertilla tra noi.
Moltissima gente ha potuto gustare una visita, breve, intensa, commovente davanti alla sua urna.
Molti anziani, infermi, su carrozzine, sostenuti dai figli, nipoti, con tanta difficoltà hanno sostato, pregato, pianto davanti alla nostra concittadina.
Sicuramente di tutto ciò resterà un ricordo da proteggere, rinvigorire e diffondere.

Due diversi modi di pregare 23/10/2022

DUE DIVERSI MODI DI PREGARE

23 Ottobre 2022

Una storia, due personaggi: un fariseo e un pubblicano.
Due uomini che salgono al tempio a pregare, due modi diversi di stare davanti a Dio.
Il fariseo si ritiene giusto perché, a differenza degli altri, rispetta scrupolosamente la legge. Fa una preghiera in piedi, in silenzio, fa una preghiera di ringraziamento. Non attende nulla da Dio, si sente a posto. Ha già i suoi meriti. Sicuro di sé si sentiva migliore degli altri, gonfio di superbia.
Quest’uomo aveva dimenticato che, davanti a Dio, noi tutti dobbiamo presentarci non perché giusti, perfetti, ma perché bisognosi di perdono e di misericordia.
Il pubblicano, amico dei Romani, odiato dagli ebrei, se ne sta in silenzio. E’ un povero peccatore che ha bisogno del perdono di Dio. La sua preghiera è breve.
E noi a chi assomigliamo?
Al pubblicano, reo confesso che desidera confessarsi?
Al fariseo che si ostina ad elencare i suoi meriti giudicando gli altri?
Entrambi hanno bisogno di essere perdonati !
Con quanta facilità ci succede anche oggi di fare confronti e di sentirci superiori agli altri, giudicando in base alle apparenze.
Più un uomo è capace di vedersi peccatore, più diventa accogliente con gli altri.
Pregare è aprire le stanze della nostra vita e lasciare che Dio illumini tutto ciò che è oscuro.

Santa Maria Bertilla 20/10/2022

SANTA MARIA BERTILLA 

20 Ottobre 2022

n. Brendola 6.10.1888 m. Treviso 20.10.1922
Nata da una famiglia di agricoltori ha saputo, con la semplicità del cuore ed un dolce sorriso, ascoltare e sorreggere ogni persona incontrata sul suo cammino. Un cammino breve, quello di Suor Bertilla, durato appena 34 anni, accompagnato da incomprensioni, umiliazioni e dolori fisici.
Una breve vita accanto ai bambini difterici e ai malati degli ospedali di Treviso e Viggiù. Indifferente a tutto, tanto ai biasimi che alle lodi, si è spesa per lenire e curare quanti incontrava nel suo servizio.
Le sue ultime parole, prima di morire, sono state: “TUTO XE GNENTE ( tutto è niente). Ora, in coro unanime, chiediamo a Santa Bertilla tornata a casa.
Nella sua Brendola di: aiutare quanti sono nel dolore e nella malattia – sostenere le persone anziane, sole, senza il conforto di anime buone – confortare chi è nel dubbio, chi si sente smarrito, senza ideali – incoraggiare i giovani e gli sposi a continuare nel loro cammino di crescita.

Dio ascolta il nostro grido 16/10/2022

DIO ASCOLTA IL NOSTRO GRIDO

16 Ottobre 2022

Gesù disse ai discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi (Lc 18,1).
L’uomo è esortato a non abbandonare, per debolezza, la battaglia.
La vita, la verità, l’amore, la libertà appartengono all’uomo forte, coraggioso, che non teme, che continua a sperare.
La preghiera ininterrotta è un AMARE, un VOLER ESSERE, un desiderio di UNIRCI A DIO.
E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di Lui (Lc 18,7). Li farà a lungo aspettare?
Dio, presente nella storia, prima o poi interverrà. Chi ha fede non perderà mai la speranza.
La vera sconfitta per l’uomo è mollare tutto, nella convinzione di non essere ascoltato. Un uomo capace di amare riesce anche a sopportare i silenzi. Sa attendere tempi migliori, portare pesi inimmaginabili, senza mai stancarsi.

Passare da guarito a salvato 9/10/2022

PASSARE DA GUARITO A SALVATO

9 Ottobre 2022

Il Vangelo odierno ci parla di un gruppo di uomini, dieci uomini malati di lebbra. La malattia che li ha colpiti è terribile; sono costretti a vivere isolati, lontani dagli affetti, dai propri cari e costretti a nascondersi.
Gesù si avvicina loro e accoglie le loro suppliche: Gesù, Maestro, abbia pietà di noi” (Lc 17, 13).
Quei dieci uomini si fidano di Gesù e si recano dai sacerdoti sanati nel corpo. Questi disperati hanno fede e si mettono in cammino perché è camminando che si apre la strada. E’ un appello anche per noi a credere, a fare ancora un passo, a non arrenderci, a non aspettare…
Solo uno dei dieci torna da Gesù per ringraziarlo; è un Samaritano, un escluso, un emarginato, il solo che ha capito di essere stato guarito dalla malattia e salvato dall’incontro con Gesù.
Non è forse vero che dopo una prova dolorosa, una malattia, un tradimento, una delusione, noi riprendiamo a vivere grazie all’incontro con il nostro Dio?
I cristiani sono coloro che camminano, fiduciosi che Dio, mentre sono in cammino, li guiderà alla guarigione.
I nove che non ritornano da Gesù recuperano solo la salute.
Il samaritano, invece, trova anche la fede che darà, alla sua vita, un senso nuovo.
Siamo invitati tutti a diventare come quell’uno su dieci, capaci di ricevere, capaci di ritornare, capaci di ringraziare.
Per noi saranno vere le parole di Gesù:
Alzati e va’, la tua fede ti ha salvato” (Lc 17,19).

Il potere miracoloso di un granellino di senape 2/10/2022

IL POTERE MIRACOLOSO DI UN GRANELLINO DI SENAPE

2 Ottobre 2022

Nel vangelo odierno Gesù indica la condizione e i doveri di chiunque cerchi la fede. Come hanno detto gli apostoli noi tutti abbiamo una fede fragile, debole.
Chi cerca la fede si senta come il servo che ha la mansione di lavorare un campo o di custodire un gregge.
Nella vita di ogni giorno possiamo confondere la fede con la pratica religiosa. Si può essere immersi nelle pratiche religiose e non avere fede. Gesù ci dice: “Chi ha fede in me non morirà!” (Gv 11,26)
La fede è una tranquilla e costante sensazione di Dio, per cui ogni uomo agisce, vive, opera con sereno equilibrio e non si lascia sopraffare o turbare dal nulla.
Preghiamo affinché, come gli apostoli, possiamo anche noi dire: “Signore accresci la nostra fede” (Lc 17,5)
Gesù ci dice che, se anche fosse piccolissima, fragilissima, basterebbe. Ne basta un niente per cambiare le cose, la vita stessa. Nei momenti tristi, dolorosi, difficili della nostra vita, ascoltiamo le parole del Profeta Abacuc: “Fino a quando signore non risponderai? Fino a quando te ne starai nascosto e non ascolterai? Fino a quando?
Il Profeta Abacuc ci dice: “Ciò che tarda verrà”. Verrà dall’alto, verrà da Dio, perché nulla è impossibile a Dio.
La fede è un modo nuovo di guardare la vita:
Essere fedeli a Dio.
Ce l’abbiamo questa fede? Ne basta un granellino.

Briciole di pane, briciole d’amore 25/09/2022

BRICIOLE DI PANE, BRICIOLE D’AMORE

15 Settembre 2022

La parabola del vangelo odierno pone il problema della relazione tra i ricchi e i poveri.
Lazzaro è un mendicante che conosce la polvere delle porte dei ricchi e aspetta di raccogliere ciò che cade dalle tavole dei banchetti. Lazzaro, che fa l’esperienza dell’ingiustizia, è chiamato per nome e ha raggiunto la consolazione. Il ricco, che ha perso l’occasione di rapporti umani autentici, abbagliato dal potere, è indifferente ed incapace di raccogliere il dolore di Lazzaro.
In questa storia, assai comune, manca ogni senso di solidarietà.
Il povero è sulla strada, il ricco è al coperto, comodo, all’interno della sua casa.
Il ricco ha tutto, il povero è fuori, tra i cani e non possiede nulla.
Il cristiano non è tanto uno che non uccide, ma uno che fa ed aiuta a vivere. Il cristiano non è tanto uno che non ruba, ma uno che condivide i suoi beni con gli altri.
Dio non sta a guardare! Non è assente e lontano. Dio parla e lo fa quotidianamente. Noi da che parte stiamo?
Siamo noi stessi Lazzaro o almeno sappiamo vedere Lazzaro che giace alla nostra porta, nella persona dei poveri, degli svantaggiati, degli esclusi…?
Per quanto possa sembrare assurdo esiste una ricchezza che rende poveri perché fa smarrire le ragioni del cuore e ci allontana dagli altri.
Il ricco si accorgerà della necessità di relazione solo quando sarà troppo tardi. Poco vale pentirsi dopo, è assai meglio riflettere prima.
Chiamati a scegliere continuamente tra responsabilità e spensieratezza cominciamo a guardare meglio chi sta alla porta di casa.
Ciò che vale è il piegarsi dell’uomo sull’uomo, sia pure con le briciole.

Siamo solo amministratori ! 18/09/2022

SIAMO SOLO AMMINISTRATORI !

18 Settembre 2022

Un fattore, accusato dal padrone di aver avuto una cattiva amministrazione dei beni, chiama i debitori e riduce notevolmente i loro obblighi. Il padrone, contrariamente alle aspettative, loda il fattore infedele.
Il Vangelo ci mostra come i figli di questo mondo siano furbi, scaltri, svelti, interessati, capaci nei loro affari materiali e magari disonesti.
Non altrettanto si può dire per quanto riguarda l’anima, la vita divina e la fede!
Il Signore, nel Vangelo odierno, loda l’amministratore non certo per la disonestà ma piuttosto per il coraggio di prendere decisioni, per la capacità di cercare una soluzione.
Quale insegnamento trarre da questa vicenda?
Tutto ciò che abbiamo non è nostro, lo abbiamo ricevuto da Dio! Con questa ricchezza che non è nostra, usando la prontezza, l’inventiva, la passione possiamo fare molto, possiamo essere di aiuto a tanti fratelli, possiamo diffondere il bene!
Come l’amministratore, di cui parla il Vangelo, anche noi possiamo chiederci:
Siamo stati disonesti? Proviamo a restituire ciò di cui ci siamo appropriati.
Abbiamo fatto del male a qualcuno? Proviamo a compiere il bene.
Abbiamo fatto soffrire qualcuno? Proviamo a renderlo felice.
Facciamoci carico della felicità altrui e Dio si farà carico della nostra.