Tutti gli articoli di Flavio Dal Lago

Un germe di vita nuova 23/03/2025

UN GERME DI VITA NUOVA
E’ POSSIBILE AD OGNI PRIMAVERA

Certo: il Signore è con noi!
Egli non si stanca di prendersi cura della nostra situazione e di venirci incontro: lo fa rivolgendoci ancora la sua Parola e spezzando per noi il Pane di Vita.
Il problema è che, anche se Dio è con noi e per noi, tante volte noi ne facciamo volentieri a meno: ci sentiamo tanto giusti davanti a lui e a posto in coscienza, che spesso non ci accorgiamo che la nostra vita si sta inaridendo, incapace di portare quei frutti di carità, di giustizia, di comunione e di pace che sono l’espressione più bella e significativa del nostro essere uomini.
Ecco perché è urgente convertirsi, cioè comprendere che stiamo percorrendo una strada sbagliata e ritornare a Dio con tutto il cuore, certi che egli ci accoglierà: è quello che possiamo sperimentare ogni volta che celebriamo l’Eucaristia!
Il cammino di conversione può portare a scelte strazianti e sconvolgenti. Ci sono situazioni in cui non è facile agire o da cui è ormai impossibile tornare indietro: scelte come quella di chi ha divorziato, di chi ha rotto con la Chiesa, con la vita religiosa… non si possono facilmente modificare;  una forte ingiustizia patita; un comportamento abituale di diffidenza tra marito e moglie, tra genitori e figli; la lotta che coinvolge famiglie, una vendetta che è andata oltre i propri intenti…
Eppure per tutto è valido sempre l’appello alla conversione! È un cammino impegnativo: un cammino che strazia e che esige il rispetto e l’aiuto di tutta la comunità. Esige la comprensione di chi sa che certe scelte non sempre dipendono dalle persone, e che certe situazioni possono verificarsi per ognuno di noi. Cristo non ha permesso di sradicare una pianta a prima vista improduttiva: un germe di vita nuova è possibile ad ogni primavera!

Dio: nostro alleato nelle sfide della vita!16/03/2025

DIO: NOSTRO ALLEATO
NELLE SFIDE DELLA VITA!

Quando Dio irrompe nella vita di un uomo sconvolge piani, sra­dica sicurezze, domanda la rinuncia a progetti e ambizioni personali, chiede incrollabile fiducia nelle sue proposte.
Ma  ciò che egli prospetta supera ampiamente ogni attesa e previsione umana.
Abramo e Cristo, non a caso scelti come personaggi-chiave di questa Domenica, nella loro disponibilità e obbedienza sperimentano la risposta di Dio: la luminosa teofania incoraggia entrambi ad affrontare il cammino che resta da percorrere fino al possesso della terra (prima lettura), fino alla gloria della risurrezione (vangelo).
Se questa seconda tappa del nostro cammino quaresimale ci vede interessati e disponibili a fermarci e fare il punto della situazione, vuol dire che sentiamo di avere qualcosa da spartire con questo Dio che ci spinge nel deserto, che ci chiede di lasciare le nostre piccole e false sicurezze…
Se ci pensiamo bene, ci accorgiamo, comunque, che è Lui a rischiare di più: è lui che ci viene incontro e ci propone la sua amicizia, restando fedele anche quando noi gli voltiamo le spalle…
Ogni volta che celebriamo l’Eucaristia o viviamo il Sacramento della Riconciliazione, egli si fa conoscere come veramente è: Dio onnipotente e misericordioso che nel suo Figlio Gesù ci ha detto e dato tutto!
Di fronte a questa iniziativa di Dio non ci resta che scegliere se fidarci o no… se preferiamo restare chiusi nella nostra autosufficienza o ci apriamo al rapporto con lui: una amicizia esigente, ma l’unica che ci permetterà di essere uomini e donne in pienezza… capaci anche noi di mostrare una umanità “trasfigurata” dall’amore: libera dall’orgoglio, dall’egoismo e dalla presunzione!

Tentazioni di Gesù 09/03/2025

TENTAZIONI DI GESU’:
TENTAZIONI DEL DISCEPOLO!

Ascoltando il pressante invito “convertiti e credi al Vangelo!” siamo entrati nel Tempo santo della Quaresima.
In questi quaranta giorni dobbiamo chiederci se vogliamo veramente essere uomini liberi: e lo Spirito Santo ci farà capire che libertà non è fare ciò che si vuole, ma realizzare la propria umanità, diventando sempre più “immagine e somiglianza” di Dio, nostro Padre; solo allora saremo liberi dalla schiavitù dell’avere, del potere, del successo.
Nel deserto in cui spesso si trasforma la nostra vita, il Signore non ci fa mancare la sua “com-pagnia”, spezzando per noi il pane della sua Parola e del suo Corpo.
Al cuore della Chiesa l’Eucaristia è magistero di lotta anti-idolatrica. I cristiani devono ottemperare i tre comandi: celebrare l’eucaristia; servirsi gli uni gli altri; pregare. Queste sono tre notae ecclesiaefractio paniscomunionepreghiera (At 2,42).
La fede che ha condotto Gesù a vincere le tentazioni deve diventare la fede dei discepoli nella loro lotta contro le tentazioni. Fede nutrita e rinvigorita dall’Eucaristia.
Come la stagione e la natura si stanno orientando decisamente verso la primavera, che farà rifiorire la vita dopo la nudità e il freddo dell’inverno, così ciascuno di noi (e la nostra Comunità) è chiamato a lasciare l’egoismo e l’orgoglio e prepararsi a portare i frutti della fraternità e della pace: è questa la “nuova creazione” che Dio vuole realizzare nonostante il peccato dell’uomo; è questa la “conversione” a cui Gesù ci invita col suo Vangelo.

Capaci di vincere il male 02/03/2025

CAPACI DI VINCERE IL MALE
CON LA FORZA DELLA FIDUCIA IN DIO
COME SAN ROCCO!

Ogni Domenica ci riuniamo per fare Eucaristia, cioè per “rendere grazie” a Dio che, per mezzo di Gesù, ci dà la vittoria sul male e sulla morte.
In forza di questa celebrazione ciascuno di noi è impegnato a partecipare a questa vittoria e ad attuarla in se.
Chi crede in Gesù e mette in atto il suo stile di vita può cambiare le vicende del mondo e trasformarle in storia di salvezza.
Parlare di Gesù è credibile solo se, accogliendolo nella propria vita personale e comunitaria, si mettono in atto atteggiamenti nuovi, come ha saputo fare, al suo tempo e nella propria vicenda, san Rocco, all’intercessione del quale il nostro paese torna ad affidarsi nella ricorrenza votiva del 3 marzo.
Apriamoci allora alla scuola della Liturgia e dei Santi, che ci aiuteranno a comprendere e assumere lo stile della fiducia filiale nel Padre e dell’accoglienza fraterna verso tutti gli uomini.

Solo l’amore per il nemico 23/02/2025

SOLO L’AMORE PER IL NEMICO PUO’ VINCERE L’AMORE PER LA GUERRA!

Ogni volta che ci ritroviamo insieme per celebrare la divina liturgia, noi facciamo esperienza dell’amore misericordioso di Dio, che continuamente vuole riconciliare a sè il mondo per mezzo di Gesù Cristo, suo Figlio.
Dio ama! È questa l’esperienza che possiamo fare: Dio ama il suo popolo, ama ogni singola persona, ama soprattutto i più svantaggiati e poveri! Infatti Dio non ci ama per i nostri meriti, ma per sua gratuita bontà.
Per amore Dio ci ha creati… e per un amore sorprendente e “testardo” continua a volerci bene anche se noi ci allontaniamo da lui: per questo il Figlio di Dio si è incarnato, è morto ed è risorto per noi… Gesù narra un Dio che unilateralmente mantiene la relazione di amore con chi lo rigetta e lo rifiuta.
L’amore del nemico è esercizio di libertà: libertà dalla violenza dell’altro che non ha il potere di vincerci e portarci a ripeterla; libertà da noi stessi, che non ci sentiamo derubati della nostra umanità da gesti anche violenti o umilianti che subiamo sicché abbiamo la lucidità di trasformare gesti in cui patiamo una spogliazione in atti di donazione (“a chi ti strappa il mantello non rifiutare neanche la tunica … da’ a chiunque ti chiede”); libertà nei confronti delle cose e dei beni (“a chi prende le tue cose, non chiederle indietro … prestate senza sperarne nulla”). Questa prassi si radica nell’interiorità e necessita, aggiunge Gesù, della preghiera: pregare significa innestare per fede il proprio cuore, la propria mente e il proprio corpo nell’agire che fu di Cristo Gesù, il quale sulla croce pregava per i suoi aguzzini (cf. Lc 23,34). In ogni celebrazione noi ci incontriamo ancora una volta con questo amore misericordioso e fedele, che non si stanca di rivolgerci la sua Parola e di invitarci alla sua tavola: se ci lasceremo coinvolgere, diventeremo anche noi capaci di amare come lui…

Avere fiducia 16/02/2024

AVERE FIDUCIA:
DECENTRARSI DA SE’ STESSI
PER AFFIDARSI ALL’ALTRO E AGLI ALTRI

Nella liturgia di questa Domenica ci sentiamo dire “se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede … ma Cristo è risuscitato dai morti !”; è questo il senso del nostro ritrovarci e del nostro pregare insieme: Cristo è risorto e con la sua risurrezione ha rinnovato la vita dell’uomo!
È un rinnovamento radicale, che permette a ciascuno di noi e alle nostre comunità di liberarsi dal ripiegamento egoistico e presuntuoso in sè stessi, per vivere come Cristo, interamente rivolti al Padre e ai fratelli.
Gesù afferma che è necessaria una scelta di campo, un’opzione che in definitiva è tra l’autosufficienza e la fiducia nel Signore, ovvero tra l’idolatria e la fede: questo dice Geremia (Prima Lettura) con la polarità tra chi confida nell’uomo e chi confida nel Signore, e questo dice il Vangelo che mette a confronto chi è povero (e dunque affamato e afflitto) e chi è ricco (e dunque sazio e gaudente).
Porre la fiducia “nel Signore” implica un processo di spogliamento, di disarmo, cioè un cammino di verità nei confronti di se stessi. Un far cadere le maschere con cui non solo ci illudiamo di essere forti, ma pensiamo anche di poter esorcizzare la morte. E l’atto di fiducia si configura come paradossale: la propria saldezza la si trova in un movimento che ci decentra da noi stessi. L’atto di fiducia ha una struttura pasquale, implica una morte a se stessi per trovare vita e saldezza in altri da sé. La Parola che ascoltiamo insieme, e il Pane di Vita che spezziamo tra di noi sono l’espressione di questo nuovo stile di vita: essere felici, contenti, non perché pensiamo solo a noi stessi, ma perché anche in mezzo alle prove della vita, Dio e i fratelli sono la nostra famiglia.

Un incontro che cambia la vita 9/02/2025

UN INCONTRO CHE CAMBIA LA VITA

Anche se andiamo in chiesa per nostra libera scelta…, anche se ci sembra di essere bravi cristiani perché facciamo il nostro dovere, dobbiamo riconoscere che il primo a prendere l’iniziativa è stato il Signore: è lui che ci ha scelti e amati da sempre! È lui che ci ha chiamati a conoscerlo e a seguirlo! È lui che sale continuamente sulla barca della nostra vita e ci permette una navigazione serena e una pesca abbondante…
L’incontro con il Signore è un’esperienza pasquale, un’esperienza di morte che fa approdare a una nuova vita… o a una nuova fase della vita!
Si tratta di un passaggio, di una iniziazione…! Isaia si dispone a essere inviato dal Signore nella missione che gli affiderà; Pietro si vede trasformato da pescatore in pescatore di uomini. Così la vocazione-incontro si concretizza in un’esperienza esistenziale di “crisi”. E la crisi, quando evolve positivamente, diviene un nuovo assetto esistenziale (“Eccomi, manda me”: Is 6,8; “Sarai pescatore di uomini”: Lc 5,10).
Il nostro andare alla Messa Domenicale è la nostra risposta alla sua chiamata: ci rendiamo conto di non essere i migliori, i più bravi… anzi: tante volte la nostra vita lascia a desiderare… ma ci basta sapere che il Signore ci conosce e ci ama così come siamo: non si stanca di rivolgerci la sua Parola efficace e di nutrirci con il Pane di vita eterna.

L’incontro di 2 debolezza

L’INCONTRO DI DUE DEBOLEZZE

Poiché quest’anno il giorno 2 febbraio, celebrazione della Presentazione di Gesù al Tempio quaranta giorni dopo Natale, cade di Domenica, è questa festa – che in origine (e ancor oggi nelle Chiese orientali) si chiamava Hypapante (“l’incontro”) – che viene ricordata dalle letture bibliche della liturgia eucaristica e, in particolare, dal brano evangelico di Luca 2,22-40.
Dopo le Domeniche in cui la liturgia ci ha condotto a contemplare il Gesù che fu battezzato da Giovanni e che, “circa trentenne” (Lc 3,23), iniziò il suo ministero e insegnava con autorevolezza nella sinagoga di Nazaret (Lc 4,16-21), ora siamo ricondotti al Gesù che, ad appena quaranta giorni dalla nascita, viene portato al tempio dai genitori per essere presentato al Signore (cf. Lc 2,22).
Anche Giuseppe e Maria preparano la via del Signore: con la loro fede, con il loro amore, con la loro giustizia, con la loro obbedienza.
Il cuore dell’episodio evangelico, poi, è costituito dall’incontro tra il neonato e due persone anziane, Simeone, ormai prossimo alla morte, e Anna, di ottantaquattro anni. Come i genitori di Gesù, anche Simeone e Anna sono persone semplici, pure, umili, animate da una fede limpida.
Davanti a Dio, forse, abbiamo l’impressione di essere, pure noi, a mani vuote… In realtà Dio non chiede altro che un cuore umile e povero! Gesù è venuto a purificare i nostri cuori per offrirli insieme al suo sacrificio eterno.
La festa della Presentazione di Gesù al tempio collega il Natale con la Pasqua: ci invita a dare un altro sguardo al mistero di Gesù che si è fatto uno di noi: debole come ogni figlio d’uomo, povero tra i poveri, si lascia portare al tempio dai genitori e con questo gesto “religioso” fa il primo passo del suo sacrificio! Un sacrificio che lo porterà fino alla croce, dalla quale, risorto e vittorioso egli continua a ripeterci: Io sono la vita!“.
È proprio con questi sentimenti che la liturgia ci aiuta a vivere anche la GIORNATA PER LA VITA e la GIORNATA DELLA VITA CONSACRATA: accorgendoci che in Gesù brilla quella luce che illumina ogni uomo e che rivela ogni persona come “tempio vivo” in cui Dio abita.

Si parla di noi! 26/01/2025

SI PARLA DI NOI!

Quando ci riuniamo in assemblea per celebrare il Giorno del Signore, Cristo si fa presente in mezzo a noi e noi dovremmo essere capaci di riconoscerlo come il Salvatore della nostra vita.
Con la sua Parola efficace e il dono del suo Corpo e del suo Sangue, egli fa di noi una cosa sola, permettendoci di valorizzare i doni diversi con cui ha arricchito la nostra comunità. Nello stesso tempo ci provoca ad essere a nostra volta operatori di salvezza e di liberazione per i nostri fratelli, allargando attorno a noi la giustizia e la pace.
Non si contempla un passato tramontato, né si sogna un avvenire straordinario, ma si vive il tempo presente come luogo privilegiato della venuta del Signore.
Antico e Nuovo Testamento vengono resi attuali, vicini, se non si rimane attaccati alla lettera morta. In ogni pagina scopriremo presto o tardi di poter dire: «Qui si parla di noi! … io sono Adamo! … noi siamo gli apostoli sul mare! … noi ci troviamo precisamente, come Gesù, sulla via del Calvario e della risurrezione! In tal modo, mediante la Parola di Dio, noi veniamo lentamente a scoprire qual è la nostra vita agli occhi di lui, vale a dire nella sua dimensione profonda…».
La Parola che viene da Dio, di Dio possiede la potenza e l’efficacia. Essa interroga, provoca, consola, crea comunione e salva.

Questa “Domenica della Parola di Dio” voluta da Papa Francesco, vuole proprio aiutarci a riscoprire l’ascolto delle Scritture come un’esperienza che illumina, guida, sprona e sorregge la nostra vita personale e comunitaria. Siamo anche chiamati a vivere, nella preghiera e nel sostegno economico, la Giornata del Seminario, proprio con la viva preoccupazione che nella Chiesa vi siano sempre preti che rendono presente per i loro fratelli il Signore Gesù che offre la vita per il suo gregge e ne annunciano la Parola efficace…!

Non hanno vino…!19/01/2025

NON HANNO VINO…!

Anche se andiamo in chiesa solo per abitudine o per dovere, dovremmo essere capaci di dare vita ad un clima di festa e di gioia! Festa e gioia perché sentiamo che in Gesù, Dio ha “sposato” il mondo intero, ha voluto unirsi agli uomini con un rapporto di amore e di fedeltà; e di questo dovremmo essere molto contenti!
In tutte le celebrazioni il Signore conferma il suo amore appassionato per noi: ci rivolge la sua Parola e ci offre la sua vita nel Corpo e Sangue di Gesù, con una generosità e una sovrabbondanza gratuita che bene sono rappresentate dai 600 litri del vino buono donato da Gesù a Cana di Galilea, nella festa di nozze dove lui si presenta come l’autentico Sposo dell’umanità!
Lasciamoci coinvolgere da questo amore fedele e generoso: lasciamoci “sedurre” da Dio e permettiamo allo Spirito Santo di agire in noi con la sua forza, che ci unisce tra di noi e con il Signore! Sarà questo il modo migliore per vivere anche la Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani.
Il tema di quest’anno si ispira al racconto della risurrezione di Lazzaro nel Quarto Evangelo: Credi tu questo? (Giovanni 11,26). Le preghiere e le riflessioni sono state preparate dai fratelli e dalle sorelle della Comunità monastica di Bose (Biella).
Il 2025 segnerà il 1.700° anniversario del Primo Concilio Ecumenico, svoltosi a Nicea nel 325: un’occasione unica per riflettere e celebrare la fede comune dei cristiani, così come è stata espressa nel Credo formulato in quel Concilio e che ripetiamo ancor oggi ogni Domenica. La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2025 è un invito ad attingere a tale eredità comune e ad approfondire la fede che unisce tutti i cristiani.