RIMANERE IN LUI ACCOGLIENDO LE POTATURE

28 Aprile 2024

Gesù Risorto prosegue la conversazione con noi parlandoci di un agricoltore, IL PADRE, di una vite vera, GESU’, dei discepoli, I TRALCI.
I tralci che non portano frutto il vignaiolo li taglia e quelli che portano frutto li pota perché portino “molto frutto”, “più frutto”.
Sembra proprio che la libertà di amare dipenda da quanto sappiamo perdere e rinunciare. Potare è un gesto che provoca “una lacrima” della linfa.
Può capitare ad ognuno di noi di trovarsi in tante situazioni  che non capiamo e che ci lasciano incerti, smarriti.
Quando ci sentiamo così è importante riuscire a chiedersi:
È forse una potatura, un taglio dell’agricoltore?  È il taglio di una situazione vecchia, sterile o negativa, per rinnovarmi a vita nuova? È una potatura da cose che rischiano di appesantire, di ingombrare e, alla fine, mi rendono meno libero di essere amato e di amare?
Non è facile e non c’è una risposta semplice ed immediata ma vale la pena di fermarci ed interrogarci.
Il Vangelo ci chiede di aver fiducia nell’opera dell’agricoltore, IL PADRE.
GESÙ, la vite, soffre con noi per la potatura, per il taglio. Non ci lascia soli !
Dio non ci chiede tanti sacrifici o penitenze fini a se stessi, ma di saper orientare la nostra vita a produrre i frutti buoni del Vangelo: l’accoglienza (di Dio e degli altri), la benevolenza, la pazienza, il perdono, la generosità, la fedeltà…!