UN DISTACCO DOLOROSO

2 Giugno 2019

L’Ascensione ci parla di un distacco, un distacco doloroso, dalla presenza familiare di Gesù. Non solo Maria Maddalena ma tutti i discepoli, di ogni tempo, vorrebbero avere Gesù, trattenerlo accanto a sè.
La domanda è sempre attuale; “Dov’è il Signore?.” Dove è andato quel Gesù che ha camminato per le strade della Galilea sanando e beneficando? Cosa avranno pensato le prime comunità cristiane di allora che avevano atteso a breve il ritorno glorioso e definitivo del Signore?
Anche Pietro, durante l’ultima cena, domanda a Gesù: “Signore dove vai?”
La risposta viene data dal Vangelo stesso di Giovanni.
Gesù deve andarsene, deve salire al Padre, non per abbandonare, ma per tornare in modo nuovo. Anche nelle relazioni umane vi sono distacchi necessari e salutari, che non sono abbandoni. I genitori mostrano di amare i figli promuovendone l’indipendenza. Ciò vale anche per il rapporto col Signore.
Gesù, “asceso al cielo” può sostenere i discepoli di ogni tempo nel mandato loro affidato ed essere presente nello Spirito a tutti, sempre e per sempre.
Gesù li incoraggia dicendo: “Non vi lascerò orfani… ritornerò da voi… Voi piangerete e vi rattristerete… ma la vostra afflizione si cambierà in gioia”.
Dopo queste parole gli apostoli torneranno a Gerusalemme con grande gioia.
Anche noi dobbiamo lasciar andare il Signore lasciandogli la libertà di sorprenderci e precederci, sempre, altrove.
Gesù ha lasciato la sua Chiesa nelle mani di uomini fragili, peccatori (Pietro), dubbiosi (Tommaso). In questo elenco di uomini, in fondo alla lista, possiamo scrivere anche il nostro stesso nome.
Gesù non abbandona la terra. La sua sarà una presenza diversa: nei sacramenti, nella Chiesa, nei fratelli.
Il Regno di Dio cammina con noi e per mezzo di noi. Dobbiamo chiederci: quali parole pronunciare per giungere al cuore dell’uomo d’oggi?
Quali mezzi e tecniche adottare per far giungere al mondo il messaggio del Risorto?