SALIRE SUL MONTE

28 Febbraio 2021

Dopo il rito delle ceneri oggi viviamo, con Pietro, Giacomo e Giovanni, l’esperienza della trasfigurazione di Gesù, sul monte.
Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante” (Lc 9,28-29).
Anche noi siamo invitati a creare le condizioni affinché l’esperienza dell’incontro con Gesù diventi possibile.
Dio non si sperimenta nel trambusto, nel caos, nell’agitazione delle attività. Bisogna, in qualche modo, conquistarsi degli spazi in cui si possa fare silenzio, per entrare in noi stessi.
Volete conoscere Dio? Mettetevi in ginocchio” (Fulton Sheen).
E noi siamo pronti a salire sul monte?
Davanti a Gesù, se viviamo il Vangelo, tutte le perdite della vita, tutti i dolori e tutte le delusioni si trasformano.
Nella preghiera dobbiamo imparare a dire: Nelle tue mani, Padre, lascio tutto (delusioni, croci, difficoltà, prove ecc.)
Solo così ogni perdita, ogni lutto, ogni esperienza di dolore, di limite umano, di impotenza, può trasformarsi in un’offerta d’amore.
Tutto può diventare luce, tutto può essere trasfigurato, trasformato nella consegna, al Padre, delle nostre povertà.
Senza togliere la fatica quotidiana del vivere Gesù ci ha detto che
renderà soave il nostro giogo e lieve il nostro peso”.
La trasfigurazione ha questa finalità: attraversare la passione, vivere l’abbandono, il tradimento, senza dimenticare l’amore.
Trasformati, trasfigurati, affronteremo le sfide della vita certi che Dio, nostra speranza, ci salverà e ci accompagnerà.
La croce coinvolge tutti noi; fa parte delle nostre esperienze di vita. Chi non vorrebbe evitare le notti buie dell’anima?
S. Paolo ci ricorda che “le sofferenze del tempo presente non sono paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi (Rm. 8,18).