NON E’ BENE CHE L’UOMO SIA SOLO

7 Ottobre 2018

Nel progetto originario della creazione Dio ha voluto che l’uomo, creato a sua immagine, non fosse solo. Il “male originale è la solitudine” e Dio ha pensato all’uomo dicendo: “Voglio fargli un aiuto che gli corrisponda” (Gn 2,18). Ha creato così la donna affinchè tra i due si stabilisse una relazione di reciprocità e fossero “un’unica carne” (Gn 2,24). In principio ci fu quindi un sogno, bellissimo: che l’amore fosse per sempre. Non è il matrimonio, tuttavia, che rende felici le persone, sono le persone che possono rendere felice il matrimonio, se scommettono e contano sull’amore.

Nonostante la facilità a tradire, nonostante le crisi e le fatiche che tante coppie incontrano nella vita coniugale, il matrimonio rimane sacramento di salvezza possibile e vicina. Sono gli uomini che, nel loro cammino, a causa di stanchezze, fallimenti, tradimenti, si sentono inadeguati nella risposta all’amore incondizionato e appassionato di Dio. Il progetto di Dio si scontra con una realtà fatta spesso di fragilità, crisi, cadute, separazioni, fino a nuove unioni. Perché avviene tutto questo? Qualcosa nel matrimonio si incrina, un rancore che non si scioglie, un litigio che varca il limite, il silenzio della stanchezza, un tradimento. Vi sono poi matrimoni che proseguono ma solo per salvare apparenze e facciata.

Gesù, il Maestro che tutti conosciamo, colui che ha banchettato coi peccatori, con gli esattori delle tasse, comprensivo con figlio prodigo, con le prostitute, con la samaritana dalle cinque unioni, dice: “L’uomo non divida quello che Dio ha unito” (Mc 10,9).

Il matrimonio riuscito non è quello dove i piatti non si rompono mai, ma quello dove la forza di costruire insieme un rapporto solido prevale sulla tentazione di mandare tutto quanto a gambe all’aria. Due persone non possono andare così d’accordo da non ferirsi mai. E’ allora che deve prevalere la volontà d’amare.

Papa Francesco ha detto: “Potete anche rompere i piatti, ma prima che giunga la sera avvicinatevi al vostro coniuge e fate la pace”.

I coniugi credenti debbono essere consapevoli che il matrimonio è sacramento, sacramento che è salvifico, che aiuta e sorregge.

Nella nostra vita quotidiana vi sia, tuttavia, da parte delle nostre comunità, la chiamata ad accogliere, con rispetto e apertura di cuore, i tanti casi dolorosi di separazioni e divorzi. Negli ultimi decenni la chiesa, anche attraverso movimenti quale “Incontro Matrimoniale Retrouvaille”, offre la possibilità di superare i problemi di coppia e salvare un matrimonio. E’ una mano tesa ma, anche in tale caso, occorre sempre la “volontà d’amare”.