AMARE ED ESSERE AMATI

14 Ottobre 2018

Anche oggi il vangelo ci propone un messaggio particolarmente esigente.
Un tale chiede a Gesù che cosa deve fare “per avere la vita eterna”. Gesù gli dirà. Vendi quello che hai, dallo ai poveri e vieni, facendo una scelta di libertà.
Quel tale, giovane, non ci sta, si spaventa e si rifiuta. Se ne va triste perché è ricco e possiede molti beni. Quando si è tristi qualcosa non va anzitutto nel profondo di noi stessi, nei valori che contano, nelle scelte importanti, nei confronti di Dio.
Quest’uomo è una persona perbene, che compie il bene e che rispetta tutti i comandamenti fin dalla più tenera età. Sarà per tutta la vita onesto e triste.

Gli manca qualcosa: è alla ricerca della vita eterna! Gesù, fissato lo sguardo sul giovane, lo amò! Il filo conduttore che porta alla felicità è la scoperta di essere amati e di poter amare. Non c’è nulla che possa essere paragonato all’amore. Né i soldi, né il successo, né il potere.
A questo giovane restava da compiere solo l’ultimo passo dell’amore: cominciare a voler bene come quel Dio buono che ama sempre, per primo e senza contraccambio.
Che strano, a volte, veder passare davanti a sé il treno della felicità e non trovare il coraggio di salirci sopra. Come certi viaggiatori che non si decidono a salire sul treno e preferiscono la tranquilla monotonia di un marciapiede da cui non partire mai.

Dopo questo incontro col giovane ricco Gesù dirà: Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel Regno di Dio! (Mc 10,23).
I discepoli, stupiti, confusi, dicevano tra loro: “E chi può essere salvato?
(Mc 10,26). Gesù dirà ancora: “Impossibile agli uomini, ma non a Dio. Perché tutto è possibile a Dio” (Mc 10,27). Gesù non propone la povertà, ma la comunione.
Nei duemila anni di storia della chiesa molti giovani ricchi e generosi hanno rinunciato a tutto e hanno scelto di mettersi dalla parte dei poveri e di Cristo: San Francesco, don Milani, Piergiorgio Frassati, Marcello Candia (industriale milanese trasferitosi in Amazzonia). A tutti coloro che dedicano la loro vita per la diffusione del Vangelo Gesù assicura il centuplo e la vita eterna.

Gesù, anche a noi, a tutti, chiede qualcosa di più. Il Vangelo ci invita a metterci nei panni degli altri, a cambiare il nostro atteggiamento, la nostra disponibilità verso i poveri diventando, tutti, un po’ meno avidi. Non siamo noi ad accaparrarci la felicità. L’uomo può compiere tutta una serie di azioni che aprono la strada ad una possibile gioia, ma quest’ultima rimane sempre una grazia.