LA VITA E’ UN SOFFIO (GIOBBE)

7 Febbraio 2021

Nella prima lettura odierna incontriamo Giobbe provato per i molti lutti, dolori e privazioni. Giobbe non fa che lamentarsi arrivando a sentire Dio lontano, distratto, disinteressato e persino avversario.
Anche a noi sorgono, sicuramente, domande quali: Vale la pena vivere se si può soffrire tanto? Perché vivere se comunque si deve morire?
Che ruolo ha Dio in tutto ciò? Potrebbe risparmiarci qualcosa e non lo fa? Sono le domande di sempre, proprie dell’uomo, perché l’uomo è domanda, ricerca di senso.
Dio, però, non tace per sempre e non resta in disparte a guardare, come spettatore impassibile. Dio è un essere “passionale”, capace di provare passione nei confronti dell’uomo, patendo con lui e per lui.
Gesù, attraverso la sua umanità, nei momenti del dolore e della prova, ci prende per mano e ci insegna come vivere il dolore.
Questo accade quando qualcuno si avvicina, tende la mano e ci tocca con pietà. In quel preciso istante iniziamo a guarire, a ridiventare forti.
A volte basta poco! Ogni sofferenza è un invito ad imparare ad amare, a scoprire la solidarietà.
Nel vangelo odierno incontriamo Gesù alle prese con una giornata intensa. Dopo aver insegnato nella sinagoga, dopo aver guarito la suocera di Pietro e dopo aver accolto “tutti” i malati della città Gesù ne guarì “molti”.
E’ doveroso sottolineare la guarigione, da parte di Gesù, di molti malati.
Le guarigioni compiute erano segno di cosa accade nella vita di un uomo quando si accoglie il Cristo. Il ritrarsi di Gesù, di fronte a tante nostre richieste, non è mai un rifiuto, segno di disinteresse, ma occasione per imparare a cercare ciò che è davvero il bene per noi. Al paralitico Gesù rimetterà per prima cosa i peccati, poi, ridonerà anche la capacità di camminare.
Agli apostoli infine, che si stavano godendo un momento di gloria per le tante guarigioni, Gesù dirà: “Andiamocene altrovenei villaggi vicini per parlare e predicare anche là”, in cerca del male di vivere, a sollevare altre vite, a rialzare, a tendere la mano.