LA GENEROSITÀ DEL CUORE

11 Novembre 2018

Oggi l’evangelista Marco ci presenta un Gesù molto severo e polemico verso gli scribi (dottori della legge) ambiziosi e avidi. A loro contrappone la generosità di una donna semplice, una povera vedova che offre al tempio tutto ciò che possiede.
Già nella prima lettura incontriamo il profeta Elia, coinvolto in una grande carestia, che chiede aiuto ad una vedova. Questa si fida del profeta e mette a disposizione quello che ha: un po’ d’acqua ed una manciata di farina. Da quel momento, in quella famiglia, non mancheranno più né la farina né l’olio.
Gli scribi, con cui Gesù polemizza, sono ricchi e se ne vantano. Occupano i primi posti nei banchetti, nei luoghi pubblici e sono venerati e rispettati.
A questi uomini Gesù contrappone “vede” un’umile vedova che si fa avanti e getta con discrezione, forse con vergogna, nel tesoro del tempio due monetine (pochi centesimi), tutto ciò che possiede, mentre i ricchi ne gettano molte. Avrebbe potuto dire: “una la tengo per me! Invece no!” La vedova, nella sua miseria, dà tutto ciò che ha, “tutto quanto aveva per vivere”, ricca solo di un cuore grande e pieno d’amore. L’offerta è insignificante ma la sua capacità di dono è totale.
Il ricco fa a Dio l’elemosina di ciò che avanza, del superfluo e mantiene intatti i suoi averi. Le vedove incontrate oggi donano ciò che le fa vivere.
Le protagoniste di questa domenica sono dunque due donne povere, senza nome, ferite nell’amore. Le vedove, ai tempi di Gesù, non erano protette, non erano in grado di difendersi e venivano sfruttate.
La parola di Dio ci dice anche che le vedove, insieme agli orfani e agli stranieri, erano tra le persone che godevano della protezione di Dio.
Gesù oggi ci dice: “State attenti a non praticare la giustizia davanti agli uomini per essere ammirati, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando fai l’elemosina non suonare la tromba. Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Mt 6, 1-4). La vera legge della vita, per chi considera le cose religiosamente, è quella del dono: chi conserva perde, chi dà ci guadagna. Gesù non misura quel che doniamo in cifre; la sua misura è una misura interiore.
Il sacrificio d’amore di Gesù ha generato e genera anche adesso, in tante donne e uomini, la forza di sperare contro ogni speranza.
Gesù, che domenica scorsa ha “sentito “ il povero cieco gridare e che oggi “vede” la povera vedova donare tutto quello che ha che cosa ci vuol dire?
Lui vede anche noi, le nostre povertà spirituali, le nostre miserie.
Ha lo sguardo su di noi e questo ci dona una grande fiducia: non siamo soli.