ESSERE SEMPRE PRONTI

18 Novembre 2018

Oggi, penultima domenica dell’anno liturgico, siamo invitati a guardare al futuro. L’attesa è quella della fine dei tempi, del ritorno di Cristo.
Gesù ci esorta a preparare questo incontro fidandoci delle sue parole e lasciandoci guidare dai segni che invitano all’attesa e alla vigilanza.
Nella prima lettura il profeta Daniele usa parole di consolazione per il popolo ebraico, segnato dall’oppressione, e assicura l’intervento del grande Principe, l’Arcangelo Michele. La salvezza è vicina, dice Daniele, e afferma con certezza che ogni fedeltà non resterà inutile, che nessuna sofferenza versata per Dio verrà dimenticata.
Anche gli apostoli Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea, al Monte degli Ulivi, sentendo parlare dell’imminente fine del mondo e di sconvolgimenti cosmici, chiedono a Gesù: “Quando accadranno queste cose?” Gesù li rassicura dicendo che i giusti non hanno nulla da temere, ma devono solo attendere nella speranza. Dobbiamo tutti accettare e vivere ogni giorno come tempo di veglia, di attesa, di preparazione.
Ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha provato una disgrazia, la malattia, la morte di una persona cara, una sconfitta nell’amore, un tradimento. Abbiamo tutti, poi, ricominciato a vivere, a credere, a sperare, a vedere oltre il muro, alla ricerca di una mano forte e sicura.
Gesù dice infine:”Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo, né il Figlio, eccetto il Padre”. (Mc 13.32).
Il futuro, il più delle volte, ci spaventa e preferiamo non pensarci. Altri hanno del futuro una fiducia illimitata e anche un po’ ingenua. Tutto sembra possibile. Coloro che vivono in modo pieno il loro tempo, quelli che si impegnano per gli altri e spesso si sentono soli, coloro che fanno del bene e soffrono l’emarginazione, un giorno saranno riuniti da Cristo.
Il Cardinale Martini scrive: “Il tempo, nel suo inesorabile trascorrere, genera angoscia e bisogno di fuga. Il tempo che passa risuona in noi come continua rivelazione di essere limitati, avviati senza scampo verso la morte. Di questo, in fondo, abbiamo paura e ce ne difendiamo in tutti i modi, Più spesso ci difendiamo non pensandoci… Sono tanti i modi di riempire il tempo: l’accumulo di denaro e la libertà di spenderlo, l’ambizione del dominio, della riuscita, del successo, la ricerca del godimento, la cura del proprio benessere”. Ci sarà per tutti, inesorabilmente e realisticamente, una fine. Sarà il trionfo di Dio ma anche dell’uomo giusto, perché verrà dato a ciascuno il suo: verrà asciugata ogni lacrima, risanata ogni ferita.
Che bella l’immagine descritta nel Vangelo odierno. Dopo la grande tribolazione Dio si metterà in cerca degli uomini e li radunerà “ dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo “ (Mc 13,27) Sentiamoci nelle mani di Dio, sicuri che si tratta di buone mani, forti, sicure, aperte…