La bambina SPERANZA

5 Luglio 2020

La fede che preferisco, dice Dio, è la speranza.
Viene ricordata sempre assieme alla fede e alla carità, sue sorelle.
Insieme costituiscono le tre virtù teologali.
Le mie tre virtù, dice Dio, sono le mie creature.
La Fede è una sposa fedele. La Carità è una Madre e una Sorella.
La Speranza è una bambina. Lei sola, portando le altre due, traverserà i mondi. La piccola speranza ha l’aria di essere nulla.
Per sperare bisogna essere molto felici, bisogna aver ottenuto, ricevuto una grande grazia. Ma sperare è difficile!
La piccola sorella avanza tra le due sorelle grandi; non si nota.
Il popolo cristiano non fa attenzione che alle due sorelle grandi: la prima (fede) e l’ultima (carità). E non vede, quasi, quella che è in mezzo.
La piccola Speranza crede volentieri che siano le due grandi a tirare Lei, la più piccola, per mano.
Ma è Lei, la Speranza, che nel mezzo, si tira dietro le sue sorelle grandi. Senza di Lei loro non sarebbero nulla. Tirata, appesa alle braccia delle sue due sorelle grandi, La tengono per mano e la piccola Speranza avanza.
La Speranza ha l’aria di farsi trascinare. E in realtà è Lei che fa camminare le altre due. E che le tira.
La Fede cammina da sola. Per credere c’è solo da lasciarsi andare. C’è solo da guardare. La Carità va da sé. Per amare il prossimo c’è solo da lasciarsi andare, tutto naturale, tutto semplice, tutto alla buona.
La Speranza è per lo scrittore Peguy una “Bambina irriducibile”, molto più importante delle sorelle più anziane.
Non bisogna mai perdere la Speranza perché è questa Speranza bambina che “vede quello che sarà” e “ama quello che sarà”.

(pensieri liberamente tratti dallo scrittore C. Peguy)