FESTA DELLA LUCE
2 Febbraio 2020
Quaranta giorni dopo la nascita di Gesù oggi facciamo memoria della Presentazione di Gesù al tempio. Da secoli è conosciuta con il nome popolare di “Candelora”. Ogni fedele è tenuto ad avere in mano un cero e ricevere la Benedizione delle candele.
La candela, dunque la Luce, che viene tenuta nelle nostre mani ci unisce non solo a Maria e Giuseppe che salgono al tempio, ma anche al vecchio Simeone e alla profetessa Anna che accolgono il Bambino che è “Luce che illumina le genti”.
Giuseppe e Maria hanno ricevuto dal Signore il dono di un figlio, ma non se ne appropriano, non scatta in loro la possessività. Accolgono il prezioso dono con gratitudine e lo offrono al Signore.
I figli, i nostri figli, sono un dono del Signore. Riconsegnarli a Lui è salutare per loro e anche per i genitori. Accendiamo con fede la candela che rappresenta la Luce che viene dal Signore; portiamola poi a casa questa candela affinché ci ricordi che è bene rifare questa preghiera di consegna dei nostri figli ogni mattina.
Di quanta luce necessitiamo oggi! Luce che illumina le nostre menti, i nostri cuori e che pertanto accresce la nostra fede e ravviva il nostro amore.
Gesù stesso ha detto: “Io sono la Luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita (Gv 8,12)”
La nostra esistenza racchiude tante situazioni: luce e ombra, buio e chiarore; siamo quindi invitati a credere senza vedere e sperare.
A Maria il vecchio Simeone profetizza sofferenza. Maria sa che accogliere Gesù le costerà fatica, e tanta. Amare può voler dire, in certe occasioni, patire.
Che Maria, oggi, ci insegni a vivere l’amore sino alla fine, a imparare a donare tutto di noi.
Al Signore chiediamo di illuminare il nostro pellegrinaggio terreno, tante volte sbandato e distratto, nel dare testimonianza del nostro essere cristiani ed essere coerenti con il nostro credo.