CHI E’ IL MIO PROSSIMO?

La pre-occupazione dei Santi

Pochi si sarebbero aspettati qualcosa di importante o di buono da quella ragazza così apparentemente poco dotata di capacità o di talenti. Eppure è lei che sta vicina a chi ha più bisogno, è lei che vede ed ha compassione, lei che si prende cura, è lei che incontra gli ammalati donandosi come angelo di umanità piena, concreta e trasfigurata, trasfigurata perché ha concretamente incontrato il Signore.
Lei diviene modello di dedizione e di amore: è stata donna della vicinanza e dell’ascolto, suor Bertilla!
Ha saputo ascoltare davvero, con tutta la sua vita, perché vedeva l’amore, l’unico amore, l’amore ovunque. Ascoltava per aiutare – né per curiosità o in modo ozioso – e quel suo stare in ascolto con passione ed interesse era vissuto come segno della presenza di Dio alle persone.
Prendiamo Santa Maria Bertilla come maestra di ascolto in modo da realizzare una vera “esperienza sinodale”: ascolto appassionato ed interessato per prenderci cura, per permettere al Signore – riconosciuto nelle Scritture, contemplato nell’Eucaristia, riscoperto nei volti dei fratelli, soprattutto dei piccoli e dei poveri, degli ultimi e degli scartati – di entrare, come attraverso una crepa nella corazza dell’egoismo e dell’autosufficienza, nelle pieghe della nostra storia, nel cuore della nostra vita.
Quanta luce e quanto coraggio di vita troviamo in un proposito di Santa Bertilla: “Sempre allegra per quanto mi pesi, perché allora mostro al mio Gesù l’amore che gli porto”. Un programma intero di vita contenuto, distillato in poche, semplici, profonde e leggere parole: donare una gioia a chi ci sta dinanzi, anche se questo può pesare, e farlo come una dichiarazione di amore a Gesù… al “mio Gesù”!