CHE LA VOSTRA GIOIA SIA PIENA” (Gv 15,11)

9 Maggio 2021

Queste parole, pronunciate da Gesù, sono parole autorevoli, dirette a persone amate. Gesù, in cambio, chiede solo una cosa: lasciarsi amare, rimanere nel suo amore.
Che senso hanno queste parole quando un tuo amico ti tradisce, l’altro ti rinnega, un altro ancora fugge? A chi ti affidi Signore? A chi ti tradisce per nulla? Gesù ha scelto di amare, allora e anche adesso, persone (uomini e donne) alle quali donare la sua vita.
Chi ha sperimentato l’amore, almeno una volta nella vita, si ritrova capace di rischiare il cuore e rimetterci pure la vita se occorre. Come si fa a non ricambiare con il dono di sé chi ti ha amato quando non lo avresti meritato?
Quanti genitori si ritrovano ad amare ostinatamente figli che hanno ferito, tradito, umiliato? Perché lo fanno? Perché nel cuore di ogni genitore arde sempre la fiaccola della speranza, che non si spegne tanto facilmente.
Si fa presto a dire amore, forse parola tanto usata. Cosa significa
amare? Amare chi? Come? Fino a che punto?
Gesù ci ha insegnato che il vero amore non cerca il contraccambio, perdona settanta volte sette e arriva al sacrificio.
Dio non è indifferente alla nostra vita e ci invita ad amare tutti, anche chi non è di famiglia, chi è di un’altra razza, chi viene da terra straniera.
Nel Vangelo odierno Gesù, con parole che sanno di addio, ci dice:
Voi siete miei amici” (Gv 15,14) e ci invita ad instaurare rapporti di libertà, rispetto, generosità, condivisione.
La pandemia che stiamo vivendo ci insegna a non curare coi vaccini solo noi stessi ma a dover aiutare e condividere le cure
anche popolazioni di paesi lontani da noi.
Non ci si salva da soli chiudendo le frontiere!
L’amore, anche se talvolta costa fatica, non è mai inutile.
Anche se, lì per lì, non si vedono i risultati, rimane e trasforma gli animi: di chi ama ma anche di chi è oggetto del nostro amore.