UN RE AFFAMATO, ASSETATO, AMMALATO, STRANIERO

26 Novembre 2023

A compimento dell’Anno Liturgico celebriamo Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’Universo!
La prima lettura ci annuncia che è lo stesso Signore Dio a prendersi cura del proprio gregge disperso, andando alla ricerca della pecora perduta, fasciando quella ferita, curando quella malata…!
Attraverso l’Evangelista Matteo, Gesù chiama noi, oggi, a diventare pastori, prendendoci cura dell’affamato, dello straniero, del migrante, dell’ammalato e del carcerato.
Gesù ci dà le “istruzioni” per vivere l’amore in modo vero e pieno, come quello di un padre o di una madre… un amore perfetto: l’amore per i più svantaggiati!
Un amore che non chiede nulla in cambio, quindi gratuito! … che è capace di chinarsi sulle ferite, quindi compassionevole! … un amore che non tiene conto della bontà o la malvagità della persona: un amore misericordioso!
L’amore all’affamato, all’assetato a chi è nudo, all’ammalato, allo straniero non è qualcosa di naturale: è un dono che si riceve e che va accolto e condiviso. Amo perché sono stato amato, perché ho ricevuto l’amore.
Queste opere di misericordia vanno praticate in famiglia, nel vicinato, nel lavoro, nella scuola: portano sollievo a chi è nel bisogno, curano le ferite di chi ci sta accanto… rendono migliore la nostra convivenza sociale ed ecclesiale!
Il Vangelo odierno ci assicura che entreremo nel Regno di Dio solo se saremo entrati nella vita e nella casa di chi soffre e piange.
Non ci viene chiesto di compiere miracoli ma di prenderci cura.
Sapendo mettere in atto quotidianamente queste opere di carità vedendo in tutto e in tutti il Signore che è venuto a servirci e che vuole insegnarci a servire perché Regnare è servire… e… servire è regnare!
Questa Domenica è la SOLENNITA’ DI CRISTO RE DELL’UNIVERSO, compimento dell’Anno Liturgico.
Il sapere che Egli “regna” ci riempie di consolazione e di speranza, perché sappiamo che Egli è il principio e la fine di tutte le cose, colui che ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue e ha fatto di noi il popolo di Dio.
Questa consolazione diventa precisa consapevolezza: se Gesù ha “regnato” mettendosi a servizio degli altri, anche il nostro impegno a far crescere il Regno di Cristo deve passare attraverso il dono gratuito e generoso di noi stessi.