LE BRACCIA APERTE DEL PADRE
31 Marzo 2019
In questa pagina odierna del Vangelo leggiamo di un padre che aveva due figli. Nessuno dei due era degno di essere chiamato figlio.
Il padre, al centro della parabola, nominato ben quattordici volte, è solo padre. E’ padre prodigo perché si dimostra molto generoso. Dà tutto sin dall’inizio e, alla fine, offre un banchetto.
Quando il figlio minore vuole andarsene si fida di lui, non cerca di contrastarlo, di ragionarci, di trattenerlo. Permette a suo figlio una nuova nascita. Questo figlio potrebbe aver avuto il desiderio di maturare, di respirare aria di libertà, di sentirsi responsabile, di non voler più dipendere dal padre e dalle sue attenzioni soffocanti…Ben presto la vita gli presenta il conto; sperpera tutto. Quando il padre vede suo figlio tornare, corre incontro a lui, non lo giudica, non gli lascia tanto tempo per accusarsi. Aveva sperato ogni giorno nel suo ritorno!
“Svelti” disse ai servi, “Portate il vestito più bello e rivestitelo. Mettetegli un anello al dito e calzari ai piedi”.
Il figlio maggiore non ha mai affrontato il padre. E’ un bravo figlio, sottomesso, senza storia. E’ tristemente fedele, è rimasto vicino a suo padre senza essere veramente con lui. Quando scopre che suo fratello è tornato e si fa festa in suo onore è troppo. Si arrabbia e non vuole partecipare. Getta la maschera, inizia una nuova vita quando il padre gli dice: “Tu, figlio mio, sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo”.
La parabola non ci dice cosa ha fatto il figlio maggiore. E’ entrato nella sala del banchetto per incontrare il fratello e festeggiare con tutti? Oppure è testardo nel suo rifiuto? Noi non lo sappiamo. E non importa. Essenziale è sapere com’è il nostro comportamento. Siamo come il figlio maggiore?
Siamo servitori fedeli, sottomessi? Forse non ci siamo mai chiesti se siamo felici. Possiamo sempre, come ha fatto il figlio spendaccione, decidere di tornare a casa sapendo che, da lontano, nostro padre ci vedrà e ci verrà incontro.
Se invece ci consideriamo come il figlio maggiore forse è giunto il momento di cambiare vita, di gustare una nuova vita, di amare nostro padre non come un padre padrone ma come un padre affettuoso che vuole il nostro bene.
E’ proprio per questo che la Chiesa, da qualche anno, ha deciso di chiamare questo Padre con il titolo di Padre Misericordioso, un padre che ci accoglie a braccia aperte ogni volta che decidiamo di ritornare da Lui.