LA VITA FUTURA

10 Novembre 2019

L’anno liturgico sta per finire e siamo tutti invitati a riflettere e a confermare la nostra fede nella risurrezione dei morti.
La prima lettura odierna ci parla del martirio di sette fratelli Maccabei e della loro madre. La forza di questa donna e dei suoi giovani figli non è ingenuità. E’ la convinzione sicura che Dio darà al loro corpo maltrattato dai carnefici la risurrezione definitiva. Sono commoventi le parole della madre che dice: “Senza dubbio il Creatore del mondo, per la sua misericordia, vi restituirà di nuovo lo spirito e la vita”.
Nel Vangelo incontriamo alcuni Sadducei, che non credono alla risurrezione, formulare a Gesù la domanda: “La donna, dunque, alla risurrezione di chi sarà moglie dal momento che ha sposato, uno dopo l’altro, ben sette uomini tutti fratelli fra loro?”. I Sadducei sanno che il nemico degli uomini è la morte: la regina delle nostre paure.
E’ una domanda ironica, che provoca: un caso paradossale.
Gesù dirà loro: “La risurrezione ci sarà, ma condurrà ad un modo di vivere profondamente nuovo. Poiché Dio ama l’uomo non può lasciarlo in balia della morte. Il Dio non è dei morti, ma dei viventi… (Lc 20,39). L’aldilà non è quindi un premio “meritato” dall’uomo, quanto la continuità di un patto realizzato con il Dio della vita.
Più che temere la morte, dobbiamo imparare a vivere bene.
San Cirillo dice: “La speranza della risurrezione è la radice di ogni buona azione: l’attesa del premio irrobustisce l’anima. Ogni operaio è pronto a sopportare la fatica se ne prevede la ricompensa. Ogni anima che crede nella risurrezione ha cura di se stessa. Quella, invece, che non crede nella risurrezione si abbandona alla rovina.”
Perché allora tanta gente del nostro tempo, in particolare i giovani, consumano la loro esistenza nell’abbandono insensato delle proprie energie e nella trascuratezza spirituale?
Quanto oggi credono nell’aldilà? Quanti pensano con fede sicura che esiste una vita futura in Dio per ciascuno di noi?
A noi tutti ciò che preme sapere è: Ritroveremo i nostri cari, il marito, la moglie, i figli, coloro che amiamo? Li rivedremo? Certamente sì, anche se con modalità diverse che ci sfuggono.
Non dobbiamo temere: noi siamo nelle mani di Dio e nulla e nessuno, nemmeno la morte, può strapparci dalla sua mano.