LA GRATITUDINE

13 Ottobre 2019

Gesù ascolta l’invocazione di dieci sventurati lebbrosi e li guarisce. Solo uno di loro ritorna per ringraziarlo ed è uno straniero, un Samaritano.
I nove che non tornano recuperano solo la salute; il Samaritano trova anche la fede che darà alla sua vita un senso nuovo.
Triste comportamento, eppure non così infrequente, quello di chi, pur ricevendo un grande beneficio, sembra scordarsi del benefattore.
La gratitudine è cosa difficile da coltivare. Non a caso i genitori si sforzano di insegnarla ai figli fin da piccoli. Con il crescere dell’età, proprio quando si diventa ancor più debitori nei confronti di un sempre maggior numero di persone, la gratitudine pare svanire, quasi a scomparire.
Ringraziare è riconoscere che non ci si è fatti da soli!
Quanti genitori, educatori, animatori si danno continuamente da fare per il bene dei figli o dei giovani loro assegnati!
Un semplice “Grazie”, accompagnato magari da un bacio o da un sorriso può ricompensare il lavoro di una vita, può lenire una ferita, può ridare slancio per continuare.
Oggi c’è chi non crede ai miracoli e si dichiara diffidente. Ma i miracoli avvengono anche oggi, anche se apparentemente sembrano meno numerosi. Certo, ci si può domandare perché in alcuni casi la preghiera ottiene il miracolo e in altri no. La risposta in realtà potrebbe darla solo Dio in persona.
Ogni malattia, specie quelle devastanti, ci mettono a nudo e ci costringono a riflettere sulla precarietà della vita, a non collocare tutta la nostra fiducia e sicurezza nelle cose di questo mondo.Soprattutto si fa Preghiera, Invocazione, Grido di Pietà: “Gesù, Maestro. Abbi pietà di me!
La vita non può che essere racchiusa in un grande Grazie perché tutto ciò che abbiamo lo abbiamo ricevuto.