IL MIRACOLO DELLA LIBERTA’
E IL RIAPRIRSI DELLA SPERANZA
Nelle scorse Domeniche abbiamo celebrato le meraviglie che il Signore ha compiuto per il suo Popolo: l’Alleanza con Abramo, la liberazione dall’Egitto, l’ingresso nella Terra Promessa…
Realtà grandi che ci testimoniano l’amore di Dio per noi.
Siamo invitati a capire che questo stesso Amore opera anche nella nostra vita cose meravigliose: soprattutto ci libera dal male del peccato, che uccide l’esistenza, e ci rende possibile una vita nuova, in una ritrovata amicizia con Dio e con i fratelli.
Questa Domenica trova la sua chiave di lettura nell’acclamazione al Vangelo: «Io non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva» (Ez 33,11).
Ancora una volta Dio si dichiara a favore della vita dei suoi figli, anche quando la loro insensatezza può averli esclusi da ogni umana considerazione.
Un Dio geloso della vita dei suoi figli al punto tale da restituire loro, con il suo perdono, la dignità, l’onorabilità, la vita, diventa annuncio liberante e giudizio su un mondo così spesso spietato e crudele.
Nel deserto dell’umana disperazione, Dio è sempre capace di far germogliare la speranza: «Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, faccio una cosa nuova…!»
La Comunità cristiana deve farsi portatrice di questo messaggio, consapevole di essere stata creata da un gesto di misericordia, che la rende debitrice nei confronti di Dio e di ogni fratello. Il perdono diventa responsabilità. L’Eucaristia domenicale, allora, sia proprio il nostro rendimento di grazie al Padre perché in Gesù egli ci accoglie non per i nostri meriti, ma per la ricchezza del suo amore; la Parola che ascoltiamo e il Pane di Vita che spezziamo tra noi siano l’acqua viva che fa germogliare rigogliosamente la nostra esistenza e ci fa guardare avanti con fiducia.