DIO AMA LA SUA VIGNA
4 Ottobre 2020
Siamo in autunno, tempo di vendemmia. La liturgia odierna ci pone delle riflessioni a partire da una parabola che ha per ambiente una vigna. La vigna è una pianta che ha avuto un posto rilevante in ogni tempo e tra molti popoli.
Gesù, nella parabola odierna, ricorda l’amore di Dio per la sua vigna, la fiducia che ha avuto nei viticoltori ai quali l’ha affidata, l’arroganza con cui essi l’hanno gestita, il trattamento che hanno riservato ai suoi servi (bastonate, lapidazioni, uccisione dell’unico figlio).
Eppure Dio aveva piantato la vigna con cura, le aveva fatto una siepe intorno, scavato un frantoio e costruito una torre per poterla sorvegliare.
“Che cosa dovevo fare di più, che non ho fatto?” è il lamento di Dio.
E’ sorprendente la pazienza del proprietario nei confronti dei vignaioli.
Tollera tutto, a lungo, fino in fondo. E’ il simbolo dell’amore gratuito e incondizionato di Dio verso il suo popolo.
Gesù non dice che la vigna verrà distrutta, ma che verrà affidata ad altri che con il loro lavoro produrrà frutti buoni. E’ questo il modo di operare di Dio, che è fedele. Dio chiama e invita a lavorare nel suo regno, ma se uno non accoglie i suoi inviti chiama altri.
Nella realtà odierna, dove sembra prevalere l’indifferenza, la superficialità, il vivere la propria fede come un fatto privato, ci dimentichiamo di Dio e che tutto è dono di Dio. Ci consideriamo padroni assoluti di ciò che siamo e di ciò che abbiamo e non comprendiamo che siamo semplicemente dei mezzadri che devono lavorare la vigna che è di un altro.
Non siamo noi i signori del mondo anche se Dio ci chiama ad aver cura dell’ambiente in cui viviamo per renderlo più abitabile.
Il Signore oggi ci invita a fare un esame sulla nostra vita, su quelle che sono le nostre ansie e le nostre speranze, i nostri desideri e i nostri timori.
Dobbiamo coltivare il grande desiderio di incontrare Dio e prepararci, dopo il lavoro faticoso di questa vita, a goderlo nella vendemmia e nella gioia in cielo.