CAMMINIAMO CON GIOIA
2 Dicembre 2018
Oggi incomincia l’AVVENTO, periodo forte dell’anno liturgico, che viviamo nell’attesa di un ritorno. Ci prepariamo ad incontrare Colui nel quale per secoli gli uomini hanno riposto le loro speranze di salvezza, di giustizia e di pace.
Il Vangelo odierno ci parla di segni nel sole, nella luna, nelle stelle e, sulla terra, angoscia di popoli. Gesù ci invita a vegliare e attendere quei giorni di prova a occhi aperti, evitando lo squallore di una vita dissipata e oziosa.
Già nella prima lettura il Profeta Geremia parla di un germoglio che spunterà, segno di vita nuova, simbolo di speranza, attesa di novità, promessa di frutti e di felicità.
Il Salmo responsoriale, poi, ci fa cantare: “Signore, fammi conoscere le tue vie, insegnami i tuoi sentieri”. Si tratta di una strada diritta, giusta, da fare.
San Paolo nella seconda lettura, infine, ci indica la strada: quella dell’amore, del compiere le opere che piacciono a Dio, della perseveranza nel cammino.
L’ambiente in cui ci apprestiamo a vivere l’Avvento è però una sfida alla fede.
Si vive, si corre, si va, ma verso dove?
C’è tanta agitazione fuori e dentro di noi. La Chiesa ci invita a vivere questo periodo come periodo di riflessione. Ci invita ancora a fuggire la tentazione di stordirci nel presente: mangiare, bere, distrarsi, non pensare.
In realtà non attendiamo più nulla, siamo sazi, abbiamo tutto. Eppure siamo insoddisfatti del tempo presente. L’incertezza del futuro, soprattutto dei nostri figli, ci rende dubbiosi sulla possibilità di cambiare le cose, sull’utilità del nostro impegno, della nostra lotta e proviamo rassegnazione, scoraggiamento, paura. Il cuore si appesantisce, il passo si fa lento, siamo come foglie; basta un po’ di vento impetuoso per finire staccati dal ramo. La parola di Dio, sempre efficace, ci dice: alzatevi, vigilate, pregate, comportatevi come chi attende con ansia la liberazione, l’arrivo della persona amata, la visita dell’amico più caro.
Domenico Machetta ha scritto: Quando mi sveglio al mattino ho due possibilità: essere schiacciato dagli affanni della giornata o scaricare gli affanni sul Signore, buttandomi fra le sue braccia, trovando un senso in tutto”.
Prepariamoci anche noi ogni giorno, un poco. Costruiamo qualcosa che ci faccia arrivare alla fine del nostro cammino d’Avvento un po’ diversi: qualche minuto dedicato alla preghiera quotidiana, alla lettura della parola di Dio, qualche gesto d’amore e di carità vissuto con più costanza e consapevolezza.
La Chiesa ci invita a vivere ad occhi aperti il nostro tempo, a non dormire, a purificare il nostro cuore, riempiendo di laboriosità i nostri giorni… , un po’ più del solito quotidiano. E’ necessario farlo adesso, subito, quando stiamo bene per allenarci alla speranza.