ANDIAMO NEL DESERTO

9 Dicembre 2018

In questa seconda domenica di Avvento incontriamo la figura dell’ultimo dei profeti, Giovanni Battista, che annuncia la venuta del Messia. Il suo compito è quello di preparare il popolo ad accogliere Gesù con un cammino di rinnovamento e di conversione.
Incontriamo il Battista nel deserto, luogo di intimità, di riflessione, silenzio, lontano dal potere. Annunciando la venuta di Gesù egli afferma che la storia cambierà e gli effetti sull’umanità saranno imprevedibili e grandiosi. Gli ebrei, stanchi dell’oppressione dei Romani, che occupano politicamente e militarmente il paese, attendono un liberatore che porterà la nazione all’antico splendore.
A distanza di oltre duemila anni anche noi dobbiamo vivere questo tempo di Avvento con lo stesso stato d’animo di chi ha atteso la venuta di Gesù per tanti secoli. Attendiamo il Natale di cui facciamo memoria ogni anno e attendiamo la venuta definitiva del Figlio dell’Uomo alla fine dei tempi.
Come ci prepariamo? Rispondendo con generosità all’invito a convertirci, a raddrizzare i sentieri del nostro spirito, ad attendere Gesù con una vita buona e rinnovata. I profeti parlano di burroni e valli da spianare, di passi tortuosi, di luoghi scoscesi. E’ la nostra vita che va sistemata, è il nostro cuore, sono i nostri difetti che accettiamo, a volte, troppo pacificamente. Solo allora vedremo “la salvezza di Dio”.
Dobbiamo farlo ora, in questo nostro tempo, nella concretezza di questo momento storico in cui viviamo. Anche la nostra società ha l’esigenza di essere rinnovata insieme a noi per essere degna del Signore che viene; ha bisogno di convertirsi per trovare una nuova ragione di vita e impegnarsi con più determinazione.
La venuta di Gesù chiede qualcosa di più profondo. Qualcosa che ci tocchi tutti, che ci faccia compiere gesti di giustizia, accoglienza, umanità.
Oggi certamente stiamo vivendo tempi difficili e non tutto va come vorremmo.
(pensiamo ai recenti disagi manifestati da alcuni nostri giovani). Talvolta sentiamo come insopportabile il silenzio di Dio. E’ Dio che non parla o siamo noi incapaci di ascolto? Vogliamo credere che Gesù ci è vicino e ci parla? Lo è attraverso la sua Parola e quella dei nuovi profeti che anche ai nostri giorni non mancano.
A noi tutti spetta il compito di intraprendere il cammino.
Forse basta lasciar socchiusa la porta del nostro cuore, nella convinzione che di lì Qualcuno, prima o poi, passerà..