LA PREGHIERA DA FORMA ALLA VITA: E’ L’INCONTRO SINCERO CHE FA FIORIRE L’ESISTENZA!

Preghiera e autenticità: questo il rapporto posto in luce dalla Parola di Dio di questa Domenica. Il Signore gradisce la preghiera del povero e dell’oppresso (Prima lettura dal libro del Siracide) e accoglie la preghiera del pubblicano che si proclama peccatore davanti a lui (Vangelo). Vi è una fiducia in se stessi, un credersi giusti, che rende non accetta la preghiera del fariseo al tempio, così come vi è la possibilità di un culto che è solo una farsa, una burla, anzi, un atto criminale, perché commisto a ingiustizia ed empietà. Nella preghiera si riflette e si svela l’autenticità o la falsità di ciò che si vive e delle  persone che siamo.
L’effetto trasformativo della preghiera al tempio si manifesta nel pubblicano che ha saputo porsi in verità e autenticità davanti a Dio. Da colui che era persuaso di essere giusto (fariseo) si passa così al pubblicano, che viene dichiarato giusto da Dio!

Se mettiamo al centro di tutto il nostro “io”, nessuna relazione funziona: non nella coppia, non con gli amici, nemmeno con Dio…
Vita e preghiera percorrono la stessa strada: la ricerca mai arresa di un “tu”, in cui riconoscersi, amati e amabili, capaci di incontro vero, quello che fa fiorire il nostro essere.
Con la celebrazione dei Sacramenti, specialmente dell’Eucaristia, noi affermiamo la necessità dell’intervento divino nella nostra vita: ci mettiamo sotto l’azione di Dio presente con il suo Spirito, e facciamo l’esperienza privilegiata di essere liberati dal male per la fede che abbiamo in Gesù Cristo. La preghiera