IL NOSTRO PENSIERO RIVOLTO A DIO

27 Gennaio 2019

Gesù inizia la sua attività e la sua predicazione in Galilea. Non parte da Gerusalemme, centro politico e religioso, ma dalla periferia della terra, da quanti sono esclusi, dai deboli, dai poveri, dagli emarginati, da coloro che non ce la fanno.
Oggi incontriamo Gesù nella sua Nazareth, di sabato, nella sinagoga, mentre legge un brano del profeta Isaia che dice: “ Il Signore mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai poveri, per proclamare ai prigionieri la libertà e ai ciechi la vista… “(Lc 4,18).
Dopo aver letto queste parole Gesù dice a chi lo ascolta: Oggi si è compiuta questa Scrittura”. La gente capisce chiaramente che Gesù applica a sé quelle parole, che questo è il programma della sua missione di inviato di Dio.
Negli abitanti di Nazareth, tuttavia, non c’è alcuna disponibilità ad aprirsi alle parole nuove e rivoluzionarie proclamate da Gesù. Non c’è in loro una vera apertura alla verità, né desiderio di conversione. Non nasce nulla; per loro Gesù è semplicemente il figlio di Giuseppe, il falegname, e cercano addirittura di ucciderlo.
L’OGGI di cui parla Gesù diventa l’OGGI di tutti noi, chiamati a continuare la sua missione. Un OGGI affidato ora alla Chiesa, destinata a prolungare nel tempo l’azione di Gesù, fino alla realizzazione del Regno di Dio.
Chiesa chiamata ad essere lievito, punto di riferimento per tutte quelle persone, coraggiose e generose, che vogliono dare una mano al mondo perché diventi come il Signore lo ha pensato.
CREDERE O NON CREDERE ? Qui si gioca la vita di ogni uomo.
Fidarsi della Luce o cadere di fronte alla forza del buio?
Le vie di accesso alla fede sono sempre personali. Nel cammino della nostra vita e della nostra fede siamo invitati a nutrirci delle parole di Papa Francesco e di molti altri profeti del nostro tempo.
Perché non ascoltare queste voci, questi campanelli d’allarme che possono riaccendere “Il pensare a Dio” e possono far crescere il suo Regno nella storia? Come mai essi vengono fatti tacere, a volte in maniera brusca e dolorosa?
Il cristiano non può rimanere indifferente di fronte ad una situazione di ingiustizia, e neppure accontentarsi di consolare con qualche azione buona e caritatevole. Dovrà impegnarsi e schierarsi con i più poveri, anche a rischio d’incontrare il rifiuto, l’ostilità, l’emarginazione.