NON PADRONI: SEMPLICEMENTE SERVI”!

Nelle scorse Domeniche il Signore Gesù si è proposto a noi con delle esigenze molto radicali, sia riguardo i nostri affetti e i nostri criteri di vita, sia rispetto all’uso dei beni e del denaro…
Viene anche a noi da chiederci: ma quanto debole è la nostra fede se non ci sentiamo adeguati a queste proposte?
È l’esperienza che vive ogni discepolo che si confronta seriamente con l’insegnamento del Maestro…
E la risposta di Gesù è ancora più provocatoria, nella sua semplicità: le esigenze radicali del Vangelo sono possibili se smettiamo di “fidarci” di noi stessi e delle nostre risorse, e impariamo ad affidarci completamente a Dio, accettando un progetto calcolato sulle sue possibilità e non sulle nostre
La fede è “credere nonostante”. Essa mostra la sua efficacia costruendo la forza interiore del credente, scavandolo in profondità e donandogli intelligenza e sapienza.
La fede è anzitutto colta come relazione con il Signore: non è frutto di volontà, per quanto “buona”, del credente, non è una sua opera. Piuttosto vive nello spazio della relazione con il Signore ed è necessaria per sostenere i rapporti fraterni, per vivere la vita comunitaria, le relazioni ecclesiali. Grazie ad essa infatti, il credente non è nella chiesa semplicemente uno che “fa dei servizi”, per quanto buoni, utili e santi possano essere, ma viene costruito come servo sulle orme del Signore “venuto non per farsi servire ma per servire” (Mc 10,45; cf. Lc 22,27). È tenendo fisso lo sguardo sulla vicenda di Gesù che possiamo non lasciarci scoraggiare e abbattere dalla visione degli scandali e degli abusi; è solo contemplando colui che ha invocato il perdono anche sui suoi crocifissori che possiamo trovare la forza di rinnovare il perdono a chi ripetutamente fa il male. Le prove e le fatiche che la vita comune ed ecclesiale presentano diventano così la fornace che forgia il cristiano come servo sulle orme del Servo Gesù Cristo!